Quante volte ci siamo chiesti se i grandi geni del passato avessero qualche segreto? Cosa rendeva così speciali Leonardo, Michelangelo, Newton? E come fanno i grandi artisti di ogni campo – gli chef, gli scrittori, gli architetti – ad avere sempre nuove idee mantenendo alto il livello delle loro performance? E perché quel nostro vecchio compagno di classe sapeva suonare qualunque strumento, mentre noi avevamo difficoltà anche con il flauto alle elementari?
Se lo sono chiesti molte volte anche Federico Favot ed Edoardo Scognamiglio e per cercare le risposte hanno creato un podcast: Hacking Creativity. Un podcast sorprendente per longevità, quantità e qualità di contenuti, seguito.

Ogni settimana propongono spunti ed interviste, con la missione di hackerare i segreti della creatività, svelandoli agli ascoltatori. Noi di WMH abbiamo provato ad…hackerare gli hacker, per farci svelare anche qualcuno dei segreti alla base del loro podcast di successo. Ne è venuta fuori una bellissima conversazione, tra aneddoti, suggerimenti e discorsi sui massimi sistemi.
Un podcast da…Lupin III
L’idea arriva da Edoardo, che due anni fa ha proposto all’amico Federico di iniziare a lavorare insieme ad un podcast sulla creatività. Era ancora il mondo pre-covid, quando – diciamo la verità – i podcast non se li filava quasi nessuno.
«Probabilmente Edoardo aveva già chiamato altre sette o ottocento persone prima di me – racconta ridendo Federico – e nessuno gli aveva risposto! Io sapevo poco di podcast, ma mi sembrava una buona idea e, soprattutto, mi interessava il tema. Anche il titolo lo aveva già pronto, l’idea di base era quella sin dall’inizio: rubare i trucchi dei creativi più bravi di noi. Così siamo partiti». Quella del podcast poi, aggiunge sorridendo Edoardo, era anche un’ottima scusa per agganciare persone che altrimenti non ti avrebbero risposto: un metodo da ladro gentiluomo, come un Lupin III della creatività.
«Siamo entrambi, con sfumature diverse, sulla stessa barca: con la creatività ci paghiamo le bollette. Ma non solo: nel nostro lavoro, se siamo creativi, lavoriamo meglio e siamo più soddisfatti» mi spiega Edoardo.
Edoardo e Federico, gli hacker della creatività
Lui scrive per video on line e televisione, Federico fa lo sceneggiatore per film e serie TV. Insomma: mantenere alto il livello di creatività è per loro importantissimo. Le domande che ci facciamo tutti, per loro erano di importanza capitale. «Così – continua Edo – invece di confrontarci solo tra di noi, è nata l’idea di farsi qualche chiacchierata informale con altri creativi, i migliori che ci sono in Italia e che riusciamo a contattare, con l’idea di “hackerarli”. Quali sono i loro segreti? La loro creatività è un dono dal cielo o c’è un allenamento che aiuta a svilupparla? Quali sono le loro routine, i loro trucchi?»
Una vera e propria indagine che diventa uno stimolo anche per chi partecipa come ospite alle loro trasmissioni. Perché molti creativi, mi raccontano, non hanno mai fatto questo processo di reverse engineering e invece, interrogandosi, salta fuori che molto spesso tanti di loro si affidano a dei processi che innescano la creatività, danno vita alla magia.
Shaker the hacker
L’impressione è che già loro siano elementi di un mix ben riuscito e produttivo. Background simili, ma algoritmi diversi, che si completano a vicenda. Gli ingredienti sono giusti, basta una shakerata e il cocktail è servito! Federico ha un aspetto un poco più serio, bonario. La barba curata, ma non troppo; la libreria alle sue spalle; gli auricolari minimal. Sembra misurare le parole prima di pronunciarle e sorride sornione mentre ascolta. Non sembra, ma è il meno preciso dei due, quello che si butta di più.
