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Bengala Fire

Bengala Fire: tanto britpop a X Factor 2021, forse troppo

Manuel Agnelli ha un progetto preciso per la sua ultima band rimasta in gara. I Bengala Fire sono davvero i re italiani del brit-pop?

Questo articolo è il numero 7 su 13 nella serie X-Factor 2021

Il quarto Live

I Bengala Fire, a dispetto del primo Live, stanno affrontando ogni classifica di gradimento a testa alta, puntata dopo puntata. L’ultimo appuntamento su Sky Uno ha previsto addirittura la cosiddetta “giostra”: un giro di inediti seguito immediatamente da un’eliminazione netta tramite televoto. Mattia Mariuzzo (detto Mario) e i suoi compagni hanno guadagnato l’accesso al quinto Live, superando la doppia eliminazione di giovedì scorso.

Bengala Fire
Bengala Fire

Manuel Agnelli, coach della band, ha un’idea ben precisa per i suoi artisti: proporre il britpop in Italia. Qui ritorna il discorso dello stesso giudice sull’identità artistica: nel mio articolo sul terzo Live di X Factor 2021 avevo già fatto il nome della band, forse unico gruppo di concorrenti che non ha scelto la via della sperimentazione, preferendo un unico genere. Questa scelta, tuttavia, se da un lato regala omogeneità e coerenza alla band, dall’altro toglie l’opportunità di mostrare altre possibilità ed eventualmente altre abilità dei Bengala Fire: questo, dopo tanto tempo, inizia a non convincere più i giudici.

Fake britpop

Sin dalle audizioni, i Bengala Fire si sono presentati come una brit band. Il britpop, per chi non lo sapesse, è un genere britannico che si definisce a metà degli anni ’90, strettamente imparentato con l’alternative rock. Diventa un vero e proprio movimento culturale che, ben presto, si diffonde anche negli Stati Uniti. Suede, Blur, Oasis, Pulp sono sicuramente le band pioniere più note.

I concorrenti della squadra di Agnelli hanno sempre proposto brani appartenenti a questo genere, a cominciare dall’inedito “Valencia” che aveva gettato i primi segni di incertezza al tavolo dei giudici. Mika, infatti, non li ha mai apprezzati appieno, criticando in primis un accento di Manchester palesemente forzato, quasi scimmiottato. Nulla da ridire, invece, sulla band in sé, coesa e con eccezionali doti musicali, oltre ovviamente all’incredibile voce del frontman.

Nel corso delle puntate i Bengala Fire si sono esibiti con una serie di brani particolarmente apprezzati dal pubblico. Ricordo con molto piacere la cover di “Making Planes for Nigel” degli XCT. Una piacevolissima esibizione, soprattutto a livello visivo, che ha saputo regalare ulteriore coesione ed organicità ai quattro artisti.

Cosa continua a non convincere?

Un’esibizione del genere, così come le altre in realtà, rischia di risultare un prodotto fin troppo “costruito”. Non è solo l’accento studiato ad arte ad essere un problema: la stessa attitudine sul palco sembra essere una sorta di recita. I Bengala Fire tendono a non essere considerati un’autentica brit band ma, semplicemente, un’imitazione di artisti già noti nel panorama musicale. Il loro essere particolarmente omogenei, dunque, si scontra con l’apparente scarsa genuinità del loro lavoro. Qui non si parla solo di aderire ad un genere preciso – operazione più che lecita – ma si tratta di voler impersonare un certo tipo di band assorbendo ogni comportamento, compresi i numerosi cliché, con l’unico risultato di “atteggiarsi” ad esso.

Bengala Fire
I Bengala Fire si esibiscono sul palco

Qualcuno, a questo punto, potrebbe dire che fare spettacolo significa anche questo: gli artisti sono anche personaggi che mettono letteralmente in scena la propria esibizione. Fino a che punto, però, questa sorta di finzione convince i giudici e, soprattutto, rispecchia lo spirito originario di un talent show come X Factor?

Nessun progresso per i Bengala Fire

Vediamo cosa è successo durante il quarto Live. Manuel Agnelli ha scelto per i Bengala Fire l’ennesimo brano britpop. Nulla di nuovo rispetto alle esibizioni precedenti; addirittura l’impostazione a livello scenografico sembra ripetere uno schema già visto. La quarta puntata ha dato luogo ad una serie di riflessioni che hanno coinvolto moltissimi concorrenti. La band Le Endrigo, ad esempio, si è ritrovata nuovamente nell’occhio del ciclone. Il continuo cambio di brani e di generi lascia un dubbio sostanziale: chi sono Le Endrigo?

I giudici stavolta hanno espresso chiaramente le loro volontà: cercano artisti che, qualunque cosa facciano e qualunque brano cantino / suonino, lascino il segno, mostrando quei caratteri fondamentali che possano ricondurre ad essi qualsiasi esperimento musicale. È il caso di Baltimora, concorrente nella squadra di Hell Raton. Il suo percorso artistico si sta evolvendo puntata dopo puntata, sperimentando brani e generi che possono godere di una produzione tutta nuova (opera dello stesso concorrente). La sua impronta è distinguibile; siamo di fronte ad un talento che, potenzialmente, potrebbe portare sul palco qualsiasi brano in qualsiasi chiave: esso griderebbe “Baltimora” in ogni caso.

Bengala Fire
Baltimora sul palco di X Factor

Manuel Agnelli non sceglie questo tipo di percorso per i Bengala Fire. Intraprendere sempre la stessa strada si sta rivelando un punto a sfavore. Il resto della giuria, a questo punto della gara, vorrebbe che la band potesse dimostrare qualcosa in più. Addirittura, per loro, si è parlato di un vero e proprio passo indietro.

Ciononostante, sembra che questi concorrenti siano entrati nei cuore del pubblico. Riusciranno a stupire la giuria giovedì prossimo? Per scoprirlo vi invito a guardare il quinto Live di X Factor su Sky Uno o in streaming su NOW TV. Nel frattempo vi aspetto con il mio prossimo articolo qui su Where Magic Happens.

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