Inquisizione

La caccia alle streghe di Vardo: una strage d’ innocenti

Una terribile storia nel paese dalla lunga notte

di Daniela Castiglia

Lì ai confini del mondo, nel Nord più estremo, dove le tempeste di neve gelano anche l’anima, dove il forte vento e il suo ululato fa accapponare la pelle, lì dove le burrasche marine e le fitte nebbie rendono il luogo oscuro e impenetrabile, da lì vengono le streghe e i demoni. Questo era un pensiero molto radicato nell’Europa del XVI e XVII secolo. Ai quei tempi si pensava che le persone che vivevano all’estremo nord del continente, fossero fredde e malvage.

La caccia alle streghe di Vardø

Questa storia si svolge in Norvegia, nella contea di Finmark, più precisamente a Vardø, soprannominata la “Capitale delle Streghe della Norvegia”, il paese dalla lunga notte. In quelle inospitali coste settentrionali vivevano poche persone, circa tremila. Per metà erano norvegesi e per l’altra Sami, cioè i nativi, e vivevano di pesca.

foto di Vardø dove si diffuse la caccia alle streghe
Vardø

I sami professavano il paganesimo. Secondo gli ortodossi luterani gli sciamani erano capaci di stregonerie e di evocare morti attraverso il suono ritmico dei loro tamburi. Le donne trascorrevano molto tempo da sole ed erano preda delle tentazioni di Satana.

il popolo sami coinvolto nella caccia alle streghe
Il popolo Sami

A Vardø erano le autorità locali ad occuparsi di tutto, anche della giustizia. Nel 1617 Cristiano IV, re di Danimarca e Norvegia, approva una legge contro la stregoneria. Erano gli anni della Caccia alle Streghe, dei processi e dei roghi. Arrivano i funzionari tedeschi e scozzesi insieme al re. I funzionari scozzesi erano conosciuti per essere i più terribili cacciatori di streghe d’Europa. Si diffonde il panico e il terrore.

Lensmann Cunningham, scozzese ed ex comandante navale, venne messo a capo di quel territorio dal re Cristiano IV con lo scopo di eliminare le resistenze indigene che contrastavano il suo potere. Il regno di Cristiano fu, storicamente, un periodo di oscurantismo estremo e di grandi persecuzioni xenofobe.

La credenza che scatenò la caccia alle streghe

Tutto iniziò banalmente da un’improvvisa tempesta nel 1617. Essa colpì proprio mentre quasi tutti gli uomini erano impegnati in mare e fece affondare più di 40 barche. Alcuni iniziarono a suggerire che si trattasse in qualche modo di forze ultraterrene e cominciarono ad indagare.

Nel 1621 si tenne il primo grande processo. 77 donne e 14 uomini finiscono sul rogo. Mari Jørgensdatter confessa sotto tortura di aver accettato di servire Satana, insieme alla sua vicina di casa Kirsti Sørensdatter. Insieme volano verso un monte vicino alla città di Bergen, lontana 1600 chilometri dal loro villaggio, per partecipare a un Sabba. Lì incontrano molte streghe di Vardø e di altri villaggi vicini.

Tutte donne che saranno poi processate, torturate e molte bruciate vive sul rogo. Tra loro c’è anche Else Knutsdatter, sottoposta alla tortura dell’acqua, che spiega come tutte le streghe insieme abbiano chiamato la tempesta del 1617, che uccise quaranta pescatori in mare, inghiottiti dalle onde scatenate dalla tempesta.

la tempesta in mare a Vardø

Le testimonianze delle donne accusate di stregoneria

Else racconta che dopo aver fatto tre nodi a una fune, averci sputato sopra e poi sciolto i nodi “il mare si sollevava come cenere e la gente veniva uccisa.” Le donne raccontarono di aver avuto rapporti sessuali con i diavoli durante l’assenza dei loro mariti, occupati a pescare in mare. Nei documenti relativi al processo si legge:

“C’è una donna da Kiberg, Mari Jørgensdatter, che è stata interrogata sotto tortura il 21 gennaio. Ha detto che Satana era venuto da lei durante la notte prima di Natale e le chiese di seguirlo a casa della sua vicina di casa Kirsti Sørensdatter. Lui le chiese se lo voleva servire, e lei ha detto di sì, dopo il quale le diede il marchio di strega da mordere tra le dita della sua mano sinistra.

