Il ritorno di Sidney

Dopo esserci rifatti degnamente il guardaroba grazie a Vivienne Westwood, rimettiamo la moda nell’armadio per tornarcene al cinema. Questa volta non ci occuperemo di attori e attrici come Tom Holland o Francis Conroy, ma di un personaggio attorno a cui ruota una saga slasher arrivata di recente al quinto capitolo, Scream.
Di chi parliamo? Ovviamente di Sidney Prescott, vera e propria final girl di questa serie cult ideata da Wes Craven interpretata da una Neve Campell (doppiata, nella versione italiana, da Laura Leghi) affiancata per la quinta volta dai comprimari Courtney Cox (altresì nota per aver prestato il volto a Monica Geller di Friends) e David Arquette.
Dal momento per questa volta abbiamo deciso di variare un po’ il genere della nostra narrazione, provvederemo a riassumere la trama della storia che gira intorno a Sidney Prescott nel corso dei primi quattro film, andando ad evitare ovviamente l’ultimo, onde evitare spoiler (nel caso in cui qualcuno non avesse mai visto nessuno delle precedenti pellicole e volesse recuperarle può invece saltare direttamente alla ricetta).
“Qual è il tuo horror preferito?”
Ghost Face
Il massacro di Woodsboro

Ecco quindi come tutto ha inizio: con la giovane Sidney Prescott che ancora si trascina il trauma della morte della madre, assassinata nella classica cittadina americana di Woodsboro.
É passato praticamente un anno dalla vicenda, quando in città si concatena una serie di omicidi perpetrati da un individuo mascherato, Ghost Face, il quale, dopo aver fatto diverse vittime, tra cui la migliore amica di Sidney (Rose McGowan), si rivelerà essere il fidanzato Billy Loomis (Skeet Ulrich), con la complicità del suo degno compare, Stu (Matthew Lillard), che tra le varie cose confessa anche l’omicidio della madre.
Con l’aiuto di Gale Weathers (Courtney Cox), assillante giornalista, e in parte di Linus (David Arquette), i killer hanno la peggio, lasciando la possibilità di tornare, dei limiti del possibile, a una vita normale.
Questioni di famiglia

La relativa tranquillità dei sopravvissuti, tuttavia, viene spezzata nel secondo film, quando, apertasi la paretesi universitaria di Sidney Prescott ricominciano anche i delitti, che per alcuni versi sembrano richiamare quelli del capitolo precedente, fatto che sembra indicare la presenza di un vero e proprio copycat.
L’emulazione, tuttavia, è solo un pretesto per il nuovo Ghost Face, dietro la cui maschera si nasconde la madre di Billy (Laurie Metcalf), desiderosa di vendetta per il figlio, assistita da uno studente del campus fanatico di saghe cinematografiche (Timothy Olyphant).
Fortunatamente, sempre insieme a Gale e Linus, Sidney, che questa volta si vede soccorsa da Cotton Weary, Sidney ha di nuovo la meglio sugli assassini, non senza però aver patito la perdita di altri amici e del fidanzato.
“Ciao Sidney, ti ricordi di me?”
Ghost Face
Ciak, non si gira ma si muore

Come originariamente pensato da Wes Craven, Scream sarebbe dovuto essere una trilogia, e infatti non sarebbe potuto mancare il capito 3, ambientato questa volta sul set di uno degli ennesimi film ispirati alla strage di Woodsboro (dove immancabilmente si ripresenta la sanguinaria figura di Ghost Face, che uno ad uno elimina i membri del cast).
In realtà gli omicidi, questa volta, altro non sono che uno stratagemma per far uscire allo scoperto Sidney, ritiratasi a vivere tra le montagne.
Si svela allora la trama che vede come killer nientemeno che il regista (che questa volta agisce in solitaria). Colui che si scopre aver manipolato Billy e Stu per scatenare la sua vendetta ai danni di Sidney, di cui si rivela essere il fratellastro avuto da un rapporto della madre con un importante produttore che aveva promesso di renderla famosa.
Va da sé come anche questa volta, seppur con una certa difficoltà, Sidney Prescott riesca infine a sopravvivere, avendo la meglio dopo una lotta all’ultimo sangue senza esclusione di colpi.
Uno sguardo al presente

