Come una Dea Greca scesa dall’Olimpo avvolta in un etereo e romantico abito bianco, Elisa incanta l’Ariston dopo ben 21 anni dalla sua unica e fortunata partecipazione. Non ha bisogno di molto per riempire la scena, ma “solo” della sua classe ed eleganza, e di quella voce che ti arriva dritta dritta nell’anima, perché Elisa è l’anima: un’anima rara.

Poliedricità e umiltà
Arrangiatrice, polistrumentista, produttrice e un ventennale di carriera che la consacra tra le pagine della storia musicale italiana, scende le scale con quell’umiltà che solo le grandi artiste sanno avere. Si emoziona ancora come fosse ad una delle sue prime esibizioni, ed è un’emozione palpabile, che arriva anche allo spettatore più distratto. Niente di costruito o forzato, ci insegna che per lasciare il segno, non c’è bisogno di fare tanto rumore.
Il richiamo di “Luce”
La presentazione di “O forse sei tu” e il relativo videoclip, sono un chiaro riferimento alla sua “Luce tramonti a Nord Est”. Era il 2001 quando una giovanissima Elisa Toffoli, sempre di bianco vestita, veniva incoronata vincitrice da un’indimenticabile Raffaella Carrà.
Due videoclip a confronto
E poi quel bosco, ambientazione di “Luce”, dove la cantante triestina si rincorreva con Giorgio Pasotti, viene riproposto oggi per il nuovo pezzo sanremese, quasi come fosse uno specchio di quell’Elisa che timidamente, vent’anni fa, muoveva i suoi primi passi nel panorama musicale. Intimista oggi, intimista ieri, il bosco è la rappresentazione di quell’IO che contraddistingue l’anima di Elisa, un’anima rara.
Elisa canta un intimismo raffinato
L’intimismo è quell’espressione di sentimenti e stati d’animo più profondi. Non abbiamo dubbi ad affermare che i suoi testi sono tutto questo, e “O forse sei tu” non è altro che la riconferma di quello stile raffinato che la contraddistingue. Arricchito da una partitura d’archi che poeticamente accompagna le sue corde vocali, Elisa canta l’amore eterno. “E se domani partirai, portami sempre con te, sarò tra le luci di mille città”. In un’epoca di dissacrazione dei valori e annichilita nel profondo, forse abbiamo bisogno di un po’ di poesia. Grazie Elisa.
Il testo completo
Sarà che il tempo poi alla fine proprio non ci sfiora
O forse è solamente il cielo
Quando si colora un po’ di più
O forse sei tu
O forse sei tu
Ti capirei se non dicessi neanche una parola
Mi basterebbe un solo sguardo
Per immaginare il mare blu
E niente di più
E niente di più
E chiedimi tu come stai
Se ancora io non l’ho capito
E se domani partirai
Portami sempre con te
Sarò
Tra le luci di mille città
Tra la solita pubblicità
Quella scusa per farti un po’ ridere
E io sarò
Quell’istante che ti porterà
Una piccola felicità
Quella stupida voglia di vivere
Sempre
Sempre
Sarà che tra tutto il casino sembra primavera
Sarà che la vertigine non mi fa più paura
E guardo giù
O forse sei tu
O forse sei tu
E chiedimi tu come stai
Se ancora io non l’ho capito
E se domani partirai
Portami sempre con te
Sarò
Tra le luci di mille città
Tra la solita pubblicità
Una scusa per farti sorridere
Sì che sarò
Quell’istante che ti porterà
Una piccola felicità
Quella stupida voglia di vivere
Sempre
Mille volte
Ti ho cercato
Ti ho pensato
Un po’ più forte
Nella notte
Ancora
Mille volte
Quella musica risuona in ogni parte
Nella notte
Forse sei tu
Tra le luci di mille città
Tra la solita pubblicità
Quella scusa per farmi un po’ ridere
Forse sei tu
Quell’istante che mi porterà
Una piccola felicità
Quella stupida voglia di vivere
Sempre
Sempre
Sempre
Quella stupida voglia di vivere