Edoardo invece indossa cuffione da deejay; barba più corta, capelli rasati; si muove di più; ha l’aspetto gioviale e parla a raffica. Ma è anche più ordinato e programmatore e cataloga tutti in fogli excel. Spiegano e raccontano in sintonia, completando a vicenda i discorsi, prendendosi in giro. Un mix che nelle puntate del loro podcast funziona benissimo e mette a proprio agio gli ospiti che, di volta in volta, si lasciano hackerare volentieri.

Hackerare gli hacker
Mettono a mio agio anche me e la conversazione prosegue spedita. «Cercate sempre di essere un passo avanti, mi sembra. Di stimolare voi stessi a continuare a misurarvi con cose nuove» dico loro. «Sì – mi risponde Federico – e con il podcast si è creato un circolo virtuoso che si alimenta anche grazie ai suggerimenti degli ascoltatori. Anche senza podcast io e Edo portavamo avanti questo tipo di stimolo, ci scambiamo spesso link, idee, spunti». Edoardo ride: «In pratica, cazzeggiamo…ma fa parte del lavoro eh!». Funziona benissimo il loro cazzeggio. E funziona perché i primi ad essere interessati a quello che fanno sono loro.
«Questa curiosità, questa apertura mentale – osserva Federico – è, forse, uno di quegli elementi necessari a creare la magia della creatività. E noi cerchiamo di mantenerla viva regolarmente, anche attraverso il podcast»
Curiosità e magia: parole chiave per noi di Where Magic Happens!
Creativi fantastici e dove trovarli
Sono tantissimi gli ospiti che hanno partecipato ad Hacking creativity. Chiedo ai ragazzi quali sono quelli che li hanno colpiti di più, che hanno svelato maggiormente i loro segreti. E quali quelli che ancora non sono riusciti ad agganciare, ma che hanno nel mirino.
Edoardo mi fa il nome di Carlo Lucarelli, perché è stato generoso nello svelare la sua non-routine, fatta di smarrimenti, ritardi, scadenze che si avvicinano; il suo “perdersi per ritrovarsi” che è, di fatto, il processo creativo che dà vita ai suoi libri. Federico invece cita, tra gli altri, Maura Gancitano, fondatrice – insieme ad Andrea Colamedici – di Tlon: una casa editrice, un progetto di divulgazione personale, una scuola di filosofia e immaginazione…insomma: un vero e proprio crogiolo di creatività.
Tra i nomi nel mirino di Federico c’è Annamaria Testa, giornalista, pubblicitaria e saggista e, definizione di Fede, “nume tutelare della creatività in Italia”; sfiorata, ma non ancora agganciata. «Quante volte le hai scritto? Il tuo è quasi stalkeraggio!» lo prende in giro Edo. Che fa il nome di Pif, ammettendo che con lui si sta comportando quasi da stalker, e dell’astronauta Parmitano.
Poco a poco l’hackeraggio funziona: spostando il discorso sugli strumenti che, al giorno d’oggi, sembrano indispensabili per un artista, saltano fuori anche i metodi di lavoro dei nostri hacker. Fede, come un novello Pascoli (anche se lui ci racconta di aver trovato il suggerimento su un libro che si intitola, programmaticamente, “Steal like an artist”), lavora su due scrivanie separate, a seconda di quello che sta facendo.
Tra tecnologia e metodo di lavoro
A proposito di tecnologia, Edo sostiene che al giorno d’oggi è sì importante, ma il livello di ingresso si è abbassato: bastano un telefono, poche app e un minimo di competenze per creare un podcast, ad esempio. La sfida, semmai – e proprio per l’aumentata concorrenza – sta nella costanza. Che va lavorata.
