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Ariete e l’indie che non ti aspetti
Com’è noto, le sonorità indie e il nuovo cantautorato giovanile nazionale sono di gran tendenza nel nostro Paese. Non ce ne dobbiamo stupire, tanti giovani artisti conoscono benissimo le dinamiche quotidiane adolescenziali e parlano con candore ai loro coetanei, incorniciandone il vissuto alla perfezione e incastrandolo nelle loro melodie come fossero amici che ti parlano faccia a faccia, vivendo le tue stesse problematiche e difficoltà durante i primi anni del viaggio chiamato vita.
Per questo motivo, spesso artisti di questo tipo – e questa età – restano invisi agli adulti e a chiunque sia fuori dal loro target. Chi è cresciuto con il grande pop della fine del secolo scorso o gli immortali gruppi rock del decennio precedente riterrà di basso livello gran parte della produzione contemporanea esterna ai canali mainstream e difficilmente ascolterà qualcosa proveniente da questo sottobosco.
Spero proprio che qualcuno dei lettori si trovi in questa situazione, perché vorrei caldamente consigliargli (o consigliarle) l’ascolto di Ariete.

Ariete allo Specchio: chi è e perché dovrebbe interessarci
Romana di Anzio, classe 2002, Arianna Del Giaccio, nota con il suo nome d’arte di Ariete è cantautrice e compositrice. A queste parole tratte dalla pagina di Wikipedia dedicata all’artista aggiungiamo pure che la giovane è piuttosto talentuosa.
Ariete è esplosa in breve tempo, pubblicando dapprima due EP in rapida successione, subito dopo il compimento dei 18 anni e poi un vero e proprio album, il suo primo, intitolato Specchio e arrivato sugli scaffali dei negozi di dischi – laddove ve ne siano ancora – o sulle piattaforme digitali all’inizio di quest’anno. Molti di noi avranno orecchiato la sua voce quest’estate, quando ha fatto da sottofondo allo spot stagionale del Cornetto. Altri – come chi scrive – l’avranno invece forse ascoltata grazie a uno dei suoi numerosi featuring, incuriosendosi e decidendo di scoprire di più.
La storia di Ariete è simile a numerose altre di quest’epoca: innamorata della musica fin da bambina, fa un provino per X Factor e supera la selezione senza però mai superare la fase successiva, quella dei bootcamp. Ciononostante non si arrende e si affida alla rete, dove sfrutta le possibilità offerte da YouTube per mettersi in mostra, pubblicando sul suo canale quella che è a tutti gli effetti la sua prima traccia, intitolata Quel bar, ad agosto 2019, anticipatrice dell’EP Spazio.
L’anno successivo, compare in Tatuaggi di Psicologi, canzone da disco di platino che le dà modo di acquisire sufficiente notorietà per incoraggiarla a pubblicare il suo secondo EP, 18 anni, alla fine del 2019. Mille Guerre, singolo trainante di quella raccolta, diventa disco d’oro e dà il via a un vero e proprio culto di Ariete tra i – tanti – appassionati di musica indipendente. Specchio esce lo scorso febbraio e apre un anno memorabile per l’artista romana, che culmina con l’ufficialità della partecipazione al Festival di Sanremo 2023, arrivata il 4 dicembre.
Specchio: un solido debutto per Ariete
L’antipasto al primo album di Ariete è stato servito dai quattro sold-out, tra Roma e Milano, arrivati ancor prima che il disco fosse disponibile.
Il lavoro ha tutte le caratteristiche di un album di debutto, in alcune delle 11 tracce si trova un’artista ancora alla ricerca di sé stessa, vuoi perché la sua carriera è all’inizio vuoi perché Ariete non ha che 20 anni. Eppure lo stile musicale appare già chiaro e definito. Le narrazioni adolescenziali sono iper-realistiche e condensate in alcune tracce estremamente orecchiabili, come ad esempio Club, la canzone meglio riuscita, grazie al suo sound ritmato ma sempre pulito.
Altrove, come ad esempio nella intima – e forse per questo meno riuscita – Spifferi, si può ascoltare tutto il talento al piano dell’artista, che pare ancora un po’ acerba per intraprendere melodie più lente e riflessive, pur dimostrando di avere questo tipo di musica nelle sue corde. Probabilmente, Ariete dovrà soltanto attendere qualche anno prima di uscire dai suoi vestiti post-adolescenziali e abbracciare anche sonorità che oggi le sono più lontane.
Immancabili i featuring, che vedono due nomi altrettanto interessanti duettare con Del Giaccio in due pezzi gradevoli: in Cicatrici troviamo Madame, altra protagonista della kermesse sanremese di febbraio, mentre Franco126 collabora con la sua quasi concittadina in Fragili.

Perché ascoltarla?
Giunti a questo punto, qualcuno potrebbe ancora essere scettico. Per quale motivo dovrei ascoltare Ariete?
Diciamo subito che, diversamente da molti altri prodotti che ci vengono proposti in questi mesi e anni, Ariete ha una solida formazione musicale e un orecchio che le consentono di dare una dimensione alle sue canzoni, spesso profonde e ben costruite.
Se parte del merito va riconosciuta ai suoi produttori di Bomba Dischi, è innegabile che il lavoro di composizione dell’artista la ponga a un livello superiore rispetto a quella di svariati suoi coetanei che tralasciano completamente questa parte, dando peso principalmente ai testi e affidandosi sovente a basi anonime, ripetitive e francamente così monotone da divenire noiose, rovinando l’intera traccia. Relativamenta alla produzione di Ariete, ovviamente ancora limitata, questo rischio non si corre.
La musica non è però soltanto melodia e, come ben sappiamo, anche le parole hanno la loro importanza. In quelle di Ariete si trovano una verità e una genuinità tutt’altro che consuete, e non soltanto perché l’artista declina al femminile tutte le sue relazioni amorose. I temi cari ai più giovani vengono raccontati senza filtri e giudizi: semplicemente narrati. Nelle canzoni di Ariete è molto facile ritrovarsi, tanto per chi stia attraversando la sua stessa fase quanto per chi l’abbia già superata ma ne mantenga ancora viva e vegeta la memoria.
Da dove cominciare? Iniziamo con l’ascolto di Ariete dalla sua traccia Castelli di Lenzuola, orecchiabile sottofondo per qualsiasi attività, e poi proseguire con l’ascolto dell’intero album Specchio, il suo lavoro più completo.
Crediti fotografici: Libero Pensiero
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