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Dritti nella tela di Tom Holland
Dopo esserci avvicinati al Natale con Mariah Carey, proseguiamo nel clima festoso con un approccio decisamente differente, lasciando da parte per il momento addobbi e stornelli andando così a tuffarci nel mondo del cinema (tranquilli, non è passato il Grinch, ci riallineeremo al tema quando sarà il momento di dedicarci alla ricetta).
I dati al botteghino dell’ultima settimana mi hanno reso la vita facile dato che Tom Holland, protagonista di Spider-Man: No Way Home, (film approdato in Italia il 15 dicembre scorso ma che nel giro di pochissimo si è rivelato un vero e proprio campione d’incassi in barba a tutte le variegate restrizioni legate alla pandemia) non ha nessun rivale.

Come da prassi (non ce ne vogliano gli altri membri del fantastico cast, composto tra gli altri anche da Benedict Cumberbatch), a questo punto, non ci rimane che conoscere più da vicino il nostro Tom Holland.
“Spider-Man è uno dei miei miti fin dall’infanzia. Davvero. Sarebbe bello che qualcuno recuperasse le foto di una festa in maschera che ho fatto qualche anno fa, quando tra pirati, Peter Pan e George Washington c’ero io vestito da Uomo Ragno”
Tom Holland
Un copione che si ripete

Chi finora ha avuto modo di dedicare un po’ di tempo a questa rubrica, avrà senz’altro notato come spesso e volentieri sia cantanti (vedasi Carmen Consoli) sia attori si siano avvicinati al mondo dell’arte sin dall’infanzia o al più in adolescenza; elemento questo che ovviamente si va a ripetere anche nel caso di Tom Holland il quale, nello specifico, inizia dapprima a ballare hip hop (manifestando un’attitudine tale da destare l’interesse da parte di una coreografa impegnatia nella produzione del musical di Billy Elliot).
Ecco allora arrivare nel 2008, a soli 12 anni, dopo un duro impegno fatto di prove su prove, una prima parte proprio dove danza e recitazione si uniscono, rendendo evidente una certa versatilità grazie a cui sarebbero in seguito piovuti anche moltissimi altri ingaggi.
Dopo aver sperimentato anche il ruolo di doppiatore per la versione britannica di Arrietty, dello Studio Ghibli, un notevole impulso alla carriera del sedicenne Tom Holland viene dato con la partecipazione al film The Impossible (con Naomi Watts e Ewan McGregor) che si rivela un riuscitissimo battesimo cinematografico.
Sotto al costume da ragno

Non passa quindi molto tempo prima che il curriculum di Tom continui ad arricchirsi, con ulteriori parti in importanti pellicole come Heart of the Sea di Ron Howard, una sorta di prequel delle avventure legate alla caccia di Moby Dick.
Ciak dopo ciak arriviamo dunque all’incontro con il costume di Spider-Man, indossato per la prima volta sul set di Capitan America: Civil War, ma in seguito ripreso nei film di Jon Watts incentrati appunto su Peter Parker. Qui, oltre a essere l’indiscusso protagonista, consolida definitivamente una carriera a tutti gli effetti già ben avviata nonostante la giovanissima età.
A coronare poi questa serie di successi hanno inoltre contribuito negli anni numerosissimi premi ottenuti, come il BAFTA all’Empire Award, i Teen Choice Awards o i Saturn, a cui si sommano a loro volta ulteriori riconoscimenti in seno a diversi festival come quelli di Hollywood e di Phoenix.
Se Tom Holland fosse un piatto

Avendo così constatato che bravura, presenza e successo ci siano a volontà, siamo pronti a fare il consueto salto dalle note biografiche a quelle culinarie; per cui andremo ad associare a Tom Holland il suo piatto che, nello specifico sono le Mince Pie, dolci inglesi tipici delle festività natalizie (come promesso eccoci quindi ritornare sull’argomento).
Ovviamente, però, la scelta in questione non è stata smossa semplicemente dalla nazionalità di Tom (britannica), né tantomeno dal fatto che siamo ormai prossimi al 25 dicembre. Personalmente adoro la versatilità di questi dolcetti che ben si prestano, oltre che ad accompagnare una tazza di tè, a essere riadattati in mille varianti a seconda degli ingredienti che si hanno a disposizione.
Altra questione tutt’altro che da poco è invece la tradizione, che emerge soprattutto dall’attaccamento alla famiglia, evidente in questo caso, oltre che da alcune dichiarazioni emerse durante delle interviste. Pare che Tom abbia preferito trasferirsi, anziché a Los Angeles, in una casa non lontana da quella dei genitori a Kingston upon Thames, nell’area della Grande Londra.
“per un po’ ho anche cercato casa a Los Angeles. Poi ho fatto una scelta molto diversa. Andare a vivere da solo, ma a Londra. […] a pochi metri di distanza dalla casa dei miei genitori.[…] Forse, da questo punto di vista, sono più sentimentale di Peter Parker. Va bene l’indipendenza economica, ma penso di avere ancora molto da imparare a questo mondo”
Tom Holland
Dalla crosta al ripieno

