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Marco Mengoni ha vinto Sanremo.
Penso chiunque potesse aspettarselo: Mengoni si ripresenta come il maestro della canzone sanremese, e soprattutto ottiene il merito di aver battuto Ultimo.
Un’edizione del Festival sottotono rispetto agli anni passati, ma che non ci ha risparmiato da scandali e altro.
Divertenti le critiche infondate su Rosa Chemical, o quelle su un Blanco che ha l’ardire di sparpagliare due fiori sul palco dell’Ariston.
Meno divertenti e più apprezzabili quelle su Angelo Duro, che riesce a sbagliare tutto, con commenti al limite della misoginia esplicita.
Ma su questo, avremo più tempo e spazio in altra sede.

Ma non indugiamo oltre!
Melpot, il sottoscritto, è di nuovo a dare i numeri.
Quindi, che stiamo aspettando? Le canzoni sono 28.
Le pagelle sono pronte, non risparmiano nessuno, e soprattutto non risparmiano la mia carriera.
Voglio aggiungere, prima di iniziare, un voto a un cantante non in gara: a Blanco va un bel 10, che non si esibisce, spacca tutto, e se ne va.
Realizzando un mio sogno personale.

Le Pagelle!
Paola e Chiara – ‘Furore’: 7
Il duo più aspettato a Sanremo: energico, carico, più arcobaleno del pride.
Una buona esibizione, con degl’anni 2000 che tornano in tutta la loro carica.
LDA – ‘Se poi domani’: 6-
Il figlio d’arte che porta alta la bandiera del padre.
Nulla da dire infatti su una performance limpida, chiara e senza problemi.
Peccato per una canzone più soporifera del cloroformio.
Rosa Chemical – ‘Made in Italy’: 7+
Una carica macchiettistica di quanto sia effettivamente Rosa.
Ma che dire: un buon risultato, passa quasi inosservato quanto dica nella stessa canzone.
Divertente, poco sanremese, ma senza sfociare in qualcosa di effettivamente trasgressivo.
Paraculo il giusto, suvvia.
Tananai – ‘Tango’: 5 e 1/2
L’esibizione insomma, un Tananai stufo di un ultimo posto, com meno occhiaie e un viso più pulito punta al cuore del pubblico.
E la novità della sua irreverenza va a fuoco come le palazzine. Ma c’è sempre speranza.
Ma sicuramente in Tango c’è troppo Sanremo. (Ed ho come l’impressione che questa canzone non parli proprio di un* ragazz*… in quel caso il voto si alza a 6)
Levante – ‘Vivo’: 5-
Sulla spirale di un Sanremo libertino, Levante si fa trasportare per metà, rimanendo ancora ancorata a quanto la canzone italiana ci ha abituati.
Che dire, un testo mh, un’orchestrazione un po’ banale ma una buona esibizione.
Madame – ‘il bene nel male’: 5
Madame ripete quanto già proposto a Sanremo, un testo interessante, ma non stupisce particolarmente.
Si poteva fare molto meglio nell’orchestrazione.
Shari – ‘Egoista’: 4
Parte col piano sul palco, e già da lì è meno un punto.
Un nuovo viso che ripropone quanto abbia già fatto dei big, insomma, male.
Colapesce e Dimartino – ‘Splash’: 6
Il duo ormai inseparabile ripropongono la celebre mossa di Magikarp per rovinarci un altro periodo con i rimandi agl’anni ’70.
Bene, ma fin troppo ‘Musica leggerissima’.
Giorgia – ‘Parole dette male’: 4 e 1/2
Una buona esibizione.
E basta. La canzone non ha rimandi, sembra decisamente avere già vent’anni.
Un testo non male.
Articolo 31 – ‘Un bel viaggio’: 4
Una canzone sulla riunione tra i due, sugl’errori e sulla vita.
Insomma, come tutti gli ultimi brani di Ax, al quale si è semplicemente aggiunto Jad.
Lazza – ‘Cenere’: 6
Un brano degno di Sirio all’ariston.
Un ritornello che si sente fatto per l’Ariston, ma tutto sommato nulla è stato snaturato in Lazza, quindi banale ma nessuna delusione.
Sethu – ‘Cause Perse’: 5+
Un po’ Machine gun kelly, un po’ punk rock, un po’ Sanremo.
Un po’ noioso. Ma non troppo.
Modà – ‘Lasciami’: 4
Un grande classico trionfante tra: Chitarre, archi e “EEEEEEEEEEEEEEEEEEE”.
Un ritorno per riproporsi uguali, come gli ex.
Will – ‘Stupido’: 4-
Copio e incollate quanto detto per Shari.
Ma forse ancora peggio.
Cugini di Campagna – ‘Lettera 22’: 5 e 1/2
Una canzone talmente intrisa d’amore da risultare più sincera.
Anche se, sinceramente, mi aspettavo più acuti.
Mr. Rain – ‘Supereroi’: 3
Malus per il pianoforte sul palco.
Malus per brano troppo Sanremo.
Malus per coro di bambini non necessario.
Malus per concetto trito e ritrito.
E con una esibizione che non mi convince.
Coma_Cose – ‘L’addio’: 6
Un buon brano, in perfetto stile Coma_Cose, che racconta una vera relazione, delle sincere emozioni.
Insomma, una reinterpretazione del classico di Sanremo.
Però Fausto, delle lezioni di canto?
Mara Sattei – ‘Duemilaminuti’: 5
Mara Sattei ci prova che anche con i produttori più interessanti del momento si può fare una normalissima canzone per Sanremo.
Un sincero peccato.
Olly – ‘Polvere’: 6-
Qualcosa di carino ma poteva essere più curata la componente orchestrale.
Per il resto ricorda un pochino un Bresh tremendamente velocizzato.
Gianluca Grignani – ‘Quando ti manca il fiato’: 5
Un brano forte, strappalacrime, un po’ come la terribile esibizione di Grignani.
Ho dovuto cercare le parole per poterla capire.
Anna Oxa – ‘Sali’: 4
Quanto detto per Grignani si ripete, ma con una canzone meno all’altezza.
Quei vibrati… aiuto.
Colla Zio – ‘Non mi va’: 6 e 1/2
Un po’ i backstreet boys colorati Pantone, lo stile c’è e gli anni ’90 pure.
Carina, probabilmente la ascolterò un po’ troppe volte in qualche negozio di vestiti.
Ultimo – ‘Alba’: 5-
Ottiene punti solo perché non si è sempre presentato con il pianoforte.
Una performance che mi stucca, pianta e urlata.
Leo Gassmann – ‘Terzo cuore’: 4+
Sanremesissima, ma con un testo abbastanza carino del signor Zanotti.
E mi chiedo perché non l’abbia portata direttamente lui, vista la poca interpretazione di Gassmann.
Elodie – ‘Due’: 7
Una buona canzone, con un buon testo, con una buona performance.
Non all’altezza di ‘Andromeda’, ma va bene uguale.
Marco Mengoni – ‘Due Vite’: 6
Marco Mengoni ritorna con l’Essenziale per riportarsi a casa Sanremo.
E così è stato.
Ariete – ‘Mare di guai’: 5
Performance come il look scelto: discutibile.
Ma abbiamo nuove frasi per i baci perugina.
gIANMARIA – ‘Mostro’: 3+
La direzione non c’è, il ritornello sembra scritto in 2 minuti.
Però ammetto che “sono entrato con la macchina in giardino” mi ha fatto piuttosto ridere.
Il resto, no.
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