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Dimmi cosa sogni e ti dirò come ti svegli
Se la notte facciamo un incubo è del tutto normale che durante il giorno non siamo di buon umore. Per contro, se facciamo un sogno particolarmente bello, questo si ripercuoterà positivamente per il corso della giornata. I sogni influenzano il nostro umore, questa è la conclusione che porta la correlazione bei sogni – good vibes, brutti sogni- bad vibes. Ma è proprio così? E’ il sogno che influenza il nostro stato d’animo o è il contrario? In realtà sono vere entrambe le affermazioni. Vediamo il perché.
Se stai male sogni male
La correlazione tra ciò che sogniamo ed il nostro stato d’animo è stata appurata da diverse ricerche. Dagli studi è emerso che chi, ad esempio, soffre di depressione è più incline a fare incubi, mentre chi è, ad esempio, affetto da disturbo bipolare, passa dal fare sogni neutrali o negativi al fare sogni strani a seconda delle fasi della patologia (depressiva e maniacale).
Un forte trauma o un periodo di stress possono provocare incubi terribili. Vista sotto questa ottica sembrerebbe che siano gli stati d’animo a condizionare i sogni.
Come il sogno influenza le percezioni
In alcuni casi i sogni riescono ad influenzare il nostro modo di percepire particolari situazioni, lo fanno attraverso l’inconscio che ci trasmette messaggi che il nostro conscio non riesce ad accettare. Potrebbe, ad esempio, riguardare un desiderio soffocato o censurato, che dopo essersi palesato in sogno ci porta a modificare il nostro comportamento nei confronti di una persona o a mettere in discussione diversi aspetti della nostra vita.
Dèi, inconscio e psiche
Nelle popolazioni primitive e nelle primissime civiltà era diffusa la credenza che i sogni fossero viaggi dell’anima nel mondo soprannaturale o, ancora, che fossero messaggi inviati dagli dèi. Ad esempio per i Sumeri il dio dei sogni era Mamu mentre nell’antica Babilonia era Makhir, nella civiltà accadica c’era invece Zaqu un demone notturno che provocava in cubi e dei sogni malefici. Ad ognuno il suo dio insomma.
In seguito Aristotele e Artemidoro di Daldi, iniziarono a sostenere che l’origine dei sogni era nell’uomo stesso, nella sua anima, che all’epoca era intesa quasi come una sostanza fisica.
In epoca romantica è stato poi scoperto l’inconscio, ed i sogni sono stati ricollocati in una sorta di abisso oscuro. Con Freud nasce infine la psicologia del profondo che mette tutti d’accordo: i sogni provengono dalla psiche quindi dall’uomo e non dall’esterno. Il loro carattere, considerato per certi versi ‘soprannaturale’, dipende dal fatto che i sogni derivano dalla parte inconscia della psiche, avvertita come oscura, poiché non si trova alla luce del sole.
Il sogno è uno specchio

Secondo Freud le condizioni che portano alla comparsa di un sogno possono essere suddivise tra fattori scatenanti e la sorgente vera e propria che produce il sogno. I fattori scatenanti si suddividono in stimoli fisici interni o somatici, stimoli fisici esterni, processi o contenuti psichici interni, eventi o processi psichici esterni, ambientali, ossia delle persone con cui il sognatore vive a stretto contatto.
Per quel che concerne invece la fonte da cui scaturiscono i sogni, riporto un pensiero di Freud
L’oscurità che nasconde il nucleo del nostro essere alla nostra conoscenza e l’oscurità che circonda l’origine dei sogni coincidono troppo bene per non essere messe in relazione
Freud
Secondo Jung, questo nucleo è una sorta di ‘intelligenza superiore’, è il ‘Sé’, il centro regolatore della totalità della psiche.
In ognuno di noi vi è un altro, che noi non conosciamo e che ci parla attraverso il sogno, comunicandoci come egli ci veda diversamente da come ci vediamo noi .
Jung
Attraverso il sogno, quindi, il centro interiore ci fornisce una sorta di specchio attraverso il quale possiamo osservarci e cogliere quegli aspetti di noi che normalmente non vediamo e non consideriamo.
Secondo questa concezione il sogno è quindi una sorta di auto rappresentazione della situazione attuale dal punto di vista dell’inconscio e rappresentata in forma simbolica, quindi dal sogno si evince quella che è la situazione psicologica del sognatore.
Una notizia bella ed una brutta

La conclusione è scontata: se stiamo bene facciamo sogni belli, altrimenti li facciamo brutti. Beh non è esattamente cosi. Spesso pensiamo di stare bene ma in realtà stiamo soffocando qualcosa che il nostro inconscio ci propina sotto forma di sogno. Quindi, potenzialmente, anche in un periodo apparentemente sereno potremo fare sogni angoscianti che, a loro volta, possono provocare malumori durante la giornata.
La bella notizia è che può accadere anche il contrario ossia un bel sogno che ci arriva cosi da niente in un periodo apparentemente piatto della nostra vita e che ci mette il buonumore. Un sogno che può essere un messaggio da parte dell’inconscio oppure che può arrivare da qualcun altro è da un altro posto. Da chi? Da dove? Non lo so. Il bello del mondo dei sogni è che non tutto si può spiegare semplicemente perché non c’è spiegazione.
Potrei dire che il sogno bello te lo manda la tua bisnonna dall’aldilà perché ti vede giù di morale, oppure che è un sogno premonitore o, ancora, che è il tuo inconscio che vuole farti vedere quanto è bella la vita. Non importa perché arriva, né chi lo manda. L’importante è che arrivi e che ci risolva la giornata.
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