Katy e i fuochi d’artificio direttamente da Las Vegas
Dopo una meritata pausa per le festività natalizie è arrivato il momento di riprendere in mano pentole e utensili vari in modo da tornare allegramente in cucina per farci ispirare da attori, cantanti e chi più ne ha più ne metta.

Sebbene a cavallo tra dicembre e gennaio riemerga puntualmente il vecchio detto “Anno nuovo vita nuova”, per salutare il 2022 abbiamo invece scelto di ritornare un po’ agli inizi di questa rubrica, dedicandoci nello specifico al mondo della musica, per cui andremo a far riferimento ad una delle più famose regine del pop: Katy Perry.
Il riferimento del suo celebre brano ‘Fireworks’ con il capodanno è palese e scontato ma, questa volta, ho pensato a lei anche per via dell’ inizio, proprio in questi giorni, del suo residency show in quel di Las Vegas (seguendo le orme di altre colleghe come Britney Spears, Lady Gaga e Jennifer Lopez).
Gli esordi di una California girl

Tralasciando il solito discorso sull’avvicinamento al mondo della musica da parte di Katy già in tenera età (in effetti è un tema che abbiamo incontrato già moltissime volte, vedasi ad esempio Avril Lavigne), facciamo subito una balzo in avanti fino al vero e proprio debutto, avvenuto con un album di musica cristiana firmato a nome di Katy Hudson, figlio a suo modo dell’educazione impartitagli dai genitori (due predicatori).
Nonostante le buonissime basi e le premesse frutto di contatti e attenzioni con i guru del panorama musicale di Nashville, la città santa per ogni amante del country, questo primo debutto non fu esattamente tra i più rosei (la stessa casa discografica sarebbe fallita poco dopo), tanto da spingere Katy a trasferirsi a Los Angeles per cercare di trovare una strada che potesse dirsi veramente sua.
Anche nella città degli angeli sarebbe però stato necessario faticare, soprattutto per via di un rapporto tutt’altro che idilliaco con la Columbia Records, a cui sarebbe poi in seguito subentrato il gruppo formato dalla Virgin e dalla Capitol, grazie alle quali, finalmente, Katy avrebbe potuto fare letteralmente il botto, utilizzando però come cognome d’arte quello della madre, Perry per l’appunto.
“Mio padre mi dava dieci dollari – che è un sacco di soldi per una bambina di nove anni – per cantare in chiesa, ai ristoranti, alle cerimonie, un po’ovunque.”
Katy Perry
Un secondo primo debutto

Dopo una prima sfortunata parentesi definibile come evangelica, è proprio con una svolta maggiormente pop che Katy riesce a sfondare nel complicato panorama musicale americano, impresa questa diventata possibile grazie al secondo album One of the Boys, contenente pezzi ormai celeberrimi del calibro di Hot ‘n Cold.
Consacrata quindi al successo, Katy prosegue la sua carriera da cantautrice, dove non mancano però esperienze come attrice, doppiatrice e giudice di talent come X-Factor e American Idol, le quali vanno a scandire le uscite di dischi come Teenage Dream, Prism, Witness e Smile, ere ovviamente seguite, con l’eccezione dell’ultima, dai rispettivi tour.
A ben vedere, complici la gravidanza della prima figlia, Daisy Dove, avuta con Orlando Bloom, ma anche la pandemia, Katy sembrerebbe aver preferito stabilirsi per un po’ a Las Vegas, come già anticipato, dove è in programma per l’appunto una serie di show che va a prendere il titolo di Play.
Se Katy Perry fosse un piatto

Messo allora in risalto il curriculum di Katy, ornato tra le varie cose da record e certificazioni, è quindi arrivato il momento per il nostro classico abbinamento culinario. Quindi, mettendo per ora da parte voce, stile tra pop, disco e rock con note gospel e riferimenti canori ad artisti presi a modello come Alanis Morissette, è giunto il momento di alzare la cloche e svelare per l’occasione, dopo averli proposti in versione salata per Adele, dei maritozzi con la panna rivisitati.