«Prima di tutto devi creare un appuntamento fisso. Con te stesso, innanzitutto, e quindi con gli ascoltatori. Noi sappiamo che dobbiamo uscire, cascasse il mondo, con la puntata nuova ogni mercoledì mattina alle 6:00. Questo ti forma la routine»

«Inoltre – aggiunge Edo – devi porti un obiettivo che non può essere una puntata, ma, ad esempio, cinquanta puntate. Faccio cinquanta puntate e poi tiro le somme. Ne parlavamo con Paolo Giuliodori di Efficacemente, un portale gigantesco sulla crescita personale e produttività: il segreto per arrivare a dei risultati è darsi un obiettivo di medio/lungo termine, arrivare a un punto in cui fare un bilancio può essere significativo. Devi trovare lo sforzo giusto per arrivare all’outcome. Il giusto compromesso per fare le cose fatte bene».
Creatività e limiti
La conversazione prosegue e siamo ormai come i “quattro amici al bar” di Gino Paoli (il quarto è il buon Elia che fa la regia dell’intervista). Cerco quindi di fare il punto, provando a rubare qualche altra verità ai nostri ospiti. Dalla nostra conversazione, ho capito che la creatività ha bisogno di un involucro, altrimenti i suoi elementi restano particelle che vagano e non si incontrano mai, non danno vita a nulla. Ma loro quali punti fermi hanno messo? Cos’è per loro la creatività? Cosa hanno capito di come funziona?
«Abbiamo capito che la creatività è la capacità di prendere elementi esistenti e combinarli in maniera innovativa. E poi che più confini hai, più la creatività si libera. Con fatica, perché essere creativi è faticoso, non è solo il lampo di genio, che forse non esiste nemmeno, ma si sviluppa»
«Come nell’esempio che ci ha fatto Benedusi, il fotografo, parlando di Valentino Rossi. Dove si esprime al massimo, impennando per le vie del paese o sul circuito del motomondiale, con delle regole e gli avversari?»
Allenare la creatività
Tra suggerimenti e aneddoti, saltiamo dallo chef Barbieri a Totti e Cassano, fino ad arrivare ad un’altra conclusione: «Siamo tutti creativi, a livelli diversi. C’è quello a cui viene più facile, ma comunque questa cosa, senza allenamento, la perdi. Ma c’è anche chi ne ha meno e, allenandosi, attorniandosi di persone creative, inizia a sviluppare punti di vista diversi, connessioni nuove. La creatività è un muscolo da allenare»
L’obiettivo di questo allenamento (trovate qualche suggerimento nel video dell’intervista!), spiega Federico, è arrivare a fare della creatività qualcosa di professionale, non più solo “ah, che bello essere creativi…”
«L’altro lato della medaglia – dice Edoardo – è che se sei stato colpito dalla “luce” della creatività e non hai fatto fatica, la dai per scontata e rischi di perderla. Che fine avrà fatto quel compagno delle elementari che disegnava così bene, ad esempio?»
D’altra parte – l’hackeraggio prosegue bene – l’aspirazione a migliorare e a circondarsi di stimoli deve far parte della vita; ne escono fuori altri due principi: siamo la media delle cinque persone che frequentiamo di più; e se in una stanza siamo i più bravi, la stanza è sbagliata.
«E se invece, in quella stanza, sono tutti più bravi di noi, abbiamo due possibilità: o usciamo, o – imparando dagli altri – ci diamo da fare» conclude Federico.
Insomma: ci sono ancora cose che Fede ed Edo vogliono imparare, informazioni e personaggi da hackerare. «Qualche risposta l’abbiamo trovata, ma l’argomento è ancora aperto!»
E tu vuoi diventare un creativo?
E se la creatività vi interessa, non vi resta che fare due cose: prima di tutto, guardare il video dell’intervista per ascoltare tutti gli altri suggerimenti di Edoardo e Federico e scoprire tutti i segreti che ci hanno svelato; e subito dopo, aprire Spotify e iniziare ad ascoltare – in ordine sparso, come suggeriscono loro – tutte le puntate del podcast Hacking Creativity!