bubble gum ness one 20 ago

Ness One, hip hop e jazz al sapore di ‘Bubble Gum’

Al musicista basta un sassofono per rappare meglio di molti

di Pietro Botarelli

La voce armoniosa di un sassofono

Ness One

Ness One è uno di quei musicisti che si muovono nel sottosuolo. Pochi ascolti, suoni puri e incontaminati. L’hip hop incontra il jazz, dando vita ad una musica rilassante ma densa allo stesso tempo. Il nuovo singolo, uscito qualche giorno fa, ci permette di analizzare una musica sconosciuta alla maggior parte degli ascoltatori contemporanei. E poi, ‘Bubble Gum‘, è soprattutto l’ennesima collaborazione di Ness One con artisti provenienti da tutto il mondo. Conoscenze musicali rafforzate grazie ad internet, collegamenti cosmopoliti forti di una cultura artistica che non ha confini.

Ness One, comunque, non è solamente un rapper, e ‘Bubble Gum’ ne è la dimostrazione. Nel nuovo brano, in collaborazione con Smoky Kun e iLL’J, Ness One rinuncia alle rime, lasciando spazio all’altra skill musicale che lo contraddistingue, ossia quella di saper suonare il sassofono con dolcezza e ritmicità, dando vita a melodie jazz che compongono un hip hop unico nella sua peculiarità. è come se il boom bap e i bassi sincopati fossero una tela sulla quale Ness One sfoghi tutta la sua vena artistica. A volte disegna con la voce e con le rime, altre volte con melodie di sassofono talmente armoniose da sembrare un vero e proprio canto.

Ness One mastica hip hop come una Bubble Gum

‘Bubble Gum’ è una canzone hip hop, eppure nessuno dei tre musicisti vi prende parte con la voce. Percussioni che rapiscono gli amanti della batteria, melodie jazz che liberano la mente e campionamenti di voci che hanno fatto la storia dell’hip hop. Quando una drum-machine si sposa coì bene con un sassofono, c’è una sola spiegazione plausibile: i musicisti in questione hanno il sangue misto dei veri appassionati. Quando l’hip hop scorre nelle tue vene accade qualcosa di magico, inizi a cantarci sopra cambiando intonazione e velocità, districandoti tra i suoni con la fluidità di un serpente che scivola tra i rovi.

Ness One, in ‘Bubble Gum’, ha scelto di lasciar cantare il sassofono, come se l’aria immessa nel collo del suo strumento rispecchiasse una melodia e una colorazione vocale che soltanto la sua circolazione hip hop avrebbe potuto concepire. Ho provato, per curiosità, a lasciarmi andare in un ballo spensierato, sulle note di ‘Bubble Gum’. Mi ha colpito la ritmicità circolare di questa strumentale. I miei piedi, le mie braccia, la mia testa, tutto il mio corpo seguiva un andamento jazz ma hip hop, gli accenti dei miei movimenti cadevano sempre sulla stessa battuta, in corrispondenza prima delle percussioni e poi delle note del sassofono.

Difficile spiegare a parole la sensazione che si prova a lasciarsi trasportare da questi suoni. Mi son sentito vivo, vale, forse, più di mille parole.

Ma è G-Funk o Jazz? È musica contemporanea!

G funk

Influenze G-Funk, alternative hip-hop e, ovviamente, jazz. La musica di Ness One esplode in tutta la sua cultura, miscelando i campionamenti alla musica dal vivo, innestando le melodie improvvisate (tipiche delle origini del jazz) con dei groove ipnotici in stile G-Funk. Sulla strumentale di Bubble Gum potrebbe scorