A certain ratio

Con un certo ritardo, gli A Certain Ratio (1979-1982)

Breve storia del gruppo

di Niccolò Bargellini

Un’altra creatura di Tony Wilson

Proseguendo la nostra serie informale sull’ecosistema di gruppi gravitante intorno alla Factory Records di Manchester, non possiamo senz’altro non menzionare gli A Certain Ratio. Tra le prime band a firmare per la Factory di Tony Wilson, gli A Certain Ratio debuttarono nel 1979 con il singolo ‘All Night Party’. Sebbene dalla formazione variabile, il gruppo ruota fondamentalmente intorno a Simon Topping (voce), Peter Terrell (chitarre ed elettronica), Jez Kerr (basso e cori), Martin Moscrop (chitarre e tromba) e Donald Johnson (batteria). In seguito al notevole successo del loro singolo d’esordio, il gruppo riesce a partecipare alle rinomate sessions di John Peel per BBC Radio 1, un ottimo trampolino di lancio per artisti emergenti inglesi.

a certain ratio jez
Jez Kerr

Cimiteri e sale da ballo

Forti del successo iniziale, gli A Certain Ratio pubblicano il loro primo album, ‘The Graveyard and the Ballroom’ (1980), esclusivamente in formato musicassetta. Il bizzarro titolo, traducibile come ‘il cimitero e la sala di ballo’, deriva dai Graveyard Studios di Manchester e dall’Electric Ballroom di Londra, luoghi dove furono registrate le due parti dell’album: la prima parte è un normale lavoro in studio, la seconda è invece registrata dal vivo direttamente dal mixer (no, non sentirete applausi ma solo qualche ronzio qua e là).

L’album sdogana completamente il dance-punk (basta la opener ‘Do the Du’ per capirlo), già una realtà a partire dalla celebre ‘Heart of Glass’ (1978) dei Blondie: con un senso del ritmo fortemente influenzato dal post-punk, il gruppo sa anche creare dei momenti di pura musica gotica come in ‘Flight’, grazie anche alla voce da bardo-crooner di Topping. Dopo la pubblicazione, al gruppo si aggiunge la cantante Martha Wilson, lasciando più spazio a Topping per dedicarsi alla tromba.

a certain ratio graveyard ballroom

A ciascuno il suo

Nel 1981, gli A Certain Ratio pubblicano ‘To Each…’, il loro secondo album e primo a essere stampato in vinile. Diversamente dal primo, le sonorità più tendenti al mondo dance vengono momentaneamente messe da parte per dare spazio alle trombe di Moscrop e Topping. ‘Forced Laugh’ sembra una bizzarra unione tra ‘Carnage Visors’ dei Cure e sprazzi di jazz latino-americano mentre ‘Back to the Start’ deflagra nell’afrobeat, sulla scia delle sperimentazioni dei Talking Heads dell’epoca.

Chiude l’album la jam tribale di 12 minuti ‘Winter Hill’, a riprova che il disco punta sull’accostare generi diversi a una base post-punk che evidentemente è troppo limitante per le intenzioni dei nostri. Mentre si ascolta il disco, è difficile non notare certe reminiscenze del sound dei Joy Division, del resto il produttore è il solito, Martin Hannett, e la voce baritonale di Topping è la più vicina a quella di Ian Curtis. Per quelli che non considerano ‘The Graveyard and the Ballroom’ come un vero e proprio album ufficiale, ‘To Each…’ si rivela proprio come un esordio col botto.

a certain ratio to each

Un sestetto con le idee chiare

Nel 1982, gli A Certain Ratio pubblicano ‘Sextet’, non più prodotto da Martin Hannett ma dal gruppo stesso. Il gruppo incorpora sonorità funky ed elettroniche, basti sentire ‘Lucinda’ e ‘Knife Slits Water’. ‘Skipscada’ sembra una sorta di jazz vocale, quasi un pezzo da cabaret, ambientato in un improbabile carnevale a Rio. Chiude l’album ‘Below the Canal’, una jam jazz-fusion in stile Weather Report. Forse strizzando più l’occhio alla scena commerciale dell’epoca, ‘Sextet’ porta comunque avanti l’eclettismo già proposto nel precedente ‘To Each…’, ed è un enorme (e meritato) successo di critica.

a certain ratio sextet

La rivincita di una città operaia

Gli A Certain Ratio sono l’ulteriore conferma di quanto fosse stimolante e gravido di novità l’ambiente culturale e musicale sviluppatosi intorno alla Factory Records di Manchester tra fine anni ’70 e inizio anni ‘80. Come i Durutti Column, anche gli A Certain Ratio sono considerati un gruppo influente e quasi di culto e comunque la si pensi, in questa prima parte della loro discografia si trova almeno una pietra miliare del genere.

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