Il paradosso di Manuel Agnelli
Il frontman degli Afterhours aveva introdotto la questione di identità artistica sin dalle audizioni. Vi ricordate quando vi ho parlato delle pochissime donne degli Home Visit? Nava, l’artista persiana, era stata scartata dallo stesso Manuel Agnelli perché peccava di scarsa poliedricità. La ricerca, secondo il giudice, doveva favorire quei talenti capaci di mettersi in gioco in più generi, dando modo di sperimentare cose nuove. Un discorso che, per la gara di X Factor, ha certamente senso ed è assolutamente più che legittimo.
Cosa è successo, però, nel terzo Live di X Factor 2021? Abbiamo già detto che, dalla scorsa puntata, l’atmosfera è diventata meno pacifica. I giudici, forse un po’ per strategia, trovano davvero il pelo nell’uovo per poter contestare o, in certi casi, demolire i concorrenti degli altri coach. Giovedì scorso, Agnelli ha messo sul piatto il tema dell’identità che egli stesso aveva inaugurato, ribaltando totalmente ciò che finora era stato detto e preso per buono. Quali artisti hanno spinto il giudice a stravolgere tutte le carte in tavola?

Alla ricerca dell’identità perduta
Sky Uno e il canale ufficiale di X Factor Italia avevano preannunciato una doppia eliminazione. Inizialmente l’ascolto e il download degli inediti dei concorrenti su Spotify avrebbe dovuto decretare il primo escluso o la prima esclusa dalla gara. Una comunicazione ufficiale sul profilo Instagram, prima della messa in onda, ha informato il pubblico di azioni poco eque avvenute sui social per promuovere i brani. I quattro artisti al ballottaggio sono stati scelti esclusivamente tramite televoto. Vale LP e i Karakaz hanno concluso il loro percorso. C’è da dire che, nel loro caso, la posizione di sfavoriti non è stata una novità.
Al ballottaggio, per la prima volta, abbiamo trovato anche Le Endrigo, primo spunto per Manuel per parlare di identità e di personalità. In questa puntata hanno portato sul palco una cover un brano di Bianconi, “Certi uomini”, dal testo sicuramente molto profondo.

Le parole di Agnelli sono molto chiare.
“Avete fatto una prima puntata in mutande facendo un “singolone paracul”, poi avete fatto la seconda puntata con un pezzo di Raffaella Carrà e adesso siete vestiti di nero e fate un pezzo con un testo molto impegnato. […] Però chi siete voi delle tre Endrigo che abbiamo visto? È un po’ schizofrenica la cosa, io vorrei riuscire a capire se c’è poi un risultato di questi ingredienti e quale risultato è, perché per adesso sembrate inseguire quasi il consenso. […] Dovete avere la personalità vostra, bella, netta, precisa.“
Manuel Agnelli
Un’implicita critica più o meno negata anche nei confronti di Emma, la coach della band, la quale sembra essere entrata nel mirino del giudice. Anche a Vale LP, infatti, altra artista della squadra della Marrone, viene chiesta un’identità precisa. Riporto ancora le parole del giudice.
“Hai fatto bene a provare a fare una cosa diversa da quella che hai fatto in passato, però io ti trovo molto più interessante quando fai musica veramente di derivazione popolare. […] Se è stato un esperimento hai fatto bene a farlo, preferirei che tu rimanessi o che sviluppassi un altro tipo di percorso.”
Una dichiarazione molto buffa – diciamo così – se pensiamo al fatto che Vale LP si sia presentata come una rapper. Il suo inedito “Cherì” non ha nulla a che vedere con quel tipo di musica popolare. Quello che la scorsa settimana era stato il vero esperimento è diventato l’identità univoca che Agnelli vorrebbe per la concorrente di Emma.

Il talent show dell’incoerenza
È evidente, a questo punto, che Manuel Agnelli abbia completamente cambiato rotta rispetto alle fasi di selezione. Ne sono testimonianza una delle sue band, i Bengala Fire. Continuo bersaglio di Mika per aver adottato un accento di Manchester e per il rischio di emulare famosi gruppi britannici, si sono presentati alle audizioni come amanti del genere britpop. Il loro coach ha deciso fin da subito di cavalcare quest’onda, apprezzando appunto l’adesione ad un unico genere, potendo così intraprendere un percorso delineato e preciso.
Questo sembra andare contro quello che è sempre stato il proposito di un talent show come X Factor. Il percorso all’interno del programma si è sempre rivelato un mezzo per sperimentare brani e generi, facendo spaziare gli artisti, con l’obiettivo di trovare un’identità, senza l’obbligo di possederne già una. È un tasto dolente di cui avevo già scelto di parlare in occasione dei Bootcamp: il palco è un trampolino di lancio o una vetrina? I talenti devono essere già formati, già consapevoli o possono trovare nuove strade durante questo viaggio? Il discorso di Manuel, di per sé già limitante, pur trovando ora una certa coerenza, risulta contraddire ciò che finora X Factor ha sempre rappresentato.
Quali saranno gli artisti che dovranno affrontare i duri pareri della giuria giovedì prossimo? Lo scopriremo qui su Where Magic Happens.