Ci sono cose che non si possono dimenticare: tipo gli incubi
Se è facile dimenticare i sogni è impossibile dimenticare gli incubi, almeno nell’immediato. Perchè ci lasciano una sensazione di angoscia che generalmente ci tiene compagnia per tutta la giornata dopo, ovviamente, averci rovinato il sonno. Tutti ne abbiamo fatti e tutti ne rifaremo, gli incubi notturni sono democratici: colpiscono senza fare distinzioni di sesso, età, ceto sociale, razza. Ma cosa sono e, soprattutto, cosa vogliono da noi?
Quando si parla di incubi notturni ci si addentra nel tema delle parasonnie, disturbi non patologici del sonno caratterizzati da comportamenti anomali o da eventi fisiologici. Tra le parasonnie, oltre agli incubi, troviamo il terrore nel sonno, il bruxismo, il sonnambulismo. Sono tutte perturbazioni che disturbano il sonno e, conseguentemente, anche la vita diurna. Quando si dorme poco e male ne risente la qualità della vita, ne risentono l’umore e la capacità di concentrazione.
Se dico incubo dico vampiro

Nell’antichità si pensava che gli incubi fossero causati da stregonerie che facevano si che creature malefiche si appoggiassero al petto del dormiente. Il termine incubo deriva infatti da ‘incubare’, atto che richiama l’immagine dello spirito maligno che cova sul petto del dormiente.
L’incubo è un elemento ricorrente in tutti i contesti culturali e presenta tratti tipologici affini. A partire dal Medioevo gli incubi hanno popolato l’immaginario occidentale e, a seguito di un lungo percorso, si sono tramutati, nel XIX secolo, in una figura di enorme successo che è diventata l’icona simbolo degli incubi: il vampiro.
Confrontando i modelli figurativi che rappresentano gli incubi a partire dalle miniature medievali, ai dipinti del XVIII secolo, fino alle inquadrature scelte dai registi del secolo XX, e passando anche per i fumetti di Dylan Dog, si può attestare costante presenza della figura fantastica del vampiro. Oggi, per fortuna, ci siamo razionalizzati e abbiamo compreso che, no, non c’è nessun vampiro e non c’è nemmeno nessuna creatura malefica che ci comprime sul petto. Abbiamo capito, anche grazie all‘interpretazione freudiana dell’incubo, che le origini di questo disturbo del sonno sono totalmente diverse.
Quella manciata di minuti che ti rovina la nottata
Gli incubi notturni sono caratterizzati dai risvegli dal periodo di sonno principale e dal ricordo dettagliato e vivido di sogni prolungati e terrificanti, generalmente minacciosi, spaventosi o stressanti che minano alla sopravvivenza, alla sicurezza o all’autostima. Gli incubi si verificano durante la fase REM quando il cervello è particolarmente attivo ed arrivano a svegliare di soprassalto il sognatore.
Generalmente, e questa è la bella notizia, la loro durata è breve, di circa 4-15 minuti, ma di solito, dopo che ci si risveglia da un incubo, non ci si riaddormenta più (questa, invece, è la brutta notizia). I risvegli avvengono solitamente nella seconda metà del periodo di sonno. Al risveglio si è quasi immediatamente lucidi, orientati e vigili e si è in preda ad uno stato di angoscia ed agitazione. Si tratta di un disturbo che riguarda tutti ma che è prevalente nei bambini in età prescolare, tra i 3 e i 5 anni.
Ci hanno promesso che i sogni possono diventare realtà, ma hanno dimenticato di dirci che anche gli incubi sono sogni
Oscar Wilde
Non è sempre colpa della carbonara
Ma perchè facciamo gli incubi? Quando si fa un incubo si tende a dare la colpa alla cena pesante della sera prima. La cattiva digestione può certamente essere una causa in quanto rende più attivo il cervello. Ma ci sono altre cause fisiologiche e psicologiche che favoriscono gli incubi notturni. Ad esempio l’irregolarità del ritmo sonno-veglia, la carenza di sonno, le apnee notturne, l’abuso di alcool, l’uso di antidepressivi. Ma anche la febbre alta può favorire gli incubi. Tra le cause psicologiche ci sono lo stress e la depressione. In tal caso l’incubo è un chiaro segnale di un nostro disagio interno.
