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Euphoria

Cos’è tutta questa Euphoria! Siamo sicuri ne valga la pena?

I motivi che hanno reso la serie una delle più apprezzate dal pubblico

Schermo delle mie brame, che succede nel reame?

serie tv specchio società

Non c’è rivelazione più acuta dell’anima di una società del modo in cui tratta i suoi figli

Nelson Mandela

Il buon Madiba è sempre stato un sognatore e uomo lungimirante. Al giorno d’oggi potremmo aggiungere che non c’è rivelazione più acuta dell’anima di una società dal modo in cui è trattata nella televisione e, soprattutto, nelle serie tv. Specialmente quando si parla di teen drama, vero specchio del mondo giovanile. ‘Euphoria’, la serie tv di Sky Atlantic, si è fatta portavoce di tutti i disagi dell’adolescenza gettando uno sguardo cinico quanto preciso sulla nostra realtà in continuo movimento.

Le nuove generazioni continuano ad avere sogni, amori e aspirazioni, elementi fondanti di qualsiasi teen drama che si rispetti. Le rincorrono, tuttavia, in modi diversi, adattandosi alla contemporaneità che rincorre sempre nuovi stili di vita.

Euphoria è piaciuta praticamente a tutti, trovando largo consenso nelle recensioni. Un vero e proprio ritratto generazionale giunto quasi al termine della sua seconda stagione, che vale la pena recuperare (per chi non l’avesse vista) per una serie infinita di motivi.

Prima un po’ di trama

Euphoria serie tv

Basata sull’omonima mini serie israeliana diretta da Ron Leshem, ‘Euphoria’ è la serie tv creata da Sam Levinson che mostra i lati più oscuri e desolanti dell’adolescenza di oggi. Si sofferma in particolare sulla vita di Rue (Zendaya), una studentessa di un ‘tipico’ liceo americano della California, con un passato fatto di droghe e abusi di farmaci. 17 anni, diffidente, problematica, senza uno dei genitori. Il prototipo perfetto di ragazza, chiusa in se stessa e nel suo dolore, fino a quando a scuola non arriva Jules (Hunter Schafer), una ragazza transgender che le sconvolge la vita.

Accanto al binomio ‘R&J‘ non manca ovviamente il quarterback di turno, il bello e dannato Nate (Jacob Elordi) che si insinuerà nel rapporto tra Jules e Rue portando con sé anche tutti i suoi problemi nascosti. Questo è solo l’inizio di un racconto intricato che cerca di svelare la vita segreta degli adolescenti e che si arricchirà di nuovi personaggi e nuove storie. Ma quindi, perché vederla?

Sesso droga e traumi vari

Già con la prima stagione ci vengono presentate le keyword della Generazione z: smartphone, social network, cyberbullismo e pornografia digitale. Ah, e tante tante sigarette elettroniche! ‘Euphoria’ rivela un mondo ‘adolescentecentrico’, in cui l’universo fa da sfondo a droghe, atti di autolesionismo e sesso, tutti elementi molto presenti e più o meno impattanti a seconda dell’età dello spettatore. Tutti elementi che creano dipendenza a diversi livelli.

Nel rivelare questo mondo, però, ‘Euphoria’ ha una marcia in più rispetto agli altri teen drama: lascia nelle mani di un gruppo di liceali la responsabilità di rivelare i mali della società attuale, trasportandoci direttamente al suo interno in modo fluido e naturale. Alla fine, lo scandalo riesce ad andare ben oltre il nudo e qualche pasticca qua e là.

Ripetiamo insieme: siamo esseri sociali

Il mondo di ‘Euphoria’ è caratterizzato dalla presenza quasi costante dei social media. E, che ci piaccia o no, anche il nostro mondo lo è. ‘Social’ significa essere presente, far parte di qualcosa, essere connessi e partecipativi ovunque.

La maggior parte dei personaggi della serie sono estremamente influenzati dai social media, tanto da utilizzarli come unico modo per comunicare. Anche questo non dovrebbe sorprenderci: Jules non può fare a meno di avere rapporti sessuali con uomini conosciuti via chat; Kat inizia delle cam sessions a pagamento che le danno sicurezza e consapevolezza di sé; Cassie pur di assecondare e non deludere il suo ex accetta di farsi riprendere durante un rapporto sessuale.

Puntata dopo puntata, accettiamo queste scene con una certa facilità, giudicandole non così estranee o improbabili. Quello schermo che guardiamo comincia a prender sempre più le sembianze di uno specchio.

Disagio, ma non troppo

Euphoria scena serie tv

La realtà che devono affrontare i personaggi di ‘Euphoria’ sembra sconvolgente. Sam Levinson ha voluto osare proponendo qualcosa di diverso, non censurando niente e presentandoci un universo in cui ogni eccesso e sregolatezza sono serviti in modo diretto. Senza mai strafare.

Sebbene sia difficile da guardare, la serie con un occhio empatico e totalizzante rivela quanto è brutale la vita degli adolescenti

Così viene descritta dalla stampa estera la serie sviluppata da Sam Levinson

Le realtà viste nella serie potrebbero non esser parte della quotidianità di ognuno di noi. Ma per quanto non sia sempre facile immedesimarsi in determinate situazioni, riusciamo a provare quel pizzico di disagio che ci spinge ad andare oltre, a riflettere su tematiche importanti frutto di una società non così sana.

Dick-phoria e lo sdoganamento del pene!

Scena della serie tv euphoria

Come tutte le serie di successo, ‘Euphoria’ ha fatto parlare di sé anche per alcuni contenuti ritenuti “troppo espliciti”. In particolare, ci si è soffermati sulla liberalizzazione del ‘fallo’ sullo schermo, da sempre elemento tenuto un po’ nascosto: “Negli spogliatoi, nelle chat, nei video sgranati visti online, nelle app per incontri. C’è anche una scena in cui Rue descrive le diverse dick pick (foto di peni) che una ragazza può ricevere”.

In un’intervista, Sam Levinson ha addirittura rivelato che in una scena dello spogliatoio c’erano “tipo, 80 o piùpeni in origine. La Hbo ha poi deciso di ‘tagliarli’ nel montaggio.

L’euforia del titolo sembra sia stata così disinibita che uno degli attori, Brian “Astro” Bradley, aveva deciso di lasciare lo show. Il 22enne si sarebbe sentito a disagio nel girare scene troppo esplicite che si distaccavano dagli accordi del copione originale, con il suo personaggio che in aggiunta avrebbe dovuto sperimentare un rapporto omosessuale.

La voce e la narrazione

Il ‘vortice adolescenziale’ viene fuori anche dal ritmo della narrazione: veloce, con flashback, piena di dialoghi che sono tanto reali da non sembrare costruiti. E’ la stessa Rue che con la sua voce narrante racconta tutti gli avvenimenti in modo semplice, aiutando la serie ad analizzare la società senza però correre il rischio di giudicarla.

Alla fine, la giovane protagonista riesce a togliere la maschera al mondo reale e imperfetto che conosciamo e ai problemi dei ragazzi che lo stesso mondo cerca di mascherare.

Generazione ‘Z’ come ‘Zendaya’

Zendaya

La serie ‘Euphoria’ è riuscita a consacrare a vera e propria star la giovane Zendaya. A soli 25 anni, è diventata una delle attrici più quotate, dopo averla ammirata nella trilogia di ‘Spider-Man’, nel primo film di ‘Dune’ al fianco di Timothèe Chalamet e in ‘Malcolm & Marie’.

In ‘Euphoria’ ha dato vita ad un personaggio estremamente interessante, offuscato dalle dipendenze e dal dolore, inaffidabile ma proprio per questo ‘vero’.

Personaggi complessi, segnati dai propri traumi

Uno dei punti di forza di ‘Euphoria’ sta sicuramente nei suoi pochi e complessi protagonisti. Ogni episodio ci permette di approfondire uno dei personaggi principali, dandoci la possibilità di scoprire qualcosa in più sul loro passato e sull’origine dei loro traumi e dei loro comportamenti.

Jules è una ragazza transgender, in passato vittima di bullismo e di autolesionismo, sempre alla ricerca di rapporti occasionali; Nate un quarterback con tendenze violente, insicuro sulla propria sessualità e con una famiglia piena di segreti; Kat lotta con il proprio peso e l’accettazione del proprio corpo, Mckay lotta contro le pressioni da parte della famiglia che lo vuole un atleta di successo. Maddie riesce a mostrarci la natura delle relazioni tossiche, mentre Cassie quella dei pregiudizi e degli sguardi indiscreti e accusatori.

Tutti i personaggi di ‘Euphoria’ sono segnati da un passato che in un modo o nell’altro li ha condizionati e portati a essere ciò che sono nel presente. Persone nelle quali immedesimarsi è più facile di quel che può sembrare.

Quel senso profondo di euforia

Euphoria serie tv

‘Euphoria’ potrebbe essere la serie delle contrapposizioni. Personaggi angoscianti, vite cupe, tutto il marcio che c’è e che non deve essere tenuto nascosto. Eppure, da tanti elementi che riescono a fondersi si riesce a portare fuori una storia d’amore. La serie riesce a portarci oltre il nudo e la violenza, mostrando una certa tenerezza, e questo gioco degli opposti la rende incredibilmente attraente ed accattivante, da dipendenza!

Euphoria è diversa perché più contemporanea, più estrema e per questo più vera. Parla ad adulti e ragazzi, dimostrando che tra le dipendenze c’è sempre posto anche per quella da sentimenti. Perciò, se ve lo state ancora chiedendo, sì, vale la pena vederla!

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