Poi andarono da Kirsti, che ha detto che Mari doveva venire con lei a una festa di Natale al Lydhorn montagna al di fuori della città di Bergen in Norvegia occidentale. Poi ha gettato la pelle di una volpe su Mari e la ha trasformata in una volpe.

Quando Mari ha volato con Kirsti verso il sud, verso il sabba ha visto molte persone che conosceva fare lo stesso, per lo più donne, ma anche due uomini; sono venuti da Kiberg, Vardø, Ekkerøy, Vadsø e altre comunità lungo la Varangerfjorden, trasformati in gatti, cani, mostri marini e uccelli in modo da non essere riconosciuti. La festa del Lydhorn è stata celebrata con danze e bevande, dopo di che le streghe volavano di nuovo a Finnmark, tranne che per Kirsti, che aveva visitato Bergen e poi ha preso casa lungo cammino per mare.

Mari ha anche confessato che le streghe erano responsabili per la grande tempesta del 1617. Ha sostenuto che le streghe avevano provocato la tempesta del 1617 causa del fatto che molti uomini annegarono. Avevano inoltre avuto anche rapporti sessuali con demoni, mentre i loro uomini erano in mare.”

le streghe di Vardø

Secondo il racconto di una bambina di dodici anni, accusata di stregoneria, dal monte Domen, tra i villaggi di Vardø e Kiberg, c’era la porta dell’inferno, descritta come una lunga valle nera con un lago dalle acque scure che ribollono quando Satana sputa fuoco da un corno di ferro, facendo strillare come gatti tutti gli uomini e le donne immersi in quell’acqua.

La bambina fa i nomi di diverse donne che verranno torturate e uccise in base alla sua testimonianza, durante l’ultimo processo del 1663.

immagine che raffigura il processo della caccia alle streghe

Rune Blix Hagen, professore dell’Università di Tromsø, spiega che “dal 1593 al 1692, vi furono circa 140 processi alle streghe a Vardøhus (oggi noto come Finnmark, la contea più settentrionale della Norvegia vicino al confine russo). Circa 100 delle streghe, principalmente donne, furono bruciate sul rogo, e circa 27 dei processi alle streghe nel Finnmark hanno colpito le popolazioni indigene della Norvegia, i Sami.” Secondo lo studioso questo processo, ma anche tutti gli altri svolti fino al 1663, mostrano “una tendenza all’annientamento della popolazione femminile in quei villaggi di pescatori tipicamente maschili.”

Quel pensiero radicato, quel pregiudizio diffuso sulla malvagità portata dal vento del Nord, e l’ignoranza che regnava a quei tempi, ha portato a credere che i Sami (che si credeva avessero poteri magici) e le donne scandinave (che passavano troppo tempo a casa ed erano vittime delle tentazioni di Satana), fossero malvagi. Tutto ciò doveva essere debellato secondo gli ortodossi luterani.

Nel 2011 viene installato un monumento dedicato a tutte quelle persone perseguitate e uccise ingiustamente nel 1621 a Vardø, lo Steilneset Memorial. Il monumento è stato ideato dall’architetto svizzero Peter Zumthor. Una lunga struttura di legno che contiene una tela da vela bianca, tesa con dei cavi d’acciaio. Lungo lo stretto corridoio ci sono 91 finestre, una per ogni vittima, con all’interno una lampada che illumina le targhe dove sono riportati i nomi e le storie delle persone uccise.

Steilneset Memorial in memoria delle persone uccise durante la caccia alle streghe
Steilneset Memorial

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