Vivienne Westwood, of course

Siamo finalmente in stagione di saldi! Perciò, pur avendo iniziato il 2022 all’insegna della musica (per la precisione con Katy Perry,)è tempo di dare il giusto spazio ad un settore artistico fondamentale: quello della moda.
Nel firmamento stilistico contemporaneo avrei potuto citare tantissimi nomi: da Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, magari in riferimento alla pellicola che vede la partecipazione di Lady Gaga, al compianto genio di Karl Lagerfeld. Tuttavia, per questa volta, ho deciso di dare precedenza alla patrona di un marchio che, a suo modo, riesce a ricollegarsi con il mondo musicale (giusto per non recidere troppo nettamente il fil rouge che lega le fondamenta di Where Magic Happens).
Di chi stiamo parlando? Ma di dama Vivienne Westwood, of course, regina indiscussa dello stile punk rock e delle sue evoluzioni i cui modelli farebbero decisamente palpitare anche un rivenditore di tonache.
Dal centro (geografico) dell’Inghilterra al cuore della metropoli

Prima di passare alla ricetta dedicata alla Westwood, dobbiamo ovviamente onorare le nostre ormai ben consolidate consuetudini. Per questo motivo andiamo a conoscere un po’ più da vicino la nostra musa ispiratrice, dagli esordi fino ad arrivare (letteralmente) all’altro ieri.
La passione per lo stile della giovane artista, intanto, è troppo grande per trovar spazio nell’amena ma piccola cittadina delle Midlands, tanto che Vivienne si trasferisce in quel polo culturale cosmopolita che è Londra, dove inizia a studiare moda e oreficeria alla Harrow School of Art. Anche l’ambiente universitario però deve starle stretto, tanto che dopo aver abbandonato i corsi cerca lavoro altrove e inizia a produrre i suoi gioielli.
Ecco quindi arrivare il 1962, quando Vivienne, ventunenne, si sposa con Derek Westwood, prendendo quel cognome grazie al quale sarebbe diventata un’autentica icona (sotto alcuni aspetti, sembra quasi che il live action Disney su Cruella con Emma Stone si rifaccia un po’ alla Westwood, soprattutto nello stile).
Traguardo? Punto di partenza!

Questa prima parentesi non è però che solo l’inizio dell’avventura della Westwood nel mondo della moda, tant’è che non ci vuole molto per aprire il primo storico negozio di King’s Road.
È proprio tra queste mura che la creatività di Vivienne Westwood esplode, con idee dirompenti che riprendono stilemi del passato tipici dello stile British messi però al servizio di un’indole giovanile e ribelle; il tutto condito con sarcasmo e ironia, per non parlare poi di interessanti richiami alla sfera sessuale e talvolta del vero e proprio feticismo.

È proprio grazie a questi nuovi canoni, tanto stravaganti quanto provocatori che la Westwood viene eletta regina e pioniera dello stile punk rock.
Mutuando così anche altri elementi del passato come i corsetti, i kilt o le camicie di stampo ottocentesco, insieme a una sessualità decisamente fluida, tanto che sono molti i capi pensati per essere unisex. Si arriva alla prima fortunata sfilata del 1981, a cui ne seguono moltissime altre, tutte condite da clamore, successi e meritati riconoscimenti, sia in seno al glorioso impero britannico sia nel resto del mondo.
L’arte non dovrebbe mai essere sociologica; deve essere senza tempo. Deve essere la tua visione e come puoi rappresentare il mondo che vedi.
Vivienne Westwood
Se Vivienne Westwood fosse un piatto

Potremmo a questo punto dilungarci ancora per pagine e pagine e ancora pagine su questo mito vivente della moda, tuttavia, dal momento in cui c’è fortemente il rischio che il sottoscritto si sveni letteralmente con lo shopping online, è decisamente meglio tornare in cucina, per associare come da rituale il piatto di questa settimana a Vivienne Westwood.
Prima di procedere, tuttavia, è bene soffermarci solo per qualche istante sulla stilista fuori dall’atelier, ossia sulla persona: particolarmente attenta, oltre che ai suoi modelli, anche a importantissime tematiche sociali come i diritti civili, per non parlare poi dell’ecologia e del supporto ai paesi in via sviluppo. Per questo sono diverse le linee che nel corso degli anni sono state confezionate con processi e materie prime eco-sostenibili direttamente in paesi come il Kenya, dove gli aiuti umanitari sono stati conferiti sotto forma di lavoro equamente retribuito sia dal denaro che dal passaggio di tecniche produttive.
Non da meno è infine l’approccio, come si sarà già potuto intuire, con il sesso, vissuto liberamente come espresso da alcuni capi (la felpa Exposed, che ho nell’armadio, ndr, su cui è rappresentato King Kong nell’atto di masturbarsi, ovviamente senza censure), quanto nella scelta di alcuni progetti coinvolgenti tra gli altri porno-attori del calibro di Colby Keller.

