“Io sono Wanna Marchi. Voi chi siete? Non vi conosco”
Wanna Marchi è stata la prima influencer nostrana, se ci pensate. Chiara Ferragni je spiccia casa. Senz’altro, è stata anche la bulla che fa body shaming con la sua “guerra al lardo”. Tanti gli italiani che ha truffato, insieme alla figlia Stefania Nobile.

Wanna Marchi è colei che, dopo averti fatta sentire grassa, ti dà i suoi miracolosi scioglipancia. I suoi intensi “d’accordoooo” e “buongiorno buongiorno” sono i segnalibro di una pagina importante della televisione italiana. Ma anche della cronaca giudiziaria italiana. Erano gli anni Ottanta, nascevano le televisioni private.
‘Wanna’, la docuserie Netflix
Wanna Marchi e Stefania Nobile sono due icone del raggiro esattamente ritratte nei quattro episodi di ‘Wanna’, docuserie Netflix di Alessandro Garramone, scritta con Davide Bandiera e diretta da Nicola Prosatore.
Inserita nella Top 10 delle più guardate, non inneggia mai alle due donne ma restituisce un puro ritratto mettendole a nudo per quello che sono state e continuano a essere, in tutta la loro freddezza ma pur sempre umane. Impreziosiscono il racconto, le testimonianze delle protagoniste, di giornalisti e investigatori: particolarmente di Peter Gomez e altri venditori dell’epoca come il mitico ‘Baffo’ Roberto Da Crema.
‘Wanna’ ripercorre tutta la storia fino all’arresto nel 2002 con l’accusa di truffa e associazione a delinquere. È sufficiente fare un giro su Instagram per notare la Wanna-mania. Numerosi utenti stanno intasando di tag l’account della regina delle televendite.
Malocchio, sale e scioglipancia
Ho chiamato Wanna Marchi in segreteria
Per vedere quanti soldi mi vanno via
Ma cosa faccio? Denuncio alla polizia o lo dico a Striscia?
Lo vedi questa è democrazia! Fabri Fibra, ‘Mal di Stomaco’
“Tanto qui devo stare, mi devo ambientare il più possibile e prima possibile”: Wanna Marchi racconta così l’ingresso in carcere. Forza di volontà e capacità persuasive – con se stessa, prima che con gli altri – le hanno permesso di costruire un impero illusionista che ha raggirato chi, speranzoso, pensava di trovare rifugio nei suoi numeri di magia col sale. Così non è stato e l’impero è crollato.
Tutto parte dai familiari di una cliente di Wanna Marchi che fiutano la truffa e contattano Striscia La Notizia.
Wanna e Stefania: due corpi e una truffa

Oltre cento persone truffate e un risarcimento per oltre 2 milioni e 300mila euro alle vittime.
Wanna Marchi e la figlia vengono condannate a dieci anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e scarcerate dopo circa sei anni, per buona condotta.
Oggi sono due persone libere e vivono insieme tra l’Italia e l’Albania.
Due donne in simbiosi, separate dopo aver passato un primo momento in cella. Stefania viene trasferita a Pisa: “Sii forte” si dicono Wanna Marchi e Stefania Nobile, in lacrime, nei dieci minuti concessi loro per salutarsi.
Ammissione di colpevolezza: non pervenuta
“Rifarei tutto. Buscetta si pente, io no” afferma Stefania Nobile.
Nessun pentimento. “Il problema è di chi si fa prendere in giro”, ribadiscono. “Questa è l’Italia” esclama Wanna Marchi domenica scorsa a ‘Non è l’Arena’ lamentando i suoi 600 euro di pensione.
In principio, Wanna era solo una comune donna con la voglia di riscatto. Tutto quello che ha fatto, dice di averlo fatto per i figli. Inizia commerciando prodotti estetici e finisce a vendere qualsiasi cosa: “Pensava di essere diventata così brava da poter vendere anche la fortuna, cioè il nulla” dichiara il suo legale.
L’unica colpa che ammette di avere Wanna Marchi è quella di aver legato a sé la figlia Stefania, condannandola allo stesso destino e alla stessa pena. Dal giornalista Stefano Zurlo – che troviamo nella docuserie – sono state definite “vittime di sé stesse”.