Gli incubi possono infatti avere una correlazione con le situazioni che ci accadono durante la veglia. In particolare si possono verificare in caso di disturbo da stress post-traumatico. In questa occasione si palesano come flashback o immagini collegate ad eventi traumatici: si rivive la scena che ci ha traumatizzato. Analizzarne il contenuto può sicuramente fornire indizi sul cosa ci preoccupa, su cosa di spaventa o su cosa dobbiamo metabolizzare. In questa ottica l’incubo può essere visto come un modo usato dal nostro inconscio per elaborare le emozioni e consolidare la memoria. Una sorta di risposta emotiva alla paura e agli eventi traumatici, ma anche un modo per superare un trauma.

Non chiamateli brutti sogni: sono incubi
Non si devono confondere brutti sogni ed incubi, perchè sono due cose completamente diverse. Le caratteristiche dell’incubo notturno sono ben chiare e facilmente distinguibili: angoscia, ansia, terrore accompagnati da palpitazioni e intensa sudorazione. Gli incubi sono particolarmente realistici e provocano il repentino risveglio del soggetto. La differenza principale sta proprio qui: nel fatto che dall’incubo ci si sveglia all’improvviso mentre il brutto sogno non porta ad un brusco risveglio. Il brutto sogno è semplicemente un sogno che non ci piace, che fa emergere aspetti che non vogliamo vedere, che ci racconta cose scomode, non piacevoli. L’incubo è paura, terrore, angoscia, malessere.
Fece costruire a sua moglie una stanza da letto senza finestre in modo che i pirati dei suoi incubi non avessero da dove entrare.
Gabriel Garcia Marquez
Incubo Vs terrore nel sonno
Oltre che con i brutti sogni si tende a confondere gli incubi anche con il pavor nocturnus,il terrore nel sonno. Ma le due cose sono differenti. Gli incubi si manifestano durante il sonno REM, mentre i terrori notturni sono tipici del sonno profondo non-REM. Prima del risveglio dagli incubi il sognatore emette qualche suono o può muoversi involontariamente, ma è raro che si attivi il sistema nervoso autonomo, con palpitazioni, sudorazione eccessiva, rigidità muscolare e respiro accelerato. Questi meccanismi si verificano invece con il terrore nel sonno, caratterizzato anche dalla paralisi notturna.
Al risveglio da un incubo la persona è lucida orientata e consapevole di quanto accaduto, mentre dopo il pavor nocturnus la persona è disorientata. L’incubo rimane vivido anche il giorno seguente, ed il terrore del sonno è associato ad un’amnesia parziale o totale. Gli incubi si manifestano generalmente nella seconda metà della notte, al contrario dei terrori del sonno che sono più comuni nella prima metà della notte.
Quando gli incubi sono ricorrenti
Fare un incubo una tantum è accettabile: una notte in bianco ed una giornata un po’ ricoglioniti ed angosciati ci può anche stare. Il problema sussiste quando gli incubi sono frequenti. In tal caso si può veramente rischiare una compromissione importante della qualità della vita, dell’umore, delle normali funzionalità. Se il fenomeno è frequente è opportuno rivolgersi al medico.
Ci sono però degli accorgimenti da adottare che possono limitare il verificarsi degli incubi notturni. In primis è bene non modificare, quando possibile, gli orari del sonno e prendersi il giusto tempo per dormire. Prima di addormentarsi è opportuno rilassarsi con metodi personalizzati (la lettura di un libro, le tecniche di respirazione, un bagno rilassante), è inoltre consigliato evitare l’assunzione di sostanze eccitanti, ed è sicuramente benefico creare un ambiente confortevole che presenti pochi stimoli (evitare luci forti, suoni forti etc).
Mal comune mezzo gaudio
L’incubo, anche se con le migliori intenzioni, ci destabilizza e, nonostante l’abbiamo capito, compreso, razionalizzato, continua ad avere quella componente mistica che pare subordinata ad eventi divini e soprannaturali. La matrice ancestrale dei fenomeni emotivi che si materializzano nell’incubo, oltretutto dimostrata dal pensiero di Freud, ci fa capire come questo fenomeno psicologico sia una costante dell’umanità: tutti da sempre facciamo gli incubi.
Non ci resta che consolarci con il classico ‘commune naufragium, omnibus solacium‘ ossia ‘mal comune mezzo gaudio‘ e magari con una camomilla. D’altronde, non è che possiamo smettere di sognare perchè abbiamo avuto un incubo.