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Vanoni scusa, ma se imiti Orietta Berti almeno fallo bene!

Il ritorno della canzone leggera, tra successi e flop di due big nazionali

Tra contraddizioni e ritorni

La storia della musica è piena di paradossi e contraddizioni, e la prima metà del 2021 non è da meno: davanti a un’edizione di Sanremo costruito e ideato per le nuove generazioni, il ritorno in auge della canzone italiana di più di mezzo secolo fa, era ciò che meno mi sarei aspettato accadesse.
La colpa non è unicamente attribuibile alla partecipazione di Orietta Berti al festival, che ha aiutato, ma non quanto il processo di riscoperta di determinate sonorità del passato.

Primo fra tutti Andrea Laszlo De Simone con la sua ‘Vivo’, singolo uscito all’inizio di quest’anno e diventato subito un caso mediatico: il brano sembra uscito da una macchina del tempo, riprendendo tutti i canoni della musica leggera degli anni ’60, persino il trattamento vocale.

E Sanremo fu!

Orietta Berti, Dimartino e Colapesce. Da una parte una grande voce del passato, dall’altra due cantautori infatuati dal vintage: Orietta ritorna sulla cresta dell’onda tra un’ottima performance e qualche gaffe, il duo invece celebra la canzone italiana con ‘Musica Leggerissima’ il brano che ha segnato tutti gli scorsi mesi.
Nonostante il quarto posto in classifica al festival, infatti, si è rivelato il vero tormentone della primavera/inverno, che ha spianato a strada al ritorno nel ‘mainstream’ di un certo genere di pop.

‘Mille’ tormentoni estivi

Orietta Berti
Orietta Berti con Fedez e Achille Lauro

La risposta a questo successo enorme aspetta l’estate per arrivare: ‘Mille’, il già proclamato tormentone estivo del 2021, vede Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti destreggiarsi in un brano dal sapore vintage, ma perfettamente amalgamato col mondo dei due ex-rapper, che quindi guarda al passato ma vivendo nel presente.
Dimartino e Colapesce d’altro canto non rimangono fermi: ‘Toy Boy’, in collaborazione con Ornella Vanoni sembra cercare la stessa formula di ‘Mille’ puntando allo stesso successo. Ma qualcosa manca.

Berti o Vanoni?

Un brano scherzoso ‘Toy Boy’, volutamente nato per gioco da parte di tutti e tre gli artisti, ma che rimane troppo ancorato a questa forma, rimanendo grezzo.
Un bel ritornello regge la canzone che si perde nelle lunghe strofe tra botte, risposte e risate. Ornella Vanoni sembra, però, perdere il suo smalto da grande interprete, cercando di calarsi in un ruolo quasi attoriale: la canzone risulta un recitato in alcuni punti, con un’intonazione fortemente altalenante in altri.

Una performance che non sembra puntare a ciò che la cantante di ‘Finché la barca va’ raggiunge con le solite premesse. ‘Toy Boy’ diventa un brano quasi raffazzonato e, nonostante la sua ricerca musicale ben più profonda di ‘Mille’, questo lo rende dimenticabile, talmente esagerato nella sua parte giocosa da sfociare nel trash.

Toy Boy o mammoni?

Il tentativo di replicare ‘Musica leggerissima’ fa storcere il naso, e la domanda diventa: a che scopo chiamare un nome grande per la storia della musica come quello della Vanoni, per tenere una sua così mediocre interpretazione?
Il duo di cantautori siciliani non risultano amanti giovani, ma figli impacciati a cui la madre fa un piacere svogliato.

Faremo quello che tu vuoi
Saremo i tuoi
Toy boy, Toy boy

Il testo della canzone

Cercando di rispondere alla domanda sulle intenzioni, l’unica risposta è che questo sia il risultato cercato, una sorta di caricatura di quello che potrebbe essere una hit estiva: la stessa ‘Musica Leggerissima’ stravolge fino alla parodia gli stessi canoni che ha riportato sulla cresta dell’onda, ma senza peccare in un reparto strettamente tecnico. ‘Toy Boy’ invece, rimane lo scherzo con cui è nato.

Uno sketch che doveva rimanere tale

La risposta alla domanda dunque esiste, ma non scusa le mancanze. Il brano nasce come gag a Propaganda Live:
Ornella Vanoni, ospite in studio, ascolta l’intervento video di Colapesce e Dimartino dove viene proposto scherzosamente (oltre ad un tour nei casinò) un brano che poi diventerà ‘Toy Boy’, in una sua prima bozza ancora più esagerata e caustica, completamente in acustico. E probabilmente questa rimane la versione migliore del singolo.

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