Marracash è tornato
Un terremoto ha colpito tutti i nostri social.
Lo scorso mercoledì Fabio Rizzo, in arte Marracash, ha annunciato l’imminente uscita del suo nuovo album: ‘Noi, Loro, Gli altri’.
L’internet, davanti a questo annuncio solo due giorni prima dell’effettivo lancio, è impazzito.
Foto, pensieri, critiche, pregiudizi, fioccavano ovunque.
Due giorni ricchi di indiscrezioni, culminati in un ascolto generalizzato e ‘nazional-popolare’ del disco.
Qualche oretta di tranquillità per l’ascolto, poi un fiume di commenti si è abbattuto sopra tutti i social.
Chi ama, chi odia.
Nulla da fare: tutti ascoltano il King Del Rap.
Ma tutto questo hype per?
Aspettavo anche io con molta curiosità il nuovo progetto, e le mie aspettative non sono state completamente deluse: ‘Noi, Loro, Gli altri’ è un ottimo disco, anche si contassero unicamente le produzioni.
Le canzoni rimangono nello stile che va delineandosi nella carriera di Marracash post ‘Status’, con basi estremamente maestose e orchestrali, e testi ricchi di sperimentazioni tra flow e giochi di parole.
Ma questo basta? Abbiamo davanti il miglior album dell’anno? Un capolavoro? Una pietra miliare?
No.
Un buon prodotto e fruibile, ma a contenuti le idee latitano.
‘NLgA’ non è altro che un sequel di Persona, senza troppe innovazioni.
Tutti questi sacrifici per?
Marracash parlava di notti insonni, idee vorticose e un periodo difficile che ha anticipato questo album.
Lo stesso percorso che ha separato ‘Status’ e ‘Persona’, periodo di buio facilmente immaginabile ascoltando quest’ultimo disco, che ha plasmato la stessa arte di Marra, rendendolo un’icona immortale del rap italiano.
NLgA non si avvicina neanche a tutto questo, che invece di concludere un percorso lo ripete, ribadisce quanto già è stato detto, nonostante il concept opposto.

Marra si ripete
Il problema fondamentale con quanto viene descritto, è che oltre a venire replicato, è anche immensamente semplificato.
Dai problemi intimi, personali e complessi dell’anatomia umana si arriva alla descrizione di una realtà composta da persone vere o finte, senza altro da aggiungere.
Non importano gli ideali che puoi avere, l’unica cosa che importa è crederci.
L’appartenenza diventa quindi fondamentale, come viene anche precisato dallo stesso Marracash in un’intervista per Rolling Stone.
“Io posso parlare di galera perché conosco chi ci è andato. Elodie può parlare di gay perché lo sono persone della sua famiglia”
-Marracash intervistato da Rolling Stone
Questo tipo di ragionamento è estremamente pericoloso: seguendolo nessun bianco avrebbe dovuto partecipare a dei cortei sul Black Lives Matter, e nessun etero avrebbe dovuto partecipare ai movimenti favorevoli al DDL Zan.
Un attacco a chi è inattacabile
Capisco però perché Marracash si esprima in questo dato modo: tutto è per posizionarsi in modo antitetico al suo collega Fedez, tra cui da anni non scorre buon sangue.
Il problema, per quanto capibile la rabbia di Fabio nei confronti di Federico, è che quest’ultimo è in una posizione talmente banale e facilmente condivisibile che diventa impossibile attaccarlo per le idee che esprime nei suoi brani e nei suoi social.
Perché, ovviamente, nessuno tra me e Marra è contrario a ciò che esprime il rapper milanese, ma alla commercializzazione di queste.
Ma questa, in fin dei conti, è soltanto una nostra supposizione data dai tempi, in realtà, indimostrabile.
Alla fine, che importa? Non è onorevole guadagnarci sopra, ma almeno la direzione di Fedez è giusta, che il personaggio piaccia o meno.
Vittoria di chi?
Quindi ci si deve tassativamente arrendere, e invito Marracash a ripensarci, gli altri alla fine sono persone, più complessi di veri e falsi.
Fedez invece, continua a risultare in una posizione inattaccabile, volendo cose talmente condivisibili da non essere possibilmente criticabili da nessun sano di mente. Sarebbe perciò interessante sentirlo esprimere su altro, o se si potesse avere un vero e proprio dibattito tra i due.

Se per ”gli altri” Marracash identifica, quindi, soltanto Federico direi che siamo messi parecchio male King del Rap.