Nonostante possa sorgere la legittima domanda sul perché di una tale associazione, la risposta, come vedremo, è assai semplice.
Katy, infatti, come emerge da spettacoli e interviste, risulta essere particolarmente rustica, specialmente per via del suo spiccato umorismo, fatto questo che la rende facile da equiparare a uno dei must gastronomici della nostra capitale.
Accanto a questa prima caratteristica, tuttavia, ne emerge subito un’altra, ossia la pannosa dolcezza che la contraddistingue soprattutto per quanto riguarda il suo impegno in tematiche sociali tali il supporto a donne, bambini e alla comunità LGBTQ+, ma anche per l’affetto verso i suoi fan (durante la tappa bolognese del Witness tour, ad esempio, aveva letteralmente duettato con una bambina fatta salire appositamente sul palco dal pubblico, con la quale aveva cantato Roar, ndr).
“Le canzoni che io scrivo possono essere tristi o allegre, ma avranno sempre tutte un fondo di humor.”
Katy Perry
E adesso tutti a far la spesa
Come al solito, stabilito il piatto, non ci resta che andare a fare la spesa in vista della preparazione di una decina di maritozzi, che per l’occorrenza andremo ad arricchire con delle ciliegie spadellate, giusto per fare un piccolo riferimento alla Cherry Pie presente nel testo della canzone Bon Appétit.
Avremo quindi bisogno di 200g di farina 00, 200g di farina Manitoba, 25g di lievito di birra fresco, 120ml di latte intero più un cucchiaio per spennellare, 140g di zucchero, 15g di miele, 1 uovo, 1 tuorlo, 80ml di olio di semi, 1 pizzico di sale, la buccia di un limone grattugiata, 30ml d’acqua, 300ml di panna da montare non zuccherata, 50g di zucchero a velo e 100g di ciliegie snocciolate (l’ideale sono quelle sciroppate, meglio ancora le amarene, per smorzare con la loro acidità il grasso della panna).
Dopo aver così rifornito frigorifero e dispensa siamo pronti per cimentarci nella nostra ricetta ispirata a Katy Perry, per cui mettiamo su le sue canzoni e precipitiamoci in cucina.
Un dolce filo tra Roma e Los Angeles

Senza a perderci in chiacchere andiamo a far sciogliere il lievito e il miele in poco latte fatto intiepidire, per poi unire il tutto alle due farine miscelate tra loro nella ciotola di una planetaria munita di gancio (eventualmente si può impastare a mano senza nessun problema).
Aggiungere l’uovo (ma non il tuorlo), il sale, 80g di zucchero, il limone, l’olio e il latte rimanente e azionare la planetaria a velocità medio-alta, fino a raggiungere un impasto omogeneo che dovrà quindi essere coperto con un canovaccio e lasciato lievitare a forno spento ma con la luce accesa per circa 3 ore.
Trascorso questo tempo dividere l’impasto in 9-10 porzioni di pari paso, che andranno sagomate con la forma di paninetti ovali e dovranno essere disposti debitamente distanziati su di una placca rivestita di carta oleata. Far lievitare per un’altra ora, quindi spennellare con il tuorlo d’uovo sbattuto insieme ad un cucchiaio di latte e, infine, cuocere a 180 gradi in forno ventilato per una quindicina di minuti. Nel frattempo portare ad ebollizione in un pentolino l’acqua con i restanti 60g di zucchero, in modo da realizzare uno sciroppo con cui bisognerà spennellare i maritozzi, ancora caldi, una volta sfornati.
Non dimentichiamo il ripieno!

Mentre i maritozzi si raffreddano, possiamo occuparci delle ciliegie, che andranno saltate in padella con 3 cucchiai del loro sciroppo finché questo non si sarà ridotto formando una sorta di caramello.
Dopo che anche questa preparazione si sarà raffreddata, montare a neve ben ferma la panna con lo zucchero a velo (volendo si può aggiungere anche un cucchiaino di estratto di vaniglia), incidere per lungo i maritozzi con un taglio profondo ma che li lasci comunque interi e farcirli con le ciliegie e, ovviamente, con la panna. A piacere si può quindi rifinire il tutto con una spolverizzata di zucchero a velo.
E adesso che anche il nostro piatto dedicato a Katy Perry è pronto, non ci rimane altro che dirvi, in attesa del nostro consueto appuntamento del mercoledì, “Bon Appétit baby”, ma soprattutto, stay tuned!
Ovviamente non avremmo potuto concludere diversamente, Bon Appétit!