Partendo da Louis Dee
‘Sangò’ è il quarto e ultimo progetto rilasciato di Louis Dee.
Il secondo disco dell’artista di quest’anno, dopo un periodo senza uscite di quasi 8: prima di quest’anno la sua ultima uscita ufficiale era stato rilasciata nel 2015.
Un anno di ritorno il 2022, “Flow sui gradini” e “Sangò”: una ripartenza da sè stessi, con l’introspezione al primo posto.
Louis Dee non è un principiante e non vuole sembrarlo, ma questo non lo rende meno rapper: non mancano fitti schemi metrici e punchline, ma il punto rimane sempre su questioni più complicate.
Situazioni difficili sentimentali, la visione di sé stessi, anche il modo di vedersi, sono tutti temi trattati da Dee.

Un venerdì di introspezione
Un’introspezione e una maturazione sensata, creatasi con anni di esperienza.
Un artista che descrive sé stesso dopo periodi lunghi, senza più doversi rifare a nessuna corrente generazionale o altro.
Il disco, prodotto completamente da Big Joe, vede l’utilizzo di strumentali ricche di campioni e fuori dal tempo, che costruiscono un immaginario fumoso, jazzato e di una città soffocante.
Una Palermo un po’ odiata e molto amata, con le giuste somiglianze con il disco ‘Memory’ di Johnny Marsiglia e prodotto dallo stesso Big Joe.
Louis Dee si lascia a ritmi lenti, che ammiccano all’RnB: una delivery rilassata ma che non manca di cogliere il punto.
Un viaggio dentro Mistaman
Un viaggio dentro sé stessi e l’intimità verso ciò che ci circonda è ciò che ci aspetta in ‘Sangò’.
Mistaman sembra quasi prendere la palla al balzo e rispondere in modo esplicito: lo stesso venerdì esce ‘Dentro la mia mente’.
Insomma, un’introspezione e un’intimità già descritta nel titolo. Più o meno.
Il nuovo disco, dopo tre anni di silenzio dal precedente, è completamente prodotto da DJ Shocca, come ‘Colpi in Aria’ primo disco del rapper risalente al 2001.
Il sound rimane legato a un classico hip hop dai buoni sample, non troppo distante da quanto abbiamo sentito in precedenza.
Al contrario qua, come ci ha abituato spesso lo stesso rapper Mistaman, la sua persona viene nascosta da un enorme quantità di giochi di parole e punchline.

Un altro nuovo inizio: Junior Cally
Giustamente il rapper lascia intendere come nella sua mente esistano unicamente enormi costruzioni liriche che si intersecano, ma ho sperato forse in qualcosa di diverso a quello che precedentemente ci ha abituati.
Incredibilmente l’introspezione (o presunta tale) non si ferma qua: torna Junior Cally, con ‘Deviazioni’.
Anche per Cally è un ritorno, dopo tre anni dall’ultimo disco ‘Ricercato’.
Una carriera partita dalla viralità su youtube e passata anche attraverso (tra svariate critiche) il nostro festival di Sanremo.
Ma a mio parere, l’artista non si ristabilizza ai suoi albori, e manca la sorpresa che lo aveva fatto così rapidamente emergere. ‘Deviazioni’ è un disco introspettivo certo, ma non colpisce, non ci lascia immergere in un suo immaginario.
L’album infatti rimane superficiale, utilizza strumentali che strizzano l’occhio all’elettronica commerciale, avvicinandosi a house e EDM, ma non sono troppo distanti da ciò che ha sempre utilizzato Junior Cally.

Rap per adulti
I testi poi, sembrano effettivamente frutto di storie e dinamiche drammatiche da raccontare, ma rimangono semplici, come se invece di maturare si cercasse di rimanere ragazzo tra i ragazzini.
Per quanto sia il più giocane tra i citati, anche Cally appartiene ormai a una generazione più “adulta”, e forse erroneamente speravo potesse creare qualcosa che fosse più ricercato.
Tornati per restare?
Non credo ovviamente io possa rispondere alla domanda, e credo solo il tempo possa darci una risposta definitiva.
Chi continuerà nonostante le avversità di un’industria sempre più alla ricerca dei numeri?
La mia piccola speranza è che in tutto questo, nessuno dei citati si scoraggi ma continui a creare la propria arte.