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La triste infanzia di C.S. Lewis
Conoscere la vita dell’autore de Le Cronache di Narnia, Clive Staples Lewis è di fondamentale importanza per la comprensione delle sue opere. Alcuni eventi hanno particolarmente segnato il suo percorso, come egli stesso racconta in uno scritto autobiografico sugli anni della sua giovinezza. Uno tra tutti, la morte prematura della madre quando Clive aveva solo dieci anni. Lewis è nato in Irlanda a Belfast il 29 novembre del 1898, ma in seguito al tragico lutto familiare viene condotto in Inghilterra per studiare presso la Wynyard School di Watford (Hertfordshire).
Lewis descriverà l’ambiente delle scuole inglesi paragonabile ai campi di concentramento e a quindici anni preferisce abbandonare l’istruzione pubblica per una privata, scegliendo William T. Kirkpatrick come suo insegnante privato. In questo periodo abbandona il cristianesimo per aderire al razionalismo agnostico del suo maestro.

L’età adulta e la guerra
Nel 1917 Clive Staples viene arruolato e schierato in prima linea in Francia nella valle della Somme. Qui conosce Paddy Moore, giovane commilitone con cui stringe una fraterna amicizia, tanto da promettere alla sua morte avvenuta durante i combattimenti del 1918 di aver cura della madre Janie King Moore. Anche Lewis viene ferito nella stessa battaglia e trascorre la convalescenza curato da Janie instaurando con lei un profondo rapporto, come egli stesso ha scritto nella sua autobiografia:
“Tutto quel che posso o debbo dire è che la mia precedente ostilità alle emozioni è stata vendicata in modo assolutamente completo e variegato“.
Dopo la guerra Lewis e Janie Moore vanno a vivere insieme.
L’amicizia con Tolkien
Terminata la carriera militare, intraprende quella accademica ricevendo nel 1920 il First in Honour Moderations in Letteratura greca e latina, nel 1922 il First in Greats in Filosofia e storia antica e nel 1923 il First in English. Ad Oxford conosce J. R. R. Tolkien. I due diventano molto amici avendo in comune numerosi interessi, come quello per i miti nordici e per la religione. E’ infatti grazie a Tolkien che Lewis si converte al cristianesimo anglicano. Questo avvenimento è ben descritto da H. Carpenter nel libro Gli Inklings:
«Tolkien chiese a Lewis se, godendo di tanti miti che parlavano di morte e resurrezione di antichi dei, si fosse mai posto la domanda del loro “significato”. Naturalmente no, si limitava ad appassionarsi a quelle storie e ne ricavava intuitivamente qualcosa che i più astrusi ragionamenti teologici non avrebbero mai potuto dargli. Perché, allora, non poteva considerare la storia del Cristo come un racconto che si fa vero? Così come parlare è un’invenzione riguardante oggetti e idee, sosteneva Tolkien, il mito è un’invenzione a proposito della verità.»

Le Cronache di Narnia
Le cronache di Narnia sono state pubblicate in tre volumi tra il 1950 e il 1956. Si tratta di una serie di romanzi fantasy ambientati nell’immaginaria terra di Narnia. I protagonisti sono quattro fratelli orfani di guerra che vengono affidati alle cure del ricco professor Digory Kirke. Un pomeriggio giocando a nascondino, Lucy la sorellina più piccola, entra in un armadio che in realtà è un portale magico che conduce in un mondo fiabesco chiamato Narnia.
Al rientro la bambina non viene creduta dal resto della famiglia ma un giorno mentre i fratelli stanno giocando in giardino, Edmund rompe il vetro di una finestra con la palla. I ragazzi, temendo la reazione del professore si rifugiano nell’armadio e giungono tutti a Narnia, dando inizio a quelle che saranno le loro avventure.

Testi ricchi di allegorie
La saga vuole essere un’allegoria della storia del mondo in visione cristiana, dalla sua creazione al suo termine. Aslan il sovrano con le sembianze di un leone, protagonista delle vicende di Narnia, rappresenta Cristo e l’imperatore d’oltremare Dio. La strega raffigura il male che come nell’episodio biblico di Adamo ed Eva, tenta con una mela che era stato proibita di toccare da Aslan, il giovane protagonista dell’episodio “Il nipote del mago”. L’elemento teologico è ben inserito nelle pagine dei libri che risultano piacevoli sia ai bambini che agli adulti, dove avventura e principi morali si uniscono rendendo la lettura piacevole e non banale, ricca di contenuti come pochi altri libri.
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