Franco Battiato e la commozione nel ricordo di un ‘amico fragile’
Alla ‘sorella morte’ il poeta Faber non aveva bisogno di chiedere ulteriore tempo per terminare il suo ‘Testamento‘. Con l’autenticità e la purezza umana delle sue poesie ha raccontato i sentimenti, le pulsioni, la violenza e tutte le sfaccettature dell’animo umano (specie le peggiori) con un velato e dolce romanticismo che ha reso la sua stessa vita di poeta e autore una vera e propria opera d’arte.
In una posizione scomoda per quello che andava raccontando, in totale controtendenza con la vita che per lui era stata sognata, Fabrizio De Andrè viene portato alla ribalta da una cover che, nientemeno che Mina, sceglie di incidere sulle note della sua intramontabile “La canzone di Marinella“.
Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di successi che, con il passare del tempo, lo hanno consacrato ad essere uno degli Autori più influenti nella storia della musica italiana moderna. Un successo, anch’esso ovviamente, fatto in maniera alternativa alla wave dell’epoca. Faber non si è mai piegato alle logiche di mercato e di vendita; il suo percorso è stato lento e ha avuto bisogno del giusto tempo affinché la sua intera opera potesse essere compresa e capita in pieno dal pubblico.
Se pensiamo, ad esempio, alla ‘Buona Novella‘ è proprio adesso, nel 2023, che possiamo ancora di più apprezzare il messaggio politico dell’artista; la sottile satira che metteva in luce i mal costumi, i vizi, la corruzione del potere mai come oggi può essere compresa ed apprezzata.

Franco Battiato e quel ricordo che rimarrà per sempre impresso nella memoria di tutti
L’eredità che De André lascia a tutti noi è stata fin da subito percepita da tutti quegli artisti che potremmo considerare i ‘Fiori all’occhiello’ della scuola cantautoriale italiana. Uno fra tutti è stato il maestro Franco Battiato che, proprio nel corso della prima commemorazione della morte di Fabrizio (avvenuta a Genova il 12 marzo del 2000) ha eseguito la splendida “Amore che vieni amore che vai“.
La carica emotiva e la bellezza e profondità del testo sono state tali che Battiato si è arreso alle lacrime e si è commosso sul palco, chiedendo subito scusa al pubblico presente. La scena è rimasta nell’immaginario collettivo e ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, ancora di più l’umiltà di Franco Battiato e il grande affetto che il Maestro nutriva per l’amico defunto.

Ricordare De André fa bene a noi stessi
Sono convinto che ricordare un artista del genere, magari ascoltando ogni tanto uno dei suoi tanti capolavori, ci faccia bene per tantissimi motivi. Il più importante di questi è l‘automotivazione: ascoltando brani e documentandosi sulla vita di personaggi che, come Fabrizio De André, hanno influito attivamente sulla loro epoca, possiamo migliorare noi stessi alzando un pochino l’asticella delle nostre ambizioni personali e la spinta motivazionale, allontanando tristezza e depressione (che in un mondo social come questo sono sempre dietro l’angolo).
Per questo motivo, nel ricordo di Faber e volendomi congedare da tutti voi consiglio l’ascolto del “Bombarolo”, un brano che ho sempre amato poiché è la sintesi perfetta di un animo rivoluzionario come quello di Faber. Una canzone profonda e cruda che entra nel cuore e nell’animo dell’ascoltatore e racconta niente meno che la vita di un ‘trentenne disperato’ alla ricerca della verità e della libertà che, per la condizione in cui si trova, solo il potere distruttivo del tritolo può evocare.
Una poesia di amore e tragedia insita nella Rivoluzione, che la completa e ne dona l’aspetto più romantico e vero che questa possa assumere.
A tutti i bombaroli e a Faber.