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La corsa verso la meta fra Lombardia e Campania
Sotto i riflettori il Milan ci deve stare. Vincere ormai è imperativo per le tre squadre che stanno ambendo allo scudetto. Bene, i rossoneri a questo diktat si sono sottratti solamente per una giornata. Il pareggio casalingo (0-0) con il Bologna non significa certo abbandonare i sogni, anche perché in vetta alla classifica di Serie A, anche dopo la dodicesima di ritorno, c’è sempre il team allenato da mister Pioli. Quasi stufo, seppur con responsabilità, il tecnico può cantare “Cadiamo insieme dalle stelle, siamo meteore Ma adesso dovrai scegliere, vuoi lei o me?” come Tenth Sky in ‘Lei o me‘.

Insomma, la sua squadra o l’altra? Milan o Napoli? O forse l’Inter? Il Milan non riesce a piegare la squadra emiliana che ha giocato soprattutto col cuore. Giroud prima, Ibra poi, ma anche Leao e Rebic, però il muro di Skorupski regge. Si è atteso a lungo il gol che potesse regolare il match, il Milan lo ha fatto più volte. Quel ‘golletto’ che sarebbe bastato a dare continuità al buon periodo, anche se ci si accontenta almeno del quinto match senza subire gol.
E quasi ormai abbandonata l’idea Champions da parte dell’Atalanta. Soprattutto l’1-3 rimediato dal Napoli lancia i partenopei ad una sola lunghezza dal Milan capolista e affossa i sogni bergamaschi, vittime di un girone di ritorno troppo discontinuo. Nel primo tempo Insigne apre su rigore, poi cede su punizione a Politano per il doppio vantaggio, mentre nella ripresa accorcia De Roon, ma Elman nel finale finalizza un contropiede e chiude il match.
Non ci tiriamo indietro e lotteremo fino alla fine per inseguire il sogno di un intero popolo. Siamo tutti compatti e uniti dallo stesso intento. I ragazzi hanno capito che si giocano la felicità che questa città meriterebbe
Luciano Spalletti, allenatore Napoli
Davvero cinico il Napoli, che sa plasmarsi secondo l’avversario e di questo il Milan deve avere paura. Nello sprint scudetto, attualmente, il team di Spalletti pare essere quello che ha maggiormente ritmo, che può utilizzare anche servendosi delle cosiddette seconde linee. “Parole tra la nebbia, vedo la tua faccia” canta Tenth Sky in ‘Lei o me’, come il tecnico pensando al titolo finale.
Spezia e Lazio si ricordano di vivere con Jovanotti
Da dentro o fuori? Chissà, di sicuro dopo la sfida del Picco lo Spezia vola alto e il Venezia affonda nel Golfo dei Poeti. Un gol di Gyasi al 94′ (anche all’andata, proprio a quel minuto si risolse a favore dei liguri) stronca uno 0-0 che allo Spezia manca da 50 partite. Un pareggio che sarebbe andato comunque meglio ai padroni di casa che agli ospiti dello squalificato Zanetti, in un match tutto sommato equilibrato (e terminato 1-0).
Per i veneti è il quinto k.o. di fila mentre gli spezzini di Thiago Motta possono festeggiare a fine gara in grande stile la ‘quasi salvezza’. Il tecnico può svelare il suo segreto cantando come Jovanotti in ‘Ricordati di vivere‘, “Prendendo esempio da quelli che sanno da quelli che non parlano ma fanno”.

Ma al 94′ non sempre si fa festa. Quando Traoré segna sa che il suo gol, in quel momento, servirà soltanto ad accorciare. Il 2-1 dell’Olimpico di Lazio–Sassuolo ha radici ben più arretrate. Sono davvero tante le occasioni (tre incredibili sprecate da Immobile, più nervoso del solito) e qualche legno (dall’altra parte, ad esempio di Frattesi), tutto dopo che Lazzari aveva già portato avanti i suoi.
Un lungo controllo del Var per assegnare il raddoppio di Milinkovic-Savic, per un successo che non placa la contestazione nei confronti di Acerbi da parte dei tifosi biancocelesti. Il difensore può cantare con Jovanotti in ‘Ricordati di vivere’ “Muovermi è un buon metodo per stare in equilibrio sopra un filo”.
Empoli e Cagliari sono distanti Anni luce da Will
Non c’è solo la voglia di mister Italiano di approdare in Europa, ci sarebbe anche quella di mister Andreazzoli di interrompere un digiuno di vittorie che dura dallo 0-1 a Napoli del 12 dicembre (insomma da 14 turni). Il tecnico della ‘piccola’ canta con Will in ‘Anno luce‘, “E se questa è una partita a scacchi mi sa che io ho perso la regina”. Il risultato è comunque incontrovertibile, finisce 1-0 tra Fiorentina e Empoli.
Con i secondi che si lamentano con l’arbitro per delle ammonizioni troppo ‘chirurgiche’ e i padroni di casa che esultano per il gol di Gonzalez direttamente su punizione, dopo il fallo di Luperto che lascia di fatto i suoi in 10 per una quarantina di minuti.

