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Alice nel paese delle meraviglie

Alice nel paese delle meraviglie: il sogno dentro una favola

La favola del sogno per eccellenza

Sognare è l’unica libertà che nessuno potrà ostacolare

È stato il primo libro che ho letto da bambina, e mi è piaciuto talmente tanto che non solo mi ha fatto innamorare della lettura ma ha fatto parte di diversi miei sogni (esatto sognavo la storia di Alice). A questo libro devo quindi la mia passione per i libri e per i sogni. E il nome di mia figlia che, non a caso si chiama Alice.

In realtà questa favola nella quale una bambina si rapporta con bizzarri personaggi è una chiara rappresentazione della struttura del sogno. Ma perché Alice nel paese delle meraviglie ci piace così tanto e da cosi tanto tempo? In realtà tutti ci siamo immedesimati in questa bambina, tutti vorremmo poter essere catapultati in un mondo sommerso, dover poter dare libero sfogo alle nostre fantasie.

Alice nel paese delle meraviglie
Alice nel paese delle meraviglie

Un matematico pieno di fantasia

Alice nel paese delle meraviglie nasce nel lontano 1865 dalla mente, dal cuore e dalla penna di Charles Lutwidge Dodgson sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll.

Una premessa: Carroll era matematico, e nel suo successivo ‘Sylvie e Bruno‘ ha ammesso la possibilità dell’esistenza a più livelli, secondo una lettura vicina alla moderna fisica quantistica. Alla luce di queste teorie, il racconto di Alice si fa ancora più interessante. A tal proposito il matematico Martin Gardner ha dimostrato che, nella storia di Alice nel paese delle meraviglie, dietro quelle che sembrano cose senza senso, si celano in realtà principi matematici.

Il sottomondo fantastico

Narra (ma cosa ve lo dico a fare?) di una quasi adolescente di nome Alice che, rincorrendo un coniglio, cade nella sua tana e si ritrova in un in un sottomondo fantastico popolato da strane creature antropomorfe. Alice nel paese delle meraviglie è indubbiamente uno dei migliori esempi del genere letterario nonsenso. Ha influenzato la cultura popolare e la letteratura. La storia, chi più chi meno, la conosciamo tutti anche grazie ai numerosi film che sono stati prodotti.

Sappiamo anche che quello di Alice stessa era un sogno: la bimba dopo le strane avventure che attraversa, si risveglia sotto un albero e si rende conto di avere sognato. Ma non tutti sanno che la storia racconta, passo per passo, proprio come funziona il mondo onirico.

Per quanto tempo è per sempre?
A volte, solo un secondo

Alice e Bianconiglio

Il nostro inconscio è il paese delle meraviglie

Nel dettaglio, il paese delle meraviglie è l’inconscio, il magico posto dove l’immaginazione regna sovrana, forte del fatto che la nostra parte conscia dorme tranquilla ed abbassa le difese. L’inconscio è il luogo dove le percezioni spaziali e temporali sono del tutto stravolte, un luogo fantastico popolato da figure bizzarre, strane, straordinarie, talvolta tremende. Un posto dove si possono vivere fantastiche passioni, paure e desideri ed angosce. Alice è stata quindi introdotta nel suo inconscio e li ha vissuto il suo sogno.

La scelta è solo tua, non si vive per accontentare gli altri.

Alice nel Paese delle meraviglie

Il tempo e il non tempo: presto che è tardi

Alice domanda esistenziale
Alice nel paese delle meraviglie

Il tempo nei sogni viene rappresentato come un qualcosa di soggettivo, ce lo insegna il cappellaio matto che fa del tempo ciò che vuole, rivisitando l’idea dello scorrere delle ore e dei giorni “Buon non-compleanno”.

Il Bianconiglio invece rappresenta l’uomo che viene divorato proprio dal rapporto con il tempo: è sempre in ritardo, nel suo affaccendarsi e correre qua e la a fare (o meglio a non fare) cose prive di senso. In un qualche modo ci somiglia molto Bianconiglio quando abbiamo tutta quella fretta, quando ci stressiamo per arrivare prima ad un semaforo che tanto è rosso per tutti, quando ci attacchiamo al clacson perché allo scattare del verde quello davanti a noi non parte immediatamente.

Le metafore della storia, della vita, dei sogni

E poi lei, Alice, la preadolescente alle prese con le diverse mutazioni tipiche della fase,  protagonista e soprattutto autrice di questo teatro, visto che la trama onirica parte dal suo inconscio. Tutto nel sogno di Alice è una metafora, proprio come accade nel mondo onirico.

Il passaggio attraverso le numerose porte di diverse dimensioni simboleggia il periodo di cambiamenti tipico della crescita: Alice non è né una bambina né una donna, in questa fase della sua vita tende a perdere spesso la sicurezza delle sue abilità e del suo corpo (Alice immagina di mandare lettere ai suoi piedi perché sono talmente lontani che non li vede).

I personaggi fantastici sono invece trasposizioni di figure reali, di persone che esistono realmente nella sua vita oppure di parti della sua personalità. Vi state tutti chiedendo chi potrebbe rappresentare la tremenda Regina di Cuori vero?

Ma io non voglio andare in mezzo ai matti, si lamentò Alice.
– Oh, non hai altra scelta, disse il Gatto: qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.
– Come lo sai che sono matta? disse Alice.
– Devi esserlo, disse il Gatto, altrimenti non saresti venuta qua.

Alice e il gatto

Le diverse peripezie ed avventure da affrontare rappresentano le diverse angosce adolescenziali con le quali Alice si trova in conflitto, in particolare spicca la possibilità di poter tornare piccola o crescere a suo piacimento (nel sogno lo fa bevendo una lozione magica).

Il sogno si rivela quindi il risultato di un complesso lavoro psichico, un lavoro che si può tradurre in una favola diventata il quarto libro più tradotto al mondo e il più citato dopo Shakespeare, un sogno che dura da oltre 150 anni.

Il segreto cara Alice, è circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. È allora, solo allora, che troverai il Paese delle Meraviglie.

Il Cappellaio Matto

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