Al confine tra genio e pazzia

Follia e genialità. Un’associazione ambigua ma al contempo intrigante. Un legame che continua tutt’ora ad affascinarci soprattutto quando si tratta di pittori come Van Gogh o compositori come Robert Shumann o, più recente, Salmo (lo vedremo tra poco).
Eppure il confine che c’è tra queste due grandezze sembra essere piuttosto sottile, portandole addirittura a confondersi tra loro. Fino a che punto si è pazzi e non artisti di talento? Questa è una domanda che molto spesso ci spaventa, a causa del forte stigma che ancora oggi associamo ai disturbi mentali, nonostante il termine ‘pazzia‘ sia stato totalmente sradicato dalla psicologia.
Perciò, nel tentativo di abbattere i tabù legati alle malattie mentali, vi elenchiamo 4 artisti che, pur soffrendone, hanno trovato nella loro arte un rifugio e, perché no, anche una cura.
Billie Eilish: dalla depressione al suicidio

E’ passato quasi un anno da quando la giovanissima cantante di ‘Ocean Eyes‘, Billie Eilish, ha raccontato in diretta sulla CBS, di essere entrata nel buco nero della depressione a soli 16 anni. La ragazza ha infatti riferito di essere diventata completamente apatica durante il tour del 2018, fino ad arrivare ad avere pensieri suicidi.
“Una volta ero a Berlino ed ero sola nel mio hotel… e ricordo che lì c’era una finestra. Ricordo di avere pianto perché pensavo a come sarei morta. Stavo per farlo, stavo per buttarmi giù”
Billie Ellish a Gayle King
Fortunatamente la giovane artista è riuscita a superare il tutto grazie a sua madre, che l’ha aiutata a seguire un percorso in terapia, permettendole così di prendersi una dovuta pausa dal lavoro.
Questa ripresa di controllo sulla propria vita è un tema centrale nel suo ultimo album ‘Happier then ever‘ che, nonostante il titolo, racchiude canzoni riguardanti il passato sofferto della star, tra delusioni amorose e il lato oscuro che la fama porta con se. Ad oggi si può dire, per fortuna, che la cantante sembra finalmente ‘più felice che mai‘.
“I’m in love / With my future”
‘My future’- Billie Ellish
Salmo: dietro a ‘Flop’ la sua fragilità

Billie non è stata l’unica ad essersi mostrata (e celebrata) con tutte le sue debolezze. Un altro artista ad averlo fatto è Salmo, che ha raccontato di come la sua ultima creazione ‘Flop‘ (ne parliamo anche qui), lo abbia portato a vedere la luce fuori da quello che sembrava essere un tunnel di isolamento e abbandono.
Il cantante ha infatti confermato di essere ricorso a psicofarmaci per riprendersi da quello stato mentale in cui si sentiva afflitto durante la pandemia.
“Sono sprofondato in un buco nero e non mi vergogno a dire che ho dovuto fare un ciclo di psicofarmaci per riprendermi. Questo disco mi ha salvato la vita”
Salmo a Vanity Fair
Eppure questa non sembra essere la prima volta che il cantante ha sofferto di depressione. Difatti già nel 2018, Salmo aveva dichiarato di essere arrivato a pesare 58 chili a causa della malattia. Così come per ‘Flop’, anche allora l’artista è riuscito a superare questa fase grazie alle canzoni e all’affetto del padre, che lo ha aiutato a rimettersi in forma.

Così Salmo si è fatto ritrarre come un vero e proprio fallen angel, spiegando di come la caduta possa essere a volte fatale, se non si riesce a trovare un ancora di salvezza. Per lui è stata la musica.
Lady Gaga e la PTSD

La vincitrice del premio oscar ‘A star is born’, Lady Gaga, è sempre stata considerata un simbolo di forza e indipendenza femminile. Non solo per la sua ambizione e determinazione (da piccola la prendevano in giro dicendole che non sarebbe mai diventata famosa), ma soprattutto per la sua coraggiosa rivelazione sulla sua salute mentale.
“Ho una malattia mentale. Sono stata ripetutamente violentata quando avevo 19 anni e ho sviluppato un disturbo post traumatico da stress.”
Lady Gaga
La patologia PTSD (Post-traumatic stress disorder) si manifesta quando si è esposti ad eventi traumatici e/o violenti, alterando negativamente così i meccanismi di difesa e coping della persona, la quale vive in uno stato prolungato di shock. Molto spesso il disturbo può provocare oltre a flashback dolorosi, incubi e dissociazione anche dolore fisico di tipo cronico.
Infatti è stato proprio il dolore cronico a causare alla cantante episodi di psicosi, che una volta la mandò addirittura al pronto soccorso.

La drammatica confessione della pop star a Oprah Winfrey ha aperto il dibattito su quanto sia importante riconoscere le patologie e guarire. Per questo motivo Gaga ha dato vita ad una organizzazione no-profit, la Born This Way Foundation (il cui nome è ripreso dalla canzone ‘Born this way‘), in modo da sensibilizzare e aiutare le persone a riconoscersi nelle loro malattie.
Selena Gomez sulla bipolarità

“Sono bipolare. Ma se mi conosco, non ho paura”
Non solo Kurt Cobain, Demi Lovato, Halsey e Bebe Rexha. Anche Selena Gomez ha recentemente confessato di soffrire di disturbo bipolare. Eppure la giovane artista non sembra preoccupata più di tanto, ammettendo che per quanto possa essere difficile a volte viverci, non è una cosa di cui dovremmo aver paura.
“A diagnosticarmi il problema è stato il McLean Hospital di Belmont, nel Massachusetts, una delle migliori strutture per la salute mentale negli Stati Uniti. Purtroppo chi ne soffre oggi tende a nasconderlo agli altri.”
Selena Gomez
La patologia, una volta conosciuta come maniaco-depressiva, è caratterizzata da periodi (o anche momenti) di alterazione dell’umore, durante i quali una persona può passare dall’euforia o iperattività, alla depressione. In alcuni casi, se la malattia è grave, la bipolarità può causare complicanze nei rapporti interpersonali del paziente.
La Gomez ha però ribadito di come la diagnosi non rappresenti un segno di stigma, bensì un richiamo alla consapevolezza di noi stessi:
“Ho ancora paura dei temporali ma adesso so cosa li scatena e cosa fare per mettermi al sicuro finché la tempesta passa. Così è per la mia malattia. Sapere aiuta sempre“
Nessuno è normale

Con questo articolo ho voluto comunicare quanto sia normale essere ‘non-normali‘, cercando di superare la paura delle malattie mentali in quanto fanno parte della nostra realtà, e per questo vanno accettate senza vergogna o imbarazzo.
Ne soffriamo tutti, famosi e non, potenti e non potenti. Ma, affinché questo argomento diventi meno fastidioso, c’è bisogno di più sensibilizzazione nelle scuole, e più coinvolgimento da parte del Governo nel tutelare le organizzazioni che lavorano ed operano per curare e tutelare la salute mentale.