A questo punto della stagione c’è da chiedersi se la scelta di mantenere Mazzarri sulla panchina del Cagliari sia stata azzeccata. Al di là della posizione in classifica che, ad oggi, lascerebbe in salvo i sardi. Ma il 5-1 subito ad Udine è davvero pesante. I friulani vanno sotto per il gol di Joao Pedro, poi per i rossoblù è notte fonda. Spazi infiniti per gli avversari e così l’Udinese affonda facile mandando in gol prima Becao, poi tre volte Beto e una Molina.
Una salvezza ormai praticamente garantita per i ragazzi di Cioffi che si possono anche togliere qualche soddisfazione, mentre il Cagliari avrà da soffrire. E tanto. Ma il club sardo può prendersela con Mazzarri e cantare con Will in ‘Anno luce’, “Se ti serve una scusa, non avere paura Anche se fosse vera non ci crederei più”.
Genoa e Sampdoria preferiscono Cara e Chadia Rodriguez
Dopo otto partite, arriva la prima sconfitta per l’enigmatico Blessin. Il Genoa per la prima volta dopo lungo tempo non muove la classifica, ma soprattutto con 7 giornate alla fine vede la propria posizione veramente in difficoltà. Estremamente complicato togliersi dai guai, così i rossoblù restano appaiati al Venezia (che ha però una partita in meno).
Vuol dire che qualcosa comunque è andato storto. Blessin può cantare come Cara e Chadia Rodriguez in ‘Preferisco te‘, “E non c’era nessuno che diceva è sbagliato”. Ma la colpa arriva da lontano. L’1-0 del Bentegodi col Verona è firmato Simeone dopo una manciata di minuti. E per il Cholito sono 16 in stagione, avvicinandosi alla coppia di testa Immobile-Vlahovic, ancora una volta a secco.

Rimanendo sul fondo della classifica e pure in Liguria, ecco la sconfitta casalinga della Sampdoria, che così non può ancora respirare l’aria della tranquillità. E Giampaolo canta con Cara e Chadia Rodriguez in ‘Preferisco te’, “Come in un film di Luc Besson, Felici mai, come Leon”. È la Roma di Mourinho, perfetta per il suo quarto successo nelle ultime cinque partite, ed è il decimo risultato utile consecutivo. A deciderla a Marassi (0-1) è Mkhitaryan e i giallorossi accorciano sulla Juve sognando un posto più in alto.
Non volano le pietre di Luchè e Marracash fra Inter e Torino
Var, rigori, ripetizioni. Comunque vada, si riparte dal Var. All’Allianz di Torino l’Inter fa fermare a 16 i risultati utili consecutivi della Juventus di Allegri, un’imbattibilità che durava dal 27 novembre. E per buona gioia delle polemiche all’italiana, sono i piemontesi a lamentarsi di più in questo 0-1. E non hanno poi così torto. Oltretutto la Juve dimostra un gioco migliore, colpisce una traversa all’inizio e un palo che avrebbe potuto ristabilire la parità.
Inzaghi insomma deve comunque compiere degli opportuni ragionamenti e canta con Luchè e Marracash in ‘Le pietre non volano‘, “Il mondo è piccolo ma gira all’infinito Se mi perdo io si perde anche chi mi ha seguito”. Parlando dl penalty, non potrà mettere nel suo score di para-rigori, il quarto consecutivo parato il bravo Szczesny, perché Calhanoglu, alla seconda, lo infila. Inter, comunque, terzo in classifica, con la possibilità, dopo il recupero di Bologna, di raggiungere il Napoli (il Milan, rimarrebbe sempre sopra di 1 punto).

È Belotti, sul campo del fanalino Salernitana a battere due volte dagli undici metri in maniera consecutiva regalando al Torino (1-0) una vittoria che mancava da otto turni. Ma questa volta non c’è un giocatore che entra troppo presto in area (De Ligt), ma un portiere (Sepe), che non ha entrambi i piedi sulla linea nel momento del tiro. La sua parata, dunque, viene totalmente vanificata e Belotti, che si era anche procurato il rigore, può esultare.
Chi lo aveva steso in area lascia il campo a pochi minuti dal novantesimo per una doppia ammonizione, ma non era giornata visto che Fazio si era pure divorato il pareggio sotto porta. Ma mister Nicola non si dà per vinto e ci crede ancora, pur là in fondo alla classifica e canta con Luchè e Marracash in ‘Le pietre non volano’, “Punto su me stesso ma non è mai stato un gioco Non esisto per i media, ma giuro ancora per poco”.
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