Alla luce di tutto ciò, il piatto dedicato a Vivienne non avrebbe potuto che essere una Victoria Sponge Cake rivisitata con cioccolato, mango e peperoncino.
“Per me lei definisce lo stile British, inoltre la cosa che più mi piace di lei è che parla sempre di argomenti importanti e profondi piuttosto che di moda.”
Georgia May Jagger
Facili (si spera) parallelismi

Perché ho scelto di stravolgere un classico della pasticceria inglese? Credo sia un piatto perfetto per essere rivisitato in chiave punk, con gusti esotici e note speziate scelti per omaggiare la regina di questo stile. Si tratta inoltre del dolce preferito dalla regina Vittoria, uno dei più iconici simboli del Regno Unito. Ça va sans dire che l’impegno sociale abbia invece influito sulla scelta del tipo di portata, un dessert ottimo per l’ora del tè, emblema del fatto per cui, sotto una corazza strong e aggressive, si celi una grandissima dolcezza di fondo.
Bando ai sentimenti veniamo ora alla lista della spesa necessaria per una torta di 20cm di diametro, per la cui base occorreranno: 200g di burro, 200g di zucchero, 4 uova, 1 bustina di lievito, 1 pizzico di sale, 170g di farina 00, 30g di cacao amaro, 1 cucchiaino di estratto di vaniglia.
Per la farcitura, invece, serviranno: 300g di formaggio spalmabile, 100g di zucchero a velo e 1 cucchiaino di estratto di vaniglia. Ultimo, ma non di certo per importanza, la composta di frutta, per la quale saranno necessari: 1 grosso mango maturo (da cui ricavare almeno 300g di polpa, 60g di zucchero (da variare in base alla dolcezza del mango) e 1 o 2 peperoncini freschi (anche in questa caso la quantità è da variare, relativamente però al gusto, alla tolleranza e al grado di piccantezza, per cui magari è meglio evitare il Carolina Reaper).
Grembiule tartan e si cucina

Per prima cosa è il caso di occuparsi della base, per cui, preferibilmente con una planetaria munita di frusta, bisognerà montare il burro con lo zucchero e la vaniglia fino a ottenere un composto spumoso, a cui si potranno quindi aggiungere le uova, uno alla volta, amalgamando per bene prima di unire le successive.
A tal punto occorrerà unire delicatamente il sale e la farina e il lievito setacciati, facendo attenzione a non smontare il composto, che una volta omogeneo dovrà essere diviso in due parti uguali in altrettante tortiere a cerniera da 20cm debitamente imburrate e infarinate. Riempiti gli stampi non si dovrà fare altro che infornarli a 180 gradi per 25 minuti, verificando la cottura con la prova stecchino. Una volta pronte le basi andranno lasciate raffreddare e sformate.
Nel frattempo ci si potrà occupare della crema, facilmente realizzabile amalgamando con cura formaggio spalmabile, vaniglia e zucchero a velo.
Quanto infine alla composta, sarà necessario sbucciare il mango e tagliarne la polpa a dadini, i quali andranno ripassati in padella insieme allo zucchero e al peperoncino privato dei semi e tagliuzzato finemente fino all’ottenimento di una composta dalla consistenza simile a quella della marmellata.

It’s punk tea time, enjoy!
Abbiamo così le basi, e la doppia farcitura, per cui a questo punto dobbiamo solo assemblare gli ingredienti per dar vita alla nostra Vivienne Westwood Sponge Cake.
Disporre su di un piatto da portata il primo strato di torta e ricoprirlo con la crema livellandola in maniera uniforme, facendo quindi seguire la composta di mango e peperoncino (nessun problema se trasborda un po’).
Chiudere infine con il secondo strato di torta, spolverizzando a piacere con dello zucchero a velo (in alternativa per la decorazione è possibile sbizzarrirsi anche con ciuffi di panna montata, cioccolato e frutta fresca).
Dopo questa full immersion nel regno della moda, che per inciso ha in questa fattispecie il suo impatto trasversale anche sulla cultura pop, non ci resta allora altro da fare che concederci una bella fetta di dolce in attesa del nostro affezionato appuntamento del mercoledì. Ovviamente stay tuned!