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In quasi una decade di attività musicale Levante, pseudonimo di Claudia Lagona, ci ha abituati a scelte non artefatte, che parlano di vita vera. Basti pensare a Non me ne frega niente, inno sarcastico al menefreghismo della nostra società o a Tikibombom, portato a Sanremo nel 2020 per celebrare il coraggio di chi si mostra diverso dalla massa. Quest’anno la cantante torna al Festival e condivide con noi uno dei momenti più bui della sua vita.
La canzone di Levante che scardina un tabù
Con la sua solita ricercatezza artistica infrange decenni di stereotipi sulla perfezione della maternità e porta per la prima volta sotto i riflettori dell’Ariston le difficoltà legate alla depressione post partum, un evento drammatico che interessa circa il 10% delle mamme e che molte di loro fanno fatica a raccontare per paura di essere giudicate negativamente.
“In quei momenti difficili avevo solamente voglia di ridere. Sono una persona impaziente e volevo soltanto che passassero velocemente”.
Con queste parole la cantante descrive come è nata l’esigenza di rappresentare quello sfrenato desiderio di liberazione, intrappolato in momenti di pianto. Lo ha definito un “sogno erotico”, qualcosa che voleva ardentemente, ma per cui ha dovuto aspettare, fino a raggiungere la consapevolezza che “la gioia del proprio corpo è un atto magico”.
Serve allenamento per ascoltarlo
Un brano audace, nato dalla semplicità di poche note suonate al pianoforte, ma riempito di parole concitate, che quasi schiaffeggiano l’ascoltatore. Una canzone dal ritmo serrato che richiede un buon fiato per la performance, ma ancor più allenamento per la comprensione, dal momento che non siamo abituati ad avere a che fare con simili tematiche. Il brano è per noi tutti un’opportunità, per affinare l’orecchio e la sensibilità.
Opera Futura
Questo è il primo singolo tratto dal nuovo album di Levante, il cui titolo è un chiaro rimando al nome di sua figlia Alma Futura. Durante il Festival appena concluso la cantante ha ottenuto un ottimo riscontro da parte del pubblico e della critica. Il testo di questa canzone cela, a nostro avviso, la risposta.
Testo
O sorrido o piango
Non so fare altro
Mi emoziono con poco
Gioco ancora col fuoco
Bacio rime, bacio bene, ti bacio dopo
Ho sorriso tanto
Dentro a questo pianto
Ho voglia di credere di poter farcela
A costo di cedere parti di me
Ho voglia di cedere a questa speranza
Per poter credere a tutta la vita che
Vivo come viene
Vivo il male, vivo il bene
Vivo come piace a me
Vivo per chi resta e chi scompare
Vivo il digitale
Vivo l’uomo e l’animale
Vivo l’attimo che c’è
Vivo per la mia liberazione
Vivo un sogno erotico
La gioia del mio corpo è un atto magico
Vivo un sogno erotico
La gioia del mio corpo è un atto magico
O respiro o affanno
Come stare al mondo?
Mi sorprendo con poco
Credo nel Dio che prego
Padre nostro, Padre posso andare in cielo?
Ho il destino stanco
Forse ho corso tanto
Ho voglia di prendere tutto il possibile
Non voglio perdermi niente di me
Ho voglia di credere “nulla è impossibile”
Vorrei provarci per tutta la vita che
Vivo come viene
Vivo il male, vivo il bene
Vivo come piace a me
Vivo per chi resta e chi scompare
Vivo il digitale
Vivo l’uomo e l’animale
Vivo l’attimo che c’è
Vivo per la mia liberazione
Vivo un sogno erotico
La gioia del mio corpo è un atto magico
Vivo un sogno erotico
La gioia del mio corpo è un atto magico
Addio
A tutti i “dovrei”
A tutti i “se poi”
A tutti i miei “perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché?”
Vivo un sogno erotico
Vivo un sogno erotico
La gioia del mio corpo è un atto magico

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