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Grande Fratello: lo specchio della società?
Il Grande Fratello si tinge di vergogna. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a una brutta pagina di televisione. La storia di Marco Bellavia ha scosso le coscienze di molte persone, ma…fuori dalla casa. I suoi coinquilini infatti sembra che proprio non abbiano percepito la gravità del malessere, non solo sminuendolo ma disprezzandolo. La totale assenza di empatia ha fatto indignare non poco il pubblico, scatenando una vera e propria reazione social a quanto è accaduto, a sostegno di Marco. Durante la puntata di ieri sera l’attenzione è stata a buona ragione incentrata tutta sulla vicenda di Bellavia.
I provvedimenti non sono tardati ad arrivare e probabilmente “forzati” dalla protesta degli spettatori che a gran voce si sono uniti per dire NO al trattamento riservato a una persona in evidente stato di difficoltà. La riflessione che ne è venuta fuori è assai più complessa di semplici meccanismi di gioco come era avvenuto diverse volte nelle scorse edizioni. Questa volta al centro del dibattito troviamo una tematica sociale della quale probabilmente si parla ancora troppo poco e che ancora più probabilmente viene sottovalutata.
La risposta di indifferenza ha evidenziato quanta ignoranza ci sia intorno al tema della depressione e della salute mentale.

L’intento di programmi come il Grande Fratello è sempre stato quello di rappresentare uno spaccato della società e di metterlo sotto i riflettori. Osservandolo tramite una lente d’ingrandimento per vederne gli effetti. Se così fosse, oggi, nel 2022, l’immagine della società appare sconfitta. Permeata di indifferenza. E forse non è poi così lontana dalla realtà. C’è sempre meno interesse nei confronti degli altri, e la propria persona è messa al primo posto. Non c’è spazio per la condivisione, la comprensione, che vengono superate di gran lunga da individualismo e furbizia. Una società basata sull’egocentrismo.
L’immagine di Marco Bellavia lasciato solo in un angolo a combattere contro i suoi “demoni” è l’emblema di quanto descritto. L’essere umano è sempre più solo e stigmatizzato nelle sue fragilità. Perché quello che insegnano i cosiddetti “tempi moderni” è avere un’ immagine improntata sulla forza, sul potere, che non prevede momenti di caduta e fallimento. Ma tutto questo è sbagliato, perché è esattamente dalle cadute e dai fallimenti che si impara a rialzarsi e a essere delle persone migliori, delle persone che sono in grado di comprendere le difficoltà degli altri e di tendere la mano nel momento del bisogno.
Le regole del “gioco”
The show must go on. E in virtù di questo la produzione è dovuta intervenire con squalifiche ed eliminazioni forzate. Ma siamo sicuri che tutto questo serva? Non sappiamo se i concorrenti interessati abbiano compreso la gravità delle loro parole, della loro indifferenza. Quello che sicuramente servirebbe è una rieducazione e sensibilizzazione alle tematiche in questione.

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