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Non credo di aver capito bene.
Boh.
Forse ho saltato un Ultimo passaggio.
Non credo mi sia mai successo, anche prima della creazione de L’Antitesi. Non credo di essermi mai sentito così tanto in difficoltà davanti all’ascolto di qualsiasi tipo di musica.
Non me vogliate, ho i miei gusti, ma credo (o meglio, credevo) di saperli accantonare e limitare davanti a un ascolto.
Insomma, essere un giornalista è anche questo.
Ma sono stato battuto.
Ultimo mi ha buttato al tappeto, un knock-out tecnico da manuale.
Il celebre ultimo di Ultimo
‘Solo’ è l’ultimo progetto di Ultimo, uscito questo venerdì per la sua etichetta omonima.
E qua va subito fatta una confessione: non avevo mai ascoltato Niccolò. Mai.
Più per caso, magari in radio, o a Sanremo l’anno della sua partecipazione.
Di conseguenza credo di non aver mai ascoltato, in tutta la mia vita, più di due sue canzoni di fila.
Ho pensato, visto il clamore e il calore ricevuto dal progetto, che fosse il momento adatto per almeno avvicinarsi con scrupolo a un’artista che, volenti o nolenti, macina milioni di stream e fa pienoni durante i suoi concerti.
Quindi l’ho fatto: ho visto le 17 tracce, mi sono fatto coraggio e mi sono buttato.
Knock-out tecnico

Ecco, se i brani fossero round della pugilato la mia prestazione sarebbe quella di un buon pugile contro qualcuno di gran lunga più preparato.
Sono durato poco meno di 5 brani, con la necessità impellente di fare altro, una volta finito.
Insomma, una sconfitta, pesante.
Una sconfitta amara, che colpisce il mio orgoglio di giornalista e soprattutto di amante della musica.
Mi sono rialzato più volte facendo ripartire il player, ma non c’è stato nulla da fare. Al terzo atterramento sono stato squalificato.
Ho una sola domanda
Lo devo chiedere sinceramente, forse sono io quello a cui mancano dei pezzi. Non è possibile non riesca a comprendere un fenomeno così grande ma, o voi fan di Ultimo, cosa vi porta a comprare ogni volta lo stesso giro al pianoforte?
La stessa linea melodica, gli stessi testi pronti e stampati sui baci perugina.
Mi manca mancare a qualcuno.
‘Stasera’, uno dei tanti esempi di quanto dicessi.
Ecco.
Cosa vi attrae di tutto questo? Per quanto tempo ancora pensate di ascoltare brani creati con un copia incolla, a questo punto, tanto palese quanto geniale?
Il disco, a dovere di cronaca, è prodotto bene e suona egregiamente.
Ma ,per tutto il resto, ascoltarlo la prima volta mi ha fatto chiedere se non lo avessi già sentito: ripeto, di Ultimo so poco e niente, ma credo di rivedere quel poco ogni volta che ne sento parlare.
Squadra che vince non si cambia
La formula vincente funziona, e visto lo sbaragliamento anche del signor $€ pensare che Niccolò cambi entro breve è fantascienza.
Credo fermamente, in ogni caso, che ci sia un limite.
Lontano, flebile ma presente.
E Ultimo l’ha superato in corsa.
Un’ora e un quarto del solito album senza stacchi.
E se ci aggiungessi a questo tutti gli altri dischi prolungherei ancora di più le ore passate ad ascoltare qualcosa che si ripete.

Per la prima volta, un addio
Non c’è nulla che mi renda memorabile una canzone di questo artista; per me rimangono troppo semplici ed immediate. Durano il tempo della ricezione nervosa all’interno del nostro cervello; ma dopo questo istante la canzone, almeno per me, smette completamente di esistere.
Vorrei dire, come al solito, che ascolterò i prossimi progetti dell’artista e che ne sono curioso, ma sarebbe un’ evidente bugia: non sono assolutamente portato a questo tipo di ascolto, e non credo ci sia un serio motivo che mi spinga a farmi cambiare idea.
Insomma, non solo non riesco ad ascoltare Ultimo, ma stento a capire chi riesce a farlo.
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