Sogni d'Oro
ARTICOLO
medianità onirica, sognare i morti

Medianità onirica: sognare i morti è quasi realtà

Analizziamo una tipologia di sogni chiamati medianici. E non fanno paura

Incontrare a metà strada chi pensavi non poter rivedere

Vi è mai capitato di sognare un vostro caro che non c’è più e di avere avuto la percezione, al risveglio, che non si trattasse di un sogno ma di un qualcosa di più ‘reale’? Vi è mai successo di esservi risvegliati con la meravigliosa sensazione ancora addosso di un contatto (un abbraccio, un bacio, una stretta di mano) con una persona (parente, amico, conoscente) che ha lasciato questa Terra? Se vi è successo avete sperimentato un fenomeno, secondo me straordinario, che si chiama medianità onirica.

La medianità è la facoltà, propria dei medium, di entrare in contatto con il mondo occulto. La medianità onirica non ha niente a che vedere con i medium e nemmeno con eventuali poteri soprannaturali. Si tratta di un fenomeno che può riguardare tutti e che viene definito medianico perché è comunque un canale tra questo mondo e l’aldilà: il sogno medianico ci dà la possibilità di incontrare, abbracciare, parlare, baciare chi pensavamo non poter rivedere mai più. Il luogo di incontro è il sogno, una dimensione che sta a metà tra questo mondo e l’altro mondo. Ci si incontra a metà strada.

La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo

Virginia Woolf

Ci sono cose che non si possono spiegare

Ora vi confondo un po’ le idee, lo so, ma, giuro, non lo faccio di proposito, semplicemente le cose sono confuse di per sé. La confusione è dovuta al fatto che ‘ci manca un pezzo di puzzle‘, e quindi supponiamo, presupponiamo, immaginiamo, ma non abbiamo la certezza di nulla. Fino ad ora, più o meno, vi ho sempre descritto i sogni sotto un punto di vista psicologico: l’inconscio ci parla attraverso di loro.

A incasinare tutto ci sono poi i sogni paranormali che, semplicemente, non si riescono a spiegare: chiaroveggenza, telepatia, premonizione sono tutti fenomeni che da decenni sono al vaglio di esperti ma che, tutt’oggi, hanno ancora una spiegazione scientifica (e mai l’avranno). Assieme all’inspiegabile ci sono le preziose teorie di Jung e Freud.

In tal senso teorie antiche e teorie moderne si mescolano: in passato si pensava che i sogni fossero veri e propri viaggi dell’anima nel mondo soprannaturale e questa ipotesi non è affatto superata, tant’è che sono in tantissimi coloro che, ad esempio, sperimentano i viaggi astrali o viaggi extracorporei. Quindi? Un passo avanti e otto passi indietro? No tutt’altro: semmai si tratta di una presa d’atto: ci sono cose che non si spiegano perché non si hanno gli strumenti per farlo.

Teniamoci stretta stretta la nostra incertezza, il nostro non sapere: interpretiamo i sogni che vogliono dirci qualcosa, analizziamo i simboli in essi presenti, traiamone il meglio e soprattutto godiamoci i sogni medianici senza avere la presunzione di spiegare come possano avvenire. La spiegazione può solo essere il frutto di una supposizione, di un’idea, di un pensiero. Ma non può essere certa. Almeno che a fornirla non sia qualcuno che ‘di là’ c’è stato ed è tornato.

Medianità onirica
Medianità onirica

Se non mi trovi cercami in un sogno

Si chiamano sogni ma non sono sogni, sono incontri veri e propri tra noi ed un defunto. Non mi piace questo termine, ma non mi piacciono nemmeno i suoi sinonimi tipo ‘morto’, trapassato’, ‘deceduto’. Non mi piacciono perché in essi non riconosco il vero stato della persona di cui sto parlando che, secondo me, è viva seppur in un modo diverso dal nostro. Tuttavia, dato che il mio punto di vista da solo non basta per fare modificare un termine all’Accademia della Crusca, userò le definizioni convenzionali.

Questi incontri avvengono (anche) mentre stiamo dormendo e sembrano talmente reali da riuscire, in alcuni casi, ad aiutare il processo di elaborazione del lutto. I defunti ci parlano (guai a voi se giocate 47 morto che parla!), ci abbracciano, ci consolano, ci consigliano, ci rimproverano, ci fanno trovare oggetti che cercavamo da mesi. In ogni caso vengono nel nostro ‘sogno’ per aiutarci.

Talvolta i nostri cari trapassati in sogno ci lasciano messaggi non immediatamente comprensibili, altre volte, invece, ci dicono cose in modo chiaro ed inequivocabile, oppure ci danno informazioni su fatti che avverranno (e che poi puntualmente avvengono), fornendoci così la prova che il sogno non era un sogno ma un vero e proprio incontro con loro.

Comunicazioni tra vivi e morti: in sogno e da svegli

Le testimonianze dei contatti, o delle comunicazioni tra i defunti ed i loro cari, sono state studiate sotto il nome di ‘After-Death Communication‘ (Adc). L’espressione ‘Vissuto  soggettivo di contatto con un defunto’ (Vscd) chiarisce invece che queste esperienze, talvolta appena percettibili, non implicano necessariamente una vera e propria comunicazione, ma descrivono la sola sensazione di un contatto o di una presenza.  I Vscd non sono tutti uguali e non si verificano solo nello stato di sonno. Possono infatti avvenire anche da svegli.

Si possono classificare in percettivi, uditivi, tattili, olfattivi, visivi, telefonici. Possono manifestarsi tramite fenomeni fisici oppure per mezzo di simboli o, addirittura, per interposta, ossia il defunto che ci viene in sogno non è un nostro caro ma dà a noi un messaggio per qualcun altro. Si tratta di contatti che lasciano il segno, nel senso che chi li vive non ne resta indifferente, tutt’altro: acquisisce la consapevolezza che la persona ‘deceduta’ in realtà esiste ancora e può ancora comunicare con noi.

sognare i morti
Sognare i morti

Sogni medianici vs Sogni normali

Le esperienze medianiche che si producono durante il sonno sono diverse dai sogni normali. Sono molto più nitide, intense, colorate, congruenti e reali di quanto non siano i sogni. Non hanno, a differenza dei sogni, quel carattere complesso, simbolico e spesso frammentato, che caratterizza i racconti onirici, ma assomigliano molto alle apparizioni che alcuni hanno in stato di veglia.

Si tratta di un tipo di  contatto con l’aldilà fra i più frequenti. Ci sono casi in cui questo tipo di esperienza di verifica nell’esatto momento del decesso dell’altra persona. La persona ‘sogna’ un proprio caro, che magari vive lontano, che gli annuncia con calma e serenità che la sua morte è imminente: “Vengo a salutarti, sto partendo” è, ad esempio, un messaggio che, è successo, viene dato in sogno.

Si tratta di esperienze che si manifestano all’ora esatta  del decesso. Louis LaGrand, professore emerito della New York University e counselor nella gestione del lutto, ha aggiunto alla lista del Vscd anche i contatti per interposta persona: persone esterne ricevono  un messaggio destinato alla persona che sta vivendo il lutto. Quindi, in questo tipo di esperienze, non si sogna un proprio caro ma magari il padre defunto di una nostra amica, o la madre morta di una conoscente.

Quelli che non sperano in un’altra vita sono morti perfino in questa

Johann Wolfgang von Goethe

Non si tratta sempre un sogno medianico

Non sempre quando sogniamo un defunto si tratta di un sogno medianico. Talvolta la persona morta che sogniamo rappresenta un qualcosa per noi ed il nostro inconscio la inserisce nel sogno per inviarci un messaggio o per farci prendere consapevolezza di qualcosa. Ci sono casi in cui si sogna la propria nonna perché nel sogno vogliamo rappresentare la nostra parte saggia.

Oppure è possibile che sogniamo una persona trapassata che per noi aveva un significato particolare: la maestra potrebbe in tal caso indicare una sorta di guida, oppure potrebbe riportare alla mente ricordi legati all’infanzia. Capire se si tratta di un sogno medianico o di un sogno ‘standard’ è semplicissimo: le sensazioni che ci lascia il sogno medianico sono uniche e facilmente riconoscibili, ben diverse da quelle percepite in un normale sogno. Al risveglio si ha l’impressione di aver veramente incontrato la persona sognata.

Non solo: si ampliano le proprie vedute, si apre la speranza di rincontrarla, si sblocca una parte della nostra mente importantissima per superare il dolore di un lutto o anche solo per scavalcare l’ottusità di pensare che sia vero solo ciò che vediamo e che non esiste ciò che non vediamo. Voi vedete ciò che sparisce dietro la curva? Fernando Pessoa ha spiegato la morte proprio con questa metafora: “La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto”. Noi, in fondo, lo sappiamo, per questo sfruttiamo i sogni come canale di comunicazione con chi non c’è più. Ditemi voi se è poco.

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