Siamo allora finalmente pronti per passare alla fase successiva, ossia quella del reperimento degli ingredienti delle Mince Pie, le quali constano, per inciso, di una crosta esterna, non troppo dissimile dalla pasta frolla, ripiena di frutta secca con una decisa nota alcolica.
Ma scendiamo nei dettagli. Premettendo che, mantenendo comunque le proporzioni, ci si può sbizzarrire a proprio piacere con la frutta secca (magari usando pinoli, datteri, albicocche…), per preparare una dozzina di dolcetti, saranno necessari altrettanti stampini per muffin. Avremo bisogno, per la parte esterna, di 320g di farina, 225g di burro, 100ml d’acqua ghiacciata, 20g di zucchero e un pizzico di sale.
Relativamente invece alla farcitura, serviranno 1 mela gialla, 90g di zucchero di canna, 25g di ribes essiccati, 25g di mirtilli essiccati, 25g di lamponi essiccati, 25g di more essiccate, 50g di prugne secche senza nocciolo, 50g di arancia candita, 100g di uvetta, 5g di cannella in polvere, un pizzico di noce moscata, 5g di zenzero in polvere, la buccia grattugiata di 1 limone, 25g di mandorle pelate, 60g di burro fuso e infine 100ml di Brandy.
Prima il dentro poi il fuori

Iniziamo per prima cosa ad occuparci del ripieno. Sarà necessario sminuzzare le prugne, tritare grossolanamente le mandorle e tritare finemente l’arancia. Sbucciare e tagliare a pezzettini piccoli la mela e disporla in una ciotola insieme agli ingredienti appena preparati, andando poi ad aggiungere il resto della frutta secca, le spezie, la buccia di limone e lo zucchero.
Dopo aver mescolato tutto con cura bisognerà quindi unire il burro e, dopo aver di nuovo rimescolato, il Brandy. A tal punto occorrerà coprire con della pellicola e lasciar marinare in frigorifero per uno o due giorni, rigirando di tanto in tanto.
Trascorso questo lungo tempo di riposo ci si potrà dedicare alla pasta, per cui bisognerà unire nella planetaria munita di gancio a foglia (in alternativa si potrà lavorare a mano utilizzando la punta delle dita), farina, sale e zucchero, aggiungendo poi il burro in modo da ottenere una sorta di sabbia a cui bisognerà unire l’acqua freddissima. Lavorare il composto fino a ottenere un impasto omogeneo che andrà avvolto nella pellicola e fatto riposare in frigorifero per almeno un’ora.
Diamo forma al gusto

Trascorso anche questo tempo di riposo stendere la pasta con uno spessore di 3mm da cui andranno ricavati dei dischi da 10cm di diametro che andranno dunque disposti negli stampi per muffin debitamente imburrati e infarinati.
Distribuire il ripieno, livellarlo e riporre nuovamente in frigo. Impastare e stendere nuovamente i ritagli di impasto sempre con uno spessore di 3mm da cui andranno ricavate delle stelle o dei fiori che andranno quindi disposte sul ripieno.
Far riposare per ulteriori 30 minuti in frigo dopodiché infornare a 175 gradi per 30 o 40 minuti a seconda della potenza del forno.
Far raffreddare, sformare e servire, magari proprio per Natale. A proposito. Già che ci siamo ne approfittiamo per augurare buone feste, il tutto in attesa del nostro appuntamento del mercoledì. Come sempre, Stay tuned!
E per finire come sempre in musica, ecco i Beastie Boys con No Sleep Till Brooklyn
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