Tra il terzo e il quarto capitolo, infine, complici anche gli anni passati (11 per la precisione) abbiamo invece un salto temporale non indifferente, con un deciso sorpasso degli anni Novanta in favore del nuovo millennio e di tutte le sue novità, tecnologiche, ma soprattutto social.
Abbiamo quindi Sidney che dopo anni torna a Woodsboro per promuovere l’uscita del suo libro, cosa ben lungi dal poter avvenire con la serenità tipica del lancio di un ricettario di Benedetta Rossi, sicché puntualmente riprende anche la carneficina a opera di Ghost Face.
Tutta la vicenda però, si rivela infine essere il piano della cugina di Sidney, Jill (Emma Roberts), di prenderne il posto in qualità di sopravvissuta, in modo da essere al centro della scena anche a costo di uccidere la sua stessa madre e diversi amici, oltre al suo stesso complice, Charlie (Rory Culkin).
Nonostante la gravità delle ferite, più serie del solito, soprattutto grazie a Gale, Sidney riesce a sopraffare l’ingombrante parente, folgorandola letteralmente.
“Hai dimenticato la prima regola dei remake: non cambiare l’originale.”
Sidney Prescott
Se Sidney Prescott fosse un piatto

Costruita in breve la sinossi, condensando ore e ore di trama in poche righe, possiamo finalmente dedicarci alla ricetta del piatto dedicato a Sidney Prescott, che questa volta più che sul carattere della protagonista si base soprattutto su un trip mentale un tantinello da nerd.
Ma andiamo con ordine. Il primo film della saga si apre con l’iconica scena dell’omicidio di Casey Becker (Drew Barrymore), ammazzata mentre su fuoco avevano giusto iniziato a scoppiettare dei pop corn. E qui abbiamo il primo indizio, il mais, un alimento che oltre che in pannocchie è più che altro commercializzato in scatolette adatte alla lunga conservazione, ossia a sopravvivere a lungo.
Cos’è allora Sidney se non una sopravvissuta? Ecco allora come andremo a rappresentarla, ossia con una vellutata di mais che andremo a servire guarnita, sempre per restare in tema, con una generosa manciata di pop corn.
La cremosa in giallo

Fatta la nostra associazione siamo quindi pronti per prima cosa ad andare a fare la spesa per procurarci gli ingredienti per servire a 4 persone questa vellutata decisamente semplice nell’esecuzione, oltre che rapida e abbastanza economica, senza poi contare che si presta assai bene a essere ripresa con facilità in chiave vegana (burro e panna, presenti come vedremo, possono infatti essere sostituiti con il loro equivalente di derivazione vegetale).
Avremo quindi bisogno di 600g di mais in scatola, 2 cipollotti (solamente la parte bianca), 1 noce di burro, sale e pepe bianco quanto basta, 750ml di brodo di verdure (fatto in casa o anche già pronto), 300ml di panna da cucina e 1 sacchetto di pop corn (in questo caso è possibile scegliere se utilizzare quelli già pronti e salati, oppure se farli scoppiare direttamente in padella).
Un altro richiamo: le lame

Acquistato dunque tutto il necessario possiamo occuparci della preparazione vera e propria è necessario lavare accuratamente i cipollotti e tritarli grossolanamente con un coltello (possibilmente da verdure e non da carne umana).
In una pentola far sciogliere la noce di burro e soffriggervi il cipollotto, facendolo rosolare finché non diventerà traslucido, andando poi ad aggiungere il mais debitamente sgocciolato dopo aver evitato di tagliarsi con l’affilatissima e letale lattina.
Cuocere per un paio di minuti, salare, pepare e coprire con il brodo, proseguendo la cottura per una ventina di minuti.
A tal punto aggiungere la panna, togliere da fuoco e passare il tutto con le lame di un frullatore a immersione, filtrando infine con un colino in modo da rimuovere del tutto le bucce, fastidiose da mangiare e decisamente poco belle da veder galleggiare nel piatto.
Un modo diverso per mangiare pop corn
Adesso non rimane altro da fare che servire la vellutata in tavola per cui è possibile, se non preferibile, dividerla in piatti fondi o ciotole individuali (la zuppiera può andar bene ma si presterebbe meno alla decorazione), da “spolverizzare” con una manciata di pop corn.
Essendo inoltre un piatto di base semplice, è possibile arricchirne il gusto con spezie o erbe aromatiche, come ad esempio paprika affumicata o rosmarino, che possono essere aggiunti sia in cottura sia in fase di guarnizione.
Dopo una cena a tema Sidney Prescott ed esserci guardati Scream siamo allora pronti per i saluti, in attesa del nostro prossimo appuntamento dei mercoledì. Stay Tuned!
Potremmo mai dimenticare la musica? Certo che no, e allora Alice Cooper – School’s Out