Netflix e la vendetta agli utenti “furbetti”
Dalla sua fondazione (che coincise praticamente con la fine del monopolio di Blockbuster sul cinema a casa) Netflix ha dovuto combattere, in primis, contro i suoi stessi utenti e i loro usi, postumi al periodo della pirateria (del quale tutti ovviamente siamo all’oscuro) dove vigeva l’anarchia totale in barba alla filiera di produzione dell’entertainment (nel quale uragano, ovviamente, finirono anche musica ed editoria in generale).
Nonostante il prezzo della sottoscrizione fosse incredibilmente basso (basti fare il rapporto tra il prezzo di un solo noleggio in videoteca e quello di un singolo abbonamento a Netflix) le nostre oramai consolidate pessime abitudini l’hanno sempre fatta da padrone.
Diciamoci la verità: c’è stato un momento ben definito, durante il millenio appena passato, nel quale gli acquirenti da tutto il mondo di contenuti come musica, film, libri, fotografie hanno deciso (senza il consenso di nessuna legge) che usufruire di determinati contenuti fosse una cosa quasi dovuta: quindi, semplicemente, hanno iniziato a scaricare illegalmente files nonostante le innumerevoli pubblicità che cercavano di intimidire l’utenza al grido di
La pirateria è un reato
Spot proiettato nei cinema di fine anni ’90
Settimane contante per la condivisione libera e gratuita delle password
Pian piano ci siamo abituati a pagare per avere il cinema a disposizione ma si sa che “l’occasione fa l’uomo ladro” e, anche grazie ad un iniziale lassismo della piattaforma di streaming, un po’ tutti abbiamo condiviso il nostro profilo e le credenziali d’accesso ad amici e parenti. Con i ritmi di vita diversi da persona a persona riuscivamo a gestire la visione dei nostri contenuti per poter usufruire di un solo account (quindi abbonamento) in più individui. Bene, da marzo tutto questo potrebbe magicamente finire.
Ci siamo resi conto che con tutta la condivisione degli account, che abbiamo sempre avuto, non è una novità. Il problema è quando si sommano tutti insieme. E questo, combinato con la concorrenza, è ciò che pensiamo stia davvero frenando la crescita
Reed Hastings (Co-CEO di Netflix)
Netflix ha già testato un nuovo tipo di sottoscrizione nei paesi dell’America latina del Perù, Costa Rica e Cile. Qui la società ha proposto ai suoi utenti una nuova modalità nella quale era possibile aggiungere al proprio profilo due account “extra” dovendo pagare solo un piccolo supplemento al costo dell’abbonamento. Risultato? Ovviamente, come ci si poteva aspettare, un discreto numero di utenti ha cancellato il suo piano di abbonamento; va detto che questo non scoraggia assolutamente l’azienda che, proprio per quello che abbiamo riportato prima da parte del co-CEO, è decisamente determinata a porre fine a quello che lei stessa definisce un grave problema per la crescita della piattaforma.

Il problema del primo calo utenti nel 2022
La scelta che Netflix sembra possa prendere è un passaggio incredibilmente delicato. Non dobbiamo infatti dimenticare il primo grave episodio di “sign-out di massa” avvenuto nel primo trimestre del 2022, durante il quale la società perse in poco tempo 200000 utenti, dovendo così riformulare le strategie e i piani di crescita. In un mercato ultra competitivo, come quello dell’entertainment, Netflix deve (in primis) fare attenzione al colosso di Prime Video. Per Amazon, infatti, la questione potrebbe essere molto più semplice visto che, quello dell’intrattenimento, non costituisce decisamente il core business per l’azienda statunitense.
Il panorama generale è quindi parecchio incerto. Non dovremo aspettare troppo tempo per il responso e per scoprire, per l’ennesima volta, se anche nel campo del tempo libero dovremo necessariamente rimettere mano al portafogli. Ai posteri l’ardua sentenza. La notte del giudizio è vicina. Ps: se per caso non l’avete ancora visto e siete alla ricerca di un film da brividi vi consigliamo l’omonimo Horror (Qui la recensione).