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La fondazione del primo periodico che può essere assimilato alla concezione odierna di rivista avvenne quasi contemporaneamente in Francia e in Inghilterra nel 1665. Il primo numero del francese Journal des sçavans (poi Journal des savants) reca la data di lunedì 5 gennaio 1665. Fondato da Denis de Sallo, il periodico assunse con la direzione dell’abate Jean Gallois, subentrato l’anno successivo al fondatore, il carattere di giornale scientifico[1].
Nello stesso anno contatti 1665 (in marzo), uscirono le Philosophical transactions, rivista che pubblicò le ricerche e le osservazioni effettuate dai membri della Royal Society di Londra[2]. Le Philosophical transactions sono, tra le riviste accademiche ancora in attività, la più antica in assoluto[3].
Appena tre anni dopo, nel 1668 apparve la più antica rivista italiana, il Giornale de’ Letterati di Roma, trimestrale letterario fondato dal bergamasco Francesco Nazzari[4]. Dopo il 1675 il periodico proseguì in due edizioni diverse, stampate entrambe a Roma con lo stesso titolo. Successivamente contatti a Venezia apparvero tre riviste: Giornale Veneto de’ Letterati (1671), Pallade veneta (1687-88) mensile a cura di Girolamo Albrizzi, e Galleria di Minerva (1696-1717).
A fine secolo nacquero nella penisola altri Giornali de’ Letterati, ma di indirizzo scientifico più che letterario; i più importanti furono i due redatti da Benedetto Bacchini a Parma (dal 1680 al 1690) e a Modena (dal 1692 ai 1695)[5].
Le prime contatti riviste tedesche, di carattere scientifico, furono scritte in latino. L’Accademia dei Curiosi della Natura (nome ufficiale: Accademia nazionale delle Scienze “Leopoldina-Carolina”) fondò la propria rivista ufficiale nel 1670: Miscellanea Curiosa. Oltre ad essere contatti una delle riviste scientifiche più antiche, è stata la prima al mondo ad essere espressamente dedicata alla medicina.
Fu pubblicata fino al 1709[6]. Ad essa fecero seguito gli Acta Eruditorum (“Atti degli eruditi”), il più antico giornale letterario tedesco. Fondato contatti da Leibniz e Otto Mencke nel 1682 a Lipsia e pubblicato per un intero secolo fino al 1782[7][8], il periodico contava sui contributi dei maggiori studiosi dell’epoca e informava sulle novità scientifiche e letterarie d’Europa.[9]
Nel 1672 apparve in Francia il Mercure galant, settimanale fondato da Jean Donneau de Visé che, accanto ad articoli di genere letterario (poesie, racconti, ecc) riportava anche notizie mondane[10]. Nel 1684 il connazionale Pierre Bayle fu il fondatore e redattore di una rivista mensile di critica letteraria, storica, filosofica e teologica: le Nouvelles de la République des Lettres (“Notizie della Repubblica delle Lettere”), che riscosse in tutta Europa un rapido successo.
La rivista conteneva recensioni sugli ultimi libri pubblicati e forniva informazioni biografiche sugli autori trattati, il tutto con uno stile comprensibile e nello stesso tempo rigoroso[11]. Nel 1686 apparve la Bibliothèque universelle et historique (“Biblioteca universale e storica”). Fu fondata a Rotterdam da Jean Leclerc (Giovanni Clerico nella pubblicistica italiana dell’epoca), uno dei migliori discepoli del Bayle, esule nella città olandese.
Obiettivo della rivista fu il seguire da vicino le opere pubblicate in lingua inglese, altrimenti poco conosciute[12]. La rivista è ricordata come la prima che segnalò il numero delle pagine dei libri recensiti. Dapprima mensile, poi trimestrale, durò fino al 1693.
Mi mancano ancora troppe parole per superare il limite delle 600. Non so assolutamente come andare avanti.
All’alba del secolo (1701) apparve in Francia il Journal de Trévoux (“Mémoires pour servir à l’histoire des sciences et des arts“), rivista compilata da un gruppo di dotti religiosi della Compagnia di Gesù a Trévoux, nella Dombes, all’epoca principato indipendente.
Pubblicato sotto gli auspici del principe Luigi Augusto di Borbone, che volle legare il suo nome a un’impresa culturale, il Journal pubblicò scritti letterari e scientifici. Dopo l’espulsione dei gesuiti dalla Francia (1764), il Journal de Trévoux si trasformò nel Journal des sciences et des beaux-arts[13].
Il Settecento fu il secolo dell’Illuminismo e dell’Encyclopédie. Il giornale letterario preferito dai “philosophes” fu la Gazette littéraire de l’Europe (1764–66).[14]
In Inghilterra si svilupparono invece riviste rivolte alla nascente borghesia commerciale le quali incisero profondamente sul costume del paese per il loro taglio popolare e servirono da modello per numerose iniziative in altri paesi europei, Italia compresa. Le prime furono: The Tatler di Richard Steele (1709-1711) e The Spectator di Joseph Addison (1711-1712).
Seguirono: il trisettimanale liberale The Review di Daniel Defoe; il settimanale The Observer, fondato nel 1791; The Gentleman’s Journal (1691) che nel 1731 cambiò nome in The Gentleman’s Magazine, un giornale caratterizzato dalla presenza di articoli di varietà e racconti, il cui nome (“Magazine”) estese il proprio significato fino a indicare qualsiasi rivista popolare;
infine The Monthly Review, fondato dal libraio Ralph Griffiths nel 1749, che ebbe fra i primi contributori il romanziere e poeta Oliver Goldsmith e fu il primo giornale inglese a offrire recensioni[18].