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Cappelli de bono

Prima di prendere una decisione indossa 6 cappelli diversi

La tecnica di De Bono che aiuta ad affrontare i problemi con creatività

6 cappelli

Il pensiero laterale

Alla fine degli anni 60 Edward De Bono, psicologo maltese, ha elaborato una tecnica di pensiero intenzionale, facile da mettere in atto e utilissima per risolvere qualsiasi tipo di problema, grande o piccolo che sia. Spesso, quando gli eventi ci presentano una situazione insolita, la nostra prima reazione è quella di entrare in confusione.

Emozioni, informazioni, logica, aspettative si affollano tra di loro. Questo metodo aiuta proprio a mettere ognuno al suo posto e affrontare la situazione in modo creativo. Il soggetto che lo utilizza diventerà capace di separare le emozioni dalla logica, la creatività dalle informazioni, ecc. Questo metodo si basa sulla teoria del pensiero laterale al quale De Bono oppone il pensiero verticale, che è logico, selettivo e sequenziale, mentre il primo dà spazio all’illogico, all’esplorativo, è generativo e consente di essere creativi.

La tecnica di cui stiamo parlando è quella chiamata dei 6 cappelli per pensare. Per la sua efficacia è stata spesso utilizzata anche dalle più grandi aziende del mondo, come la NTT in Giappone, l’IBM e la Prudential. È risultata molto utile perché semplice da imparare e da applicare, non trascurando niente.

Spesso le persone dotate di una grande intelligenza non si rivelano dei buoni pensatori; proprio perché si sentono superiori, vogliono sempre avere ragione e passano il loro tempo a cercare di dimostrare che gli altri hanno torto

L’intelligenza è una potenzialità, il pensiero invece è un’abilità. Per questo abbiamo bisogno della creatività. La creatività non è un lusso, ma un qualcosa che dobbiamo usare nel modo migliore

Edward De Bono
6 cappelli

L’aneddoto del mercante

Lo scopo che si prefigge De Bono è quello di allontanare il pensiero negativo, orientando gli individui:

Alla molteplicità dei punti di vista, che consentono nuove interpretazioni della realtà, spesso inaspettatamente risolutive

Per chiarire meglio l’argomento, l’esempio che pone è quello dell’aneddoto del mercante, tratto da Lateral thinking. A Textbook of Creativity. Si tratta della storia di un mercante che, in tempi antichi, quando un debitore insolvente poteva essere gettato in prigione, si trovò impossibilitato a restituire un’ingente somma di denaro ad un vecchio e brutto usuraio.

Quest’ultimo si era innamorato della bella e giovane figlia del mercante e propose un baratto: la ragazza in cambio del condono del debito. Ovviamente, la reazione della giovane e del padre fu di orrore, ma l’astuto usuraio suggerì di lasciare decidere alla Provvidenza. Disse che avrebbe preso e inserito in una borsa due sassolini, uno bianco e uno nero, per farne estrarre uno alla giovane. Se fosse uscito il nero, sarebbe diventata sua moglie, e il debito era condonato, se invece veniva estratto il bianco, il debito sarebbe stato ugualmente cancellato e lei poteva rimanere con il padre.

Se si fosse rifiutata di procedere, il mercante era destinato alla prigione. Con riluttanza i due accettarono e l’usuraio raccolse i due sassolini. Ma la ragazza notò che il vecchio aveva raccolto due sassolini neri e li aveva messi nella borsa invitandola a scegliere. In questo punto del racconto De Bono, si ferma ed invita il lettore a riflettere. Secondo il pensiero verticale o logico la ragazza ha solo tre possibilità:

1) rifiutarsi di estrarre il sassolino;

2) mostrare che la borsa contiene due sassolini neri e smascherare l’usuraio imbroglione;

3) estrarre uno dei sassolini neri e salvare il padre dalla prigione.

Nessuna di queste soluzioni però porta a risolvere il problema, perché nel primo e nel secondo caso il mercante sarebbe finito in prigione, mentre nel terzo lei era costretta a sposare l’usuraio.

De Bono

La creatività come soluzione

Quello che De Bono tenta di spiegare è come il pensiero logico, nel caso dell’aneddoto, focalizza l’attenzione sull’azione che deve compiere la figlia del mercante, mentre chi utilizza il pensiero laterale si concentra sul sassolino bianco che manca, esaminando tutti i possibili punti di partenza.

Lo psicologo maltese dopo averlo interrotto continua il racconto, con un esempio concreto di soluzione che si ottiene grazie al pensiero creativo. La ragazza tira fuori un sassolino e prima di mostrarlo, fingendo una sbadataggine lo getta a terra tra gli altri dicendo di non preoccuparsi, perché guardando il colore della pietra rimasta nella borsa era facile dedurre il colore del sassolino estratto. Ovviamente l’altro era nero quindi aveva sorteggiato il bianco.

Con questo espediente riuscirono a salvarsi entrambi. Il pensiero laterale ha aiutato la ragazza a risolvere una situazione quasi inestricabile e a trarre del bene persino dall’atteggiamento disonesto dell’usuraio. Infatti, se questo si fosse comportato lealmente, la figlia del mercante avrebbe avuto solo il 50% delle possibilità di salvarsi. Il trucco che riuscì ad escogitare invece le ha concesso sia di essere libera che di aver cancellato il debito del padre.

Vediamo adesso nel concreto come si può esercitare questo tipo di pensiero creativo, che per aver successo deve essere continuamente allenato. In sostanza De Bono, invita ad adoperare diversi punti di vista sullo stesso problema e lo fa immaginando di osservare la situazione indossando sei cappelli diversi, ciascuno dei quali rappresenta un tipo particolare di atteggiamento.

Sei cappelli per pensare

Questa tecnica favorisce l’attivazione di diversi settori della mente, permettendo a chi la pratica di autovalutare il proprio pensiero e può essere applicata all’uso sia individuale che di gruppo. Dal momento che pone l’attenzione sul problem solving e sulla creatività, rende le riunioni più efficaci. Ogni cappello che siamo chiamati ad indossare metaforicamente rappresenta la concentrazione su determinati aspetti del nostro pensiero:

Il cappello bianco è quello che raccoglie le informazioni, senza giudicare. Questo atteggiamento non è semplice da perseguire, perché implica che l’osservatore sia neutrale e oggettivo. Si deve valutare solo ciò che si avvale di prove concrete;

Il cappello rosso, al contrario del primo, rappresenta l’emotività, l’istinto e i sentimenti soggettivi. Utilizzare questo cappello vuol dire pensare col cuore;

Il cappello giallo è quello del pensiero ottimista, cerca gli aspetti positivi, i guadagni, le opportunità e su base logica offre suggerimenti e proposte concrete;

Il cappello nero coglie gli aspetti negativi, i motivi la questione è destinata a fallire e valuta tutto da un punto di vista pessimistico;

Il cappello verde è quello della creatività. Parte da ciò che è noto per trovare alternative insolite. Per ottenere dei risultati è necessario scontrarsi con l’ignoto e con le provocazioni, consentendo al pensiero di uscire fuori dai soliti schemi;

Il cappello blu riguarda il controllo delle regole, dei metodi e della pianificazione che stanno dietro al lavoro e viene usato per mettere a fuoco i problemi.

Ora non ci resta che provare questa tecnica quando dobbiamo affrontare una situazione difficile, e osservarla attraverso tutti questi punti di vista, prima di prendere una decisione e magari riusciremo a trovare la nostra soluzione creativa.

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