Se fosse un piatto
ARTICOLO
Édith Piaf

Édith Piaf: voliamo in Francia per il 1° antipasto di WMH

Un pezzo di storia d'Oltralpe da assaggiare come una rillette

A ognuno il proprio genere

Édith Piaf
Édith Piaf

Finalmente, dopo un primo giro di aperitivi, siamo pronti al servizio del primo antipasto, per l’occasione ispirato nientemeno che a Édith Piaf.

Perché, nell’immenso panorama musicale, dopo aver assaggiato prima i contemporanei Lorde ed Ed Sheeran e poi Geri Halliwell, dedicarsi a qualcosa di così diverso da quelli che potrebbero essere i gusti di massa?

La risposta, che non vuole essere minimamente pretenziosa, consta semplicemente nel fatto che nella vastità del mondo di melodie e canzoni, un po’ come per il cibo, bisogna provare almeno una volta qualunque pietanza (ovviamente il tutto entro i propri limiti), senza perciò precludersi l’ascolto di artisti come la grande Édith Piaf.

Per quanto la si possa trovare retrò (mi si perdoni il termine) o si sia più soliti nell’ascolto di brani nella propria lingua madre o in inglese (o spagnolo, giusto per scomodare i tormentoni estivi), la grande voce della Piaf è sicuramente un pezzo di storia che vale ogni secondo del tempo che le si sceglie di dedicare.

Sur le chemin de la grandeur

 Édith Piaf e Charles Aznavour
Édith Piaf e Charles Aznavour

A proposito dell’inconfondibile timbro vocale di Édith Piaf, questo, con la sua particolare graffiatura è probabilmente il primo tratto distintivo della discografia del Passerotto, giusto per citarne un soprannome.

Tale peculiarità canora, inoltre, è letteralmente alla base della carriera di questa leggendaria cantautrice, dal momento in cui le consentì di passare dalle esibizioni di strada nella sua nativa Parigi e in piccoli locali e cabaret, ai principali templi della musica francese, resisi accessibili dopo esser stata notata dall’impresario Louis Leplée, al quale si deve un altro dei suoi epiteti, quello di Môme.

Ecco quindi come crebbe, tra gli anni ’30 e gli anni ’60 del Novecento una delle figure più emblematiche della Chanson d’Oltralpe, che fu in grado di intrecciare la sua vita a quella di alcuni dei più grandi esponenti del mondo della cultura dell’epoca, tra cui spiccano, giusto per fare un paio di nomi, il collega Charles Aznavour e il poeta nonché regista, attore, sceneggiatore (eccetera) Jean Cocteau, già noto per aver diretto la trasposizione cinematografica del 1946 de ‘La Bella e la Bestia‘.

Édith Piaf l’immortale

Padam… Padam…

Tralasciando il periodo della malattia e la successiva morte nel 1963, a nemmeno 48 anni, tra queste righe si preferisce ricordare i testi, spesso a tematica amorosa, grazie ai quali Édith Piaf è riuscita a raggiungere l’immortalità, tra i quali è pressoché impossibile non citare capolavori come ‘Non, je ne regrette rien’, ‘Padam… Padam… o ‘La Vie en rose’.

L’eternità dell’opera musicale di Édith Piaf, inoltre, si è quindi col tempo letteralmente trasformata in un inno alla francesità, tanto che spesso e volentieri viene utilizzata come metro di paragone tra gli chansonnier e non solo. Basti pensare ai diversi commenti, più o meno positivi a proposito di Barbara Pravi all’Eurovision Song Contest 2021 (quello vinto dai Måneskin).

L’amore per le canzoni della Piaf, per di più, non è confinato solamente entro i limiti dell’Hexagone, avendo raggiunto scala mondiale con citazioni continue in tutto il globo, per non parlare poi del film con cui la splendida Marion Cotillard è riuscita a vincere l’Oscar nel 2007, La Môme, diretto da Olivier Dahan (bisogna però sottolineare come per le parti cantate si sia preferito utilizzare la voce originale della Piaf, per via dell’inimitabile timbro caratteristico).

Non mi dispiacerebbe affatto tornare sulla Terra dopo la mia morte

Édith Piaf

Se Édith Piaf fosse un piatto

Rillette decorata con frutti di bosco
Rillette decorata con frutti di bosco

Dopo questo primo preambolo, veniamo quindi come di consueto alla parte gastronomica che vede l’associazione di Édith Piaf a una pietanza e che, per l’occasione, deve consistere in un classico della cucina francese, la rillette, un antipasto originario della regione della Turenna a base di carne o di pesce sfilacciato e insaporito nei più diversi modi.

Nonostante esistano moltissime declinazioni di questo piatto, come al cervo, all’anatra all’arancia, al maiale e timo e chi più ne ha più ne metta, per l’occorrenza si è optato per una versione a base di salmone affumicato servita come una sorta di tortino, il tutto sgrassato con del limone candito.

Vediamo per prima cosa la lista della spesa: per 4 persone serviranno 270 g di salmone fresco senza pelle, 135 g di salmone affumicato, sale e pepe quanto basta, 1 cucchiaio raso di aneto tritato finemente, 135 g di crème fraîche (anche nota come panna acida, può essere sostituita con altrettanto yogurt greco o con del formaggio spalmabile), un limone biologico e infine 30 g di zucchero.

E ora mettiamoci ai fornelli!

Riuniti tutti gli ingredienti possiamo quindi dedicarci alla nostra rillette dedicata a Édith Piaf.

La Vie en rose
Salmone
Salmone

Iniziamo con il cuocere, dopo averlo accuratamente spinato, il nostro salmone, rosa come La vie en rose (il riferimento era ovviamente voluto), facendolo bollire per una decina di minuti. Nel frattempo tritare finemente il salmone affumicato.

Quando il salmone fresco sarà cotto, bisognerà quindi scolarlo e farlo raffreddare, per poi spezzettarlo (rimuovendo ogni eventuale lisca rimasta) dentro a una ciotola, dove sarà quindi necessario aggiungere il salmone affumicato, la panna acida, il succo di mezzo limone, l’aneto, il sale e il pepe.

Amalgamare per bene il tutto, dopodiché far riposare in frigorifero per almeno 4 ore.

Mentre il nostro composto riposa, possiamo dedicarci al limone candito, per cui bisognerà ricavare delle striscioline di scorza con un pelapatate, che andranno poi unite, in un padellino antiaderente, allo zucchero e a 30 ml d’acqua. Il tutto andrà fatto cuocere a fuoco medio finché l’acqua non sarà completamente evaporata, lasciando così le bucce che andranno fatte raffreddare su un pezzo di carta da forno.

Arriviamo allora al dunque

Eccoci dunque raggiungere il momento saliente di questa chanson culinaria ispirata a Édith Piaf, consistente appunto nell’impiattamento.

Dividere la rillette in quattro parti uguali e distribuirla in altrettanti piattini dando forma con un coppapasta. Decorare con il limone candito ed eventualmente con dell’insalata, magari di quella con i fiori edibili, oppure con dell’aneto o dell’erba cipollina.

Un’altra ottima eventuale aggiunta, potrebbe poi consistere tranquillamente, vista la consistenza spalmabile della rillette, in dei crostini o in qualche fetta di pane tostato, meglio ancora se arricchito con qualche goccia di olio extravergine d’oliva aromatizzato al limone.

Dopo esserci goduti questo primo antipasto a base di salmone e di Édith Piaf, non ci resta che attendere la prossima portata, che, perfettamente in linea con un pasto che vuole essere luculliano, non sarà ancora un primo (e chi ha orecchio per intendere intenda).

Detto ciò, non ci rimane che il nostro consueto arrivederci a mercoledì prossimo. Enjoy!

Non, je ne regrette rien
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