Un’esperienza fuori dal comune
Le ipotesi sull’esistenza dell’aldilà hanno senso quando qualcuno vive e racconta la sua esperienza di premorte. È proprio chi torna che è testimone di una vita che continua. Per questo, seppur le testimonianze sulla vita oltre la vita pullulano, è importante sentirle direttamente da chi le ha vissute.
Questa esperienza arriva direttamente dalla voce di un trentaseienne palermitano che vive in Friuli, che ha visto la morte in faccia e ha voluto condividere la sua esperienza.
Il suo racconto non è del tutto confortante, probabilmente alcune parti sono veri e propri incubi, ma ci sono punti in comune con le altre NDE (near dead experience).

Due vite che scorrono parallele
“Sono un uomo comune a cui è successa una cosa straordinaria.” Così si definisce Francesco di Maggio, un dj che dopo un incidente in moto si è ritrovato in coma.
Siamo in provincia di Udine è il 5 dicembre del 2014, e Francesco, che ha ventisettenne, è in sella alla sua Honda. Poi lo scontro. Mentre l’eliambulanza arriva, i soccorsi si mettono in moto, i parenti si disperano, gli amici pregano, mentre tutto si muove attorno a quello stato comatoso in cui Francesco cade per oltre 6 mesi, lui entra nell’oltre.
La luce bianca verso la vita
L’esperienza nell’oltre di Francesco di Maggio non è tutta rose e fiori, ci sono punti in comune presenti nelle NDE, come la visione della luce bianca, come l’assenza di dolore fisico dopo l’impatto e come il forte cambiamento al ritorno nella vita terrena.
Francesco hai visto anche tu la luce bianca che accomuna tutte le espienze di premorte?
Ho visto un’ immensa luce bianca che sembrava essere in fondo a un tunnel. Mentre percorrevo questo tunnel c’erano persone, se così possiamo chiamarle, che mi venivano incontro e mi dicevano che non sarei dovuto essere lì, e che dovevo tornare indietro. Io però mi opponevo. Rispondevo che volevo andare proprio lì dove c’era la luce. In quel tunnel ho rivisto persone care che purtroppo non ci sono più…
Raccontaci della tua esperienza: qual è stata la prima cosa che ricordi sia successa?
Dopo aver attraversato il tunnel ed essere stato catapultato in un universo parallelo o un’altra vita, lascio a voi la scelta, rimasi stranito da quello che mi stava capitando. Innanzitutto il mio dolore ‘fisico’ era scomparso. Non avvertivo più nulla, il mio corpo era come ritornato indietro nel tempo a prima dell’incidente.
Mi trovavo nel mio mondo, è difficile da spiegare, ma era come se fossi io nella mia vita di tutti i giorni, nel mio quotidiano. Stavo continuando a vivere la mia vita di sempre, ma in maniera strana, diversa e a volte anche molto brutta e difficile. Era come se qualcuno volesse mostrarmi il peggio della vita e cosa può succederti quando il ‘male’ viene a bussare alla tua porta.

Com’è il posto dove sei stato?
Avete presente quando le persone descrivono il Paradiso con fiorellini, uccellini che cinguettano, arcobaleni, angeli che cantano e si tengono per mano e il tutto ambientato tra il cielo azzurro e le nuvole?
Beh il posto dov’ero finito io non mi sembrava affatto così. Non era neanche l’Inferno perché non vedevo diavoli vendicatori e fiamme tutte intorno. Non mi trovavo sottoterra al caldo e torturato. Non vedevo nulla che mi facesse pensare alla Divina Commedia di Dante.
Chi hai incontrato nell’aldilà?
Nell’aldilà ho incontrato mia mamma alla quale chiedevo aiuto mentre ero disteso nel letto immobilizzato…ho rivisto alcuni amici e molte persone che non conoscevo e alcune si comportavano molto male con me.
Com’è l’aldilà?
Il mio aldilà è stato diverso da quello che viene generalmente raccontato da chi vive questo tipo di esperienze…ricordo moltissime cose brutte e la maggior parte delle vicende si svolgevano in un letto di ospedale buio e freddo, ed ero circondato da persone che mi volevano morto… non so se chiamarlo inferno ma il mio la di là non è stato bello.
Al tuo risveglio ricordavi tutto?
Quando mi sono risvegliato i primi giorni non ricordavo nulla…mi vedevo tubi ovunque ma credevo di essere ancora nel famoso ospedale dell’oltre…ma più i giorni passavano e più pian piano iniziavo a focalizzare che ero tornato finalmente alla vita normale. Il recupero è stato lungo ma ho iniziato a capire le cose dopo il terzo/quarto giorno.
Com’è cambiata la tua vita dopo quest’esperienza?
E’ cambiata davvero tanto, apprezzo di più la vita e assieme i due meravigliosi figli, mi godo ogni momento, amo se fuori piove oppure se c’è sole, insomma, mi godo la vita lamentandomi meno.
Hai paura della morte?
Secondo me tutti abbiamo paura della morte perché non sappiamo cosa ci si aspetta nell’aldilà, io sono stato fortunato e ho avuto un dono speciale che mi ha permesso di affacciarmi nell’aldilà per poi tornare di nuovo ‘di qua’. Avrei solo paura di lasciare persone a me care. Ma spero più tardi possibile.
A chi hai raccontato per primo la tua esperienza e qual è stata la sua reazione?
L’ho raccontato subito alla mia compagna, ai miei genitori, agli infermieri. In molti dopo avermi ascoltato si sono commossi.
Hai mai avuto un dubbio che tutto fosse frutto di un sogno? O che fosse dovuto alle medicine?
No, non ho mai dubitato che la mia esperienza non fosse reale. Sono convinto che dopo la morte la vita continui.
Com’eri prima e come sei ora?
Una volta ero sempre di fretta, mi facevo sfuggire momenti che adesso non voglio perdere. Aiuto chi ha davvero bisogno, ascolto le persone e dedico più tempo alle cose, sono più felice e sorridente.
Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?
Mi è stata concessa una seconda possibilità nella vita: quella di poterla vivere.
A cosa è servito tutto ciò?
Dalle risposte di Francesco che mi dà con il suo accento così particolare, che è un mix tra Sicilia e Friuli, si capisce che la sua esperienza nell’oltre è stata diversa da quella vissuta da tantissime altre persone. A cosa è dovuta questa differenza? Forse al fatto che lui si trovasse in uno stato comatoso e avesse solo sbirciato nell’oltre?
Questo limbo potrebbe essere paragonato al purgatorio dantesco? O forse era solo un modo per fare capire a Francesco che nella sua vita era necessario un cambiamento? Di certo si tratta di un’esperienza che porta a far riflettere profondamente, e sicuramente è un’esperienza che ha cambiato il Dj in meglio, che gli ha fatto apprezzare la vita, quella terrena, quella presente. Questo alla fine è ciò che conta davvero.
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