Sabato 20 novembre Melissa Forti è sbarcata in TV con Maître Chocolatier

Dopo averle già dedicato un articolo della rubrica Se Fosse un Piatto, oggi WMH ha avuto il piacere di scambiare 4 chiacchiere con Melissa Forti. La dolcezza, bisogna dirlo, non accompagna solo le sue torte, ma anche la sua persona, la quale, a altresì contraddistinta da una grande umiltà, nonostante i numerosi traguardi raggiunti, e da una cortesia dal fascino quasi vittoriano.
Ma facciamo piuttosto parlare le parole (mi si conceda il beneficio della licenza poetica).
Rompiamo il ghiaccio con una domanda un po’ insolita: come sta Rudy (il bellissimo gattone nero di Melissa, ndr)?
Rudy era sulle mie gambe fino a quando non è iniziata la conversazione. Si è spaventato e adesso è sulla poltrona che si sta leccando rimanendo comunque sempre vicino (sorride).

Lasciamo stare Rudy alle sue attività feline e andiamo subito al dunque: il 20 novembre. Com’è stata l’esperienza a Maître Chocolatier, come sei arrivata sul set?
Sono stata contattata da loro, mi hanno chiamata proponendomi questa esperienza che ho abbracciato da subito perché secondo me era li il mio posto. Questo è un programma che secondo me mi rappresenta, in un certo senso. La produzione mi ha contattata anche grazie alla celebre puntata di Bake off, nella quale ero piaciuta loro, mi hanno offerto questa possibilità ed è stata un’esperienza divertentissima, questo è innegabile.
Diciamo che, a differenza di Bake Off, in questa nuova avventura esci un pochino dalla tua ‘comfort zone’, quasi fosse un azzardo. Ci dobbiamo aspettare una Melissa che si adegua al format o si preannunciano delle sorprese?
La differenza con Bake Off è netta: qui la materia prima è il cioccolato, dunque anche io userò il cioccolato. Credo di essere anche stata scelta per questa mia lontananza al mondo della cioccolata. La mia figura va a bilanciare il ruolo del maître chocolatier, che è il giudice Nico Tomaselli, il tecnico della situazione.
Varie anime, mentre se non ricordo male, Giorgio Locatelli è il conduttore sbaglio?
Lui presenta; una particolarità del suo ruolo è che ha il divieto assoluto di assaggiare.
Già che siamo in tema, Locatelli, Tomaselli… Come ti sei trovata con loro?

Guarda, a parte il fatto che sono beata tra gli uomini per una volta quindi ero stracoccolata. Giorgio Locatelli è un gentleman ed ogni volta che faccio un post lo chiamo così perché si preoccupava che io avessi la sedia (portavo i tacchi), quindi mi diceva: “Baby, riposati, che ti fanno male i piedi”.
Nico, poi, è splendido: si è davvero preso cura di me. Siamo andati una mattina fuori riprese a Milano a fare il giro delle pasticcerie ed abbiamo fatto sei o sette colazioni mangiando di tutto. È veramente una persona meravigliosa. Tutti e due lo sono.
Tema cioccolato: sei più da fondente, bianco, al latte, adesso poi c’è anche il ruby, ma soprattutto, attenzione (finto colpo di tosse), gianduia? Da Torino (altro finto colpo di tosse) gianduia (se non si fosse capito sono piemontese, ndr).
Partendo dal presupposto che mi piace tutto il cioccolato, posso dirti quello che mi piace di meno: il cioccolato bianco. Lo uso poco anche nei miei dolci, tranne ogni tanto quando serve. Diciamo che se devo scegliere vado direttamente sugli altri, e la gianduia mi piace tantissimo: sono una fan delle nocciole.

Sfogliando i tuoi vari libri c’è sempre la ricetta che ho nel cuore, ovvero il loaf al basilico e pepe del Sichuan (dal libro Il senso di Melissa per Torte, consigliatissimo, ndr).
Sempre in tema di ingredienti: in un nostro recente incontro a Salotto Buono ti avevo fatto una domanda: ti chiesi quale fosse il tuo ingrediente del cuore e se non ricordo male mi avevi risposto il limone. C’è stata qualche variazione?
Diciamo che per forza di cose il cioccolato ha preso piede, nel senso che ne ho mangiato ed assaggiato davvero tanto tanto tanto tanto, non che il cioccolato fosse secondario nella mia vita, assolutamente, a chi non piace il cioccolato? Nonostante questo doveroso appunto confermo in primis il limone che resta comunque la mia passione numero 1 in quasi tutte le sue forme ed usi.
Il limone, già solo per il profumo… Tendenzialmente come il cioccolato è uno di quei gusti che accontenta tutti. Dato che amo particolarmente le domande particolari facciamo finta di essere ad un colloquio di lavoro. Se ti dovessi descrivere in tre aggettivi?
Queste sono le domande che mi mettono in crisi, sempre, tantissimo, perché tendenzialmente lascio agli altri il compito di descrivermi; io vado avanti, faccio le mie cose esprimendo quella che sono e se piacciono bene, se non piacciono bene lo stesso.
La tua risposta in un certo modo ti descrive già a pieno nel modo con cui gestisci il tuo lavoro ed i rapporti umani.
Assolutamente. Io preferisco questo e mi ritengo una persona timida (nonostante sul lavoro non possa sembrare), quindi non mi piace dare un valore a quello che io stessa faccio. Piuttosto sono quello che faccio, se poi viene anche apprezzato, bene: sono grata, benedetta e felice. Cos’altro posso dirti, sono una persona curiosa e se non lo fossi stata non sarei arrivata dove sono.
Curiosa nel senso che i treni della vita io li ho sempre presi tutti, non ne ho mai lasciato andare via uno. Con alcuni sono scesa già alla prima fermata, però li ho presi: sono una persona che non si tira indietro, questo posso dirlo.
Abbiamo saputo che sei prossima all’apertura del Cafè Duse a Copenaghen: quanto c’è della Tea Room di Sarzana in questa tua nuova attività?

Vi posso dire che, a livello estetico e di design, ci sarà ben poco della piccola Tea Room di Sarzana ma, allo stesso tempo avrà tutti quei valori ed il bagaglio che arriva dalla Liguria.
L’impronta è quella perché io vengo da lì: volevo portare quel genere di mood. Quello che cambierà davvero a Copenaghen lo vedrete nell’offerta. Saremo aperti anche dalla mattina, verso le 11, fino alla sera all’aperitivo, quindi si farà anche un pranzo leggero e poi ci sarà il tè del pomeriggio, i dolci da portar via, poi l’aperitivo, quindi un’evoluzione.
C’è già grande attesa per l’apertura e sono davvero elettrizzata. Quello che voglio davvero è che, come nella Tea Room di Sarzana, ci sia tutto quello che io amo.
Mi sto già informando per volare a Copenaghen.
È bellissima, è una città stupenda.
A proposito: quanta Danimarca c’è nel Cafè Duse?
Premettendo che dentro a Cafè Duse ci sarà una forte impronta italiana, ho pensato di prendere dalla Danimarca (ed altri paesi del nord Europa) qualcosa che possa davvero fare sentire i nostri futuri clienti a casa: una linea di tea da me creata con produttori tedeschi e danesi. Potrebbe certamente sembrare una partenza in sordina ma la tea room è parte integrante e stabile della mia ‘visione’.
Complimenti per l’idea: spero di poter trovare i tuoi prodotti anche online, per comodità!
Assolutamente sì, potranno essere acquistati anche online..

È uscita fuori poi la Germania: Tim Raue farà parte, vista anche la presentazione sul tuo libro sui dolci delle feste (Natale. I dolci delle feste come piacciono a me, ndr), a Copenaghen del Cafè Duse? Qualche collaborazione in vista?
Un invito sicuramente all’apertura gli è dovuto, assolutamente. Non fa tuttavia parte di questo team ma sarà tra gli invitati all’inaugurazione.
Ho avuto il piacere di fare un salto, anni fa, nel suo locale di Berlino. Un grande professionista.
È molto bravo. Non a caso, non ricordo esattamente la sua posizione ma per il quarto anno di fila credo che sia al numero 31 dei ristoranti migliori del mondo.
Torniamo alla Danimarca: quali sono i dolci tipici che ami, e quali invece non riesci proprio a mangiare?
Partendo dal presupposto che non ho avuto molto tempo perché ogni volta che sono andata in Danimarca mi recavo al cantiere del locale, quello che ho assaggiato, per ora, sono le brioche della mattina che sono veramente deliziose, e parecchio pane. Ma avrò tempo per la sperimentazione.
Ho tuttavia assaggiato dei pani tra i più buoni della mia vita: i panettieri di Copenaghen sono degli autentici artisti. Abbiamo valutato diverse offerte perché nel locale serviremo pane da forni della città. Appena sfornato ha un gusto tutto suo.

Il pane viene spesso poco considerato, tuttavia in alcune ricette può essere un elemento fondamentale, mi vengono in mente i tipici Smørrebrø.
Assolutamente. Noci, semini, lievitazioni naturali, lievitazioni per giorni; incredibile! I danesi sono molto appassionati per il pane.
Che poi anche il clima fa la sua parte, se non sbaglio.
Assolutamente, sì sì sì.
C’è una impronta sulla quale è davvero fondato cafè Duse? Un’idea, un concetto.
Si, ma prima devo uscire un attimo fuori dalla domanda per precisare che cafè Duse sorgerà all’interno di un albergo ma non sarà la sua sala da tea. Alcuni me lo hanno chiesto, quindi ci tenevo a precisare fin da subito questo aspetto.
Quello che realmente vorrei rappresentasse il mio nuovo progetto è una celebrazione della vita della donna, dalla nascita alla vecchiaia. Lo si vedrà dai quadri che ho scelto, da tutto l’art work all’interno e l’albergo celebrerà la vita in generale dell’essere umano. Cafè Duse però sarà focalizzato sulla donna.
Sento odore di Klimt, ci ho preso?
Magari, costa tanto. Però, c’è odore di Eleonora Duse, sicuramente. A tal proposito devo ringraziare la Fondazione Cini di Venezia che ci ha fornito una delle immagini più belle di Eleonora Duse mai realizzata. Voglio ringraziare anche, se possibile, Marianna Zannoni che si è adoperata affinché questo potesse essere possibile.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Già che parliamo di personaggi storici Eleonora Duse è stata la tua musa per quanto riguarda quest’esperienza, ci sono altri personaggi famosi da citare?

Beh, io sono una grande appassionata di Virginia Woolf, quindi lei, Tina Modotti, ma anche Frida Kahlo: sono donne che hanno fatto la differenza. Tina Modotti in particolare, ma ce e sono tante altre. Non so se continuerò ad aprire negozi celebrando persone, ma se dovessi farlo Virginia Woolf è una passione.
Rimanendo sempre sul dualismo tra Scandinavia e riviera ligure, c’è stato uno shock? Ti sei ambientata bene? L’hai vista come una nuova sfida?
Beh, sicuramente una sfida enorme: questo è un altro di quei treni di cui ti parlavo prima. Shock al momento no, nel senso che adesso mi appresterò con il nuovo anno, penso a gennaio, a passare un mesetto e mezzo su, in preapertura. Solo allora saprò dirti come procede l’ambientazione.
Devo dirti la verità, tutte le volte che sono stata a Copenaghen mi hanno coccolata e trattata veramente bene. È una città che non conoscevo, c’è un tenore di vita meraviglioso. Loro sono parecchio ospitali, per nulla freddi; al momento non mi posso lamentare.
Non conosco ancora bene la città, non ho ancora avuto purtroppo modo di farmi il classico giro turistico perché andando per lavoro si è proprio sommersi lì dentro, ma ho intenzione di farlo.
Per la full immersion magari aspettiamo poi quei momenti più rilassati. Dato che, come si dice, tutto il mondo è paese, hai trovato similitudini/differenze rispetto all’ambiente dell’entroterra ligure?

Non saprei. Ad oggi posso dire che sono persone estremamente professionali, come ti dicevo, affettuose e calde; hanno una grande passione per gli italiani. I danesi amano molto l’Italia, quindi è un incentivo per loro, ma in realtà grazie a Dio noi siamo amati un po’ dappertutto, quindi su questo sono contenta.
Grandi similitudini non ne ho trovate, sono due mondi completamente diversi, questo va detto, la Liguria è calda, la Liguria è mare di altro genere; qui stiamo parlando del Nord-Europa, però c’è sicuramente un elemento comune che è la cortesia, la socialità. Nonostante i liguri possano passare per chiusi, al tempo stesso sono persone che una volta grattato il primo strato sono pezzi di pane. Alla fine è un po’ così ovunque no? Davvero tutto il mondo è paese, basta semplicemente porsi nella maniera giusta.
Sono curioso: se non fosse stato a Copenaghen, in quale altra città avrei potuto trovare il Cafè Duse?

Posso dirti dove spero sarà, perché non ci fermiamo al Cafè Duse; mi piacerebbe aprire di nuovo in Italia, perché no. In passato si stava pensando a Torino, Firenze, Roma, Milano; in tanti mi avevano scritto anche dal Sud e, siccome è un po’ tendenza diffusa quella di aprire locali al nord Italia, stavo valutando la possibilità di aprire in località meno ambite ma, ciononostante, suggestive.
Abbiamo parlato, fin’ora di tv e del Cafè Duse; so che hai iniziato u’ avventura nel campo dell’editoria…spiegami meglio di cosa si tratta.
In effetti uscirà a breve il mio terzo libro. Mi sono dovuta fermare un attimo perché non riesco a fare tutto; la scrittura di un libro, poi, è una di quelle attività che ti rapiscono totalmente; per farlo hai bisogno della massima concentrazione, come ben saprai “collega”. Ci si deve dedicare anima e corpo a quello e ahi me in questo momento ci sono troppe cose in ballo ed ho dovuto un attimo rallentare ma, non per questo, fermarmi: lo sto scrivendo e uscirà. Ci sarà.
Non vedo l’ora anche in questo caso: stai per completare una trilogia a quanto pare.
E sì, eh, non c’è due senza tre.

Quindi, riassumendo, TV, carta o zucchero, dove preferisce stare Melissa?
Uh, beh, zucchero, zucchero, mi manca un po’ la cucina, ti dico la verità, perché adesso è come se io stessi facendo un lavoro da imprenditore in questo momento. Mi sto occupando molto di cose di ufficio: di ordini, divise; quindi mi manca rompere uova, impastare. Tra poco uscirà un corso online che ho fatto dove mi si vede appunto impastare e di questo sono molto contenta; mi manca la cucina, sì, ma adesso ci torno (sorride).
Non vediamo l’ora, infatti. Ma quindi, a proposito del corso online, è una cosa imminente o…
È una cosa di giorni. È una piattaforma online tedesca, quindi sarà all’inizio in tedesco e inglese ma verrà poi sottotitolato in italiano. Ci sarà anche la versione italiana, ci vorrà un pochino di tempo. È una piattaforma online che si chiama villagusto.com e ci sarà una mia master class con diverse lezioni su diversi dolci, e quindi insomma mi sono divertita. Ci sarà da ridere.
T nell’ambito della tua linea di tè, visto che ci sono sempre più novità, con la piattaforma e via dicendo, c’è qualche miscela che hai preferito tra quelle nella tua collezione?
Ci stiamo lavorando, sto bevendo tè come se non ci fosse un domani. Ancora non siamo nella fase finale, però sto sviluppando quattro diversi blend che saranno in vendita. Successivamente ci saranno altri dieci blend che verranno serviti ai tavoli. Puntiamo, con il passare del tempo, ad aumentare ulteriormente e regolarmente l’offerta delle nostre miscele.
Sarà per caso previsto anche qualche percorso di degustazione con abbinamenti consigliati tra tè e determinati dolci nel tuo locale?
Sì, assolutamente sì. Con i dolci del giorno verranno accompagnati determinati tè per creare una sorta di percorso del gusto, un po’ come già facevamo in quel di Sarzana.
Visto che, alla fin fine, è sempre un eterno ritorno, per la cioccolata c’è un progetto analogo?
Per adesso no, lascio a Lindt il piacere di fare quello che fanno perché lo fanno bene, quindi va bene così e per adesso ce n’è abbastanza di carne sul fuoco per immergermi in altri progetti. Piano piano.
Curiosità, dovuta più che altro ad un mio recente avvicinamento all’ambito dell’enologia: c’è invece qualche idea per quanto riguarda l’abbinamento di vini con i vari dolci? Un’eno-pasticceria ecco.
Sì, assolutamente! Porterò con me del vino italiano: ci stiamo proprio adesso occupando degli ordini anche di questi prodotti, in particolare della mia zona, la Liguria. Mi fa piacere che mi fai questa domanda perché è una domanda un po’ diversa da quelle che mi fanno di solito e sì, assolutamente sì, ci sarà.

E anche interessante capire se ci fosse in vista un passito, anche perché di vini dolci liguri ammetto la mia ignoranza.
Tipici tipici liguri, a parte lo Sciacchetrà (che ne frattempo mi sono premurato di assaggiare, grazie Melissa, ndr), che è famosissimo e che è anche un vino liquoroso molto raro, perché è prodotto in piccolissime quantità, ci sono altri vini poco abbinabili nel nostro caso, ma chissà. Si trovano anche i liquori a base di limone, il limoncello in tutte le sue versioni, torbido, meno torbido, ci sono, ci sono, eccome. Tanti, ce ne sono tantissimi.
La vendemmia in effetti in Liguria non deve nemmeno essere tanto facile vista anche la conformazione dei terrazzamenti…
No, non è facile…
Beh, direi allora che ti ho già bombardata a sufficienza di domande.
È stato un piacere, grazie, davvero, grazie del bell’articolo che hai scritto, avvicinarmi al supplì è stato un onore per me, perché il supplì ormai si sa, io li adoro e quindi grazie dell’articolo, era veramente delizioso e carino.
Son molto contento che sia stato apprezzato l’abbinamento. Grazie a te e grazie di esistere.
Macché, grazie a voi che mi seguite, altroché. Se voi non seguite me io non posso fare quello che faccio, quindi insomma, vi ringrazio, davvero tanto. Vedi che poi divento rossa? Divento timida. Grazie Christian.