Reich Berliner Philarmoniker

Musik und Macht, la dittatura del suono nel regime nazista

Classici vs Avanguardie nel Terzo Reich. Propaganda e contropropaganda

di Gianmarco Botti

L’Arian pass contro la libertà

Ne abbiamo già parlato in un articolo sulla musica nell’antico Egitto, ma fa bene ribadirlo ogni tanto: da sempre la musica appartiene al popolo, che la interpreta nelle sue forme più disparate, e attraversa tutte le classi sociali e ogni schieramento politico.

Non bisogna necessariamente cercare una situazione estrema come il Terzo Reich per individuare gruppi che abbiano cercato di zittire con la forza espressioni non gradite. Si pensi alla censura Talebana in Afghanistan tanto di determinate forme di musica tradizionale, quanto di ogni tipo di musica di origine o ispirazione occidentale, voluta per rimuovere una potenziale fonte di ‘corruzione’ per il popolo.

Certificato di razza ariana
Ariernachweis, 1943 – certificato di appartenenza alla razza ariana

Nella Germania nazista, è successo l’inimmaginabile, ma non molti conoscono il retroscena artistico e musicale. Nel rispetto del mito ariano, fu impedita ogni forma di influenza a coloro che non fossero di certificata razza pura.

Sprofonderemo in questa ed altre nefandezze, nel secondo capitolo di Musica e Potere, questa volta ribattezzato (in tedesco) in Musik und Macht.

Nazisti contro il Jazz

Entartete Musik Locandina
Locandina propagandistica tedesca

Non solo propaganda, ma anche contropropaganda. In ogni ideologia del nemico, la cultura è un bersaglio, in tutte le sue forme. La musica non fa differenza.

Nel 1930 il regime nazista inaugura un nuovo termine, Entartete Musik, letteralmente ‘musica degenerata’, applicato alle forme compositive che il Reich considerava corruttrici e dannose. Tra queste, anche il Jazz, che ricevette l’etichetta personalizzata di Negermusik. Negli stessi anni, dall’altra parte dell’oceano Louis Armstrong registrava il bellissimo ‘Basin Street Blues’.

In una vera e propria guerra ideologica, da un lato era schierata la costruzione di origini epiche della volontà di potenza tedesca; dall’altro, il nemico, arte inquinante che distoglieva il popolo tedesco dal concentrarsi esclusivamente sul proprio retaggio. Richard Wagner, il compositore preferito di Adolf Hitler e forse il più grande compositore tedesco mai vissuto, è il modello più illustre usato dal Reich per diffondere, anche musicalmente, il proprio dominio.

Del resto, chi meglio di un Wagner, supportato da un’accurata propaganda, poteva incarnare la fame abissale di potere del regime?

Wagner – Viaggio di Sigfrido sul Reno, registrazione del 1940, Hans Knappertsbusch – Orchestra di Vienna

Reichsmusikkammer e l’esibizione della musica degenerata

Nel 1933 viene creata la Reichsmusikkammer, la Camera Musicale del Reich, allo scopo di promuovere la ‘buona musica tedesca’, suonata e diretta esclusivamente da ariani muniti di tessera di riconoscimento ufficiale. Contemporaneamente, si procede all’epurazione di tutti gli artisti non ariani dalle principali compagnie tedesche (con un’enorme perdita di patrimonio artistico per la nazione e notevoli proteste anche popolari).

Reichmusikkammer pass
Pass della Reichmusikkammer, 1944

Dall’altra parte, l’attenzione dedicata alle opere d’arte non ariane e alla Entartete Musik porta alla nascita delle mostre d’Arte Degenerata (Entartete Kunst, 1937) e Musica Degenerata (Entartete Musik, 1938). La seconda, che ci riguarda maggiormente, fu dall’apertura fortemente boicottata da gran parte dei lavoratori della musica tedeschi, al punto che l’esibizione dovette chiudere in anticipo sulle previsioni.

Entartete Kunst Locandina
Locandina pubblicitaria della mostra di ‘Arte degenerata’

Goebbels e il piano del Reich

La musica, anche nella Germania nazista, era un soggetto decisamente più controverso e più difficile da controllare di altre forme culturali. Del resto, come dice il dottor Goebbels.

La musica colpisce cuore ed emozioni più che l’intelletto. Dove potrebbe mai battere più forte il cuore di una nazione, che nelle grandi masse, dove esso ha trovato la sua vera casa?

PAUL JOSEPH GOEBBELS, ministro della propaganda DEL TERZO REICH

Una nazione unita richiede un cuore unito e un cuore unito si forgia anche con la cultura emotiva e musicale. Nello stesso modo, il regime aveva tentato di edificare le fondamenta per un odio unito. Il potere persuasivo della musica non era passato inosservato agli occhi (e alle orecchie) del Reich.

J. Goebbels
Joseph Goebbels

Che il processo abbia funzionato, è controverso. Lo dimostra il fatto che l’ascolto di musica Jazz e moderna rimase un’attività molto popolare (e tollerata) durante il regime, così come la reticenza ad accettare la rimozione dei direttori d’orchestra ebrei.

Wilhelm Furtwängler, compositore e direttore d’orchestra, sebbene d’accordo con la linea del regime, in una lettera a Goebbels, sostiene che ad alcuni grandi nomi, seppur ebrei, avrebbe dovuto essere comunque permesso di suonare. Lo stesso Peter Raabe, allora presidente della Reichmusikkammer, diede le dimissioni nel 1939 (non accettate da Goebbels) per protesta contro la mostra di musica degenerata.

Visitare le Entartete Kunst e Entartete Musik Ausstellungen

In una galleria online, il MoMA ripropone immagini di alcuni delle opere esposte alla mostra di Entartete Kunst (al link la galleria), corredate della storia dettagliata della loro acquisizione e di come hanno finito per diventare ‘Arte Degenerata’.

Goebbels in visita alla E.K.
Goebbels in visita alla Entartete Kunst Austellung

Nella playlist che segue, potete invece ascoltare una raccolta di brani selezionati per l’esibizione di Musica Degenerata. Grande assente, anche l’immenso Igor Stravinsky si trovò, suo malgrado, a comparire tra i musicisti banditi. Non sicuro della propria posizione in seno alla Germania nazista, questa fu la conferma, per il compositore, di comparire sul libro nero del regime.

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