Musica
ARTICOLO
Vasco

“Albachiara” quanti anni hai? Quanti me ne dai?

Quando si dice che l'età non conta

Sei chiara come un’alba immortale Albachiara

A volte succede che scrivi una canzone e che questa canzone è tua perché è una tua opera, ma altre volte succede una cosa ancora più magica, che scrivi una canzone e che questa canzone diventa di tutti. Diventa di tutti indistintamente ed è in grado di passare di generazione in generazione senza mai perdere il suo valore originario. “La poesia non è di chi la scrive, ma è di chi se ne serve”, recitava Massimo Troisi nel “Postino”, e di “Albachiara” ce ne siamo serviti un po’ tutti.

Ci siamo sentite come quella ragazza che si vestiva svogliatamente, senza particolari, che camminava per strada coi libri di scuola, assorta nei problemi e nei pensieri, incuranti di essere osservate da quel ragazzo che aveva notato gli occhi grandi e che ne aveva colto la semplicità. Siamo state tutte la protagonista di Albachiara e tutti hanno in mente un’Albachiara alla quale l’hanno dedicata.

La forza di un capolavoro risiede esattamente in questo: nel fatto di essere universalmente adattabile. E le cose universalmente adattabili sono le cose più semplici.

Vasco canta la purezza e l’innamoramento per quella ragazza che prendeva l’autobus e che aveva attirato la sua attenzione proprio per il fatto di non cercarla. E’ quello che fa un poeta, osservare ciò che passerebbe inosservato agli occhi dei più, riuscendo a costruire una storia con estrema naturalezza.

Albachiara nasce ufficialmente il 7 Agosto 1979 quando viene depositata alla SIAE, e ha quindi da poco compiuto i suoi 43 anni. Un testo e una melodia che non sentono il peso di quattro decenni. E’ difficile decretare la canzone più rappresentativa della carriera di Vasco, perché tutte hanno segnato una storia e un particolare momento, e anche perché ognuno di noi ha una canzone rappresentativa che associa al proprio vissuto; ma su Albachiara potremmo sentirci in dovere di fare un’eccezione e di attribuirle il giusto merito, perché Vasco…”se non canti Albachiara non ce ne andiamo”.

Venne eseguita per la prima volta il 26 Maggio 1979 in chiusura della scaletta per il concerto in Piazza Maggiore a Bologna, e da quel momento non ha mai smesso di rispettare il suo ruolo, l’ospite d’onore che si fa attendere.

Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole
Sei chiara come un’alba
Sei fresca come l’aria
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
E sei fantastica quando sei assorta
Nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri

Ti vesti svogliatamente
Non metti mai niente che possa attirare attenzione
Un particolare, solo per farti guardare

Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole
Sei chiara come un’alba
Sei fresca come l’aria
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
E sei fantastica quando sei assorta
Nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri

Ti vesti svogliatamente
Non metti mai niente che possa attirare attenzione
Un particolare, per farti guardare

E con la faccia pulita
Cammini per strada mangiando una mela
Coi libri di scuola, ti piace studiare
Non te ne devi vergognare

E quando guardi con quegli occhi grandi
Forse un po’ troppo sinceri, sinceri, sì
Si vede quello che pensi, quello che sogni

E qualche volta fai pensieri strani
Con una mano, una mano ti sfiori
Tu sola dentro la stanza
E tutto il mondo fuori

Riproduzione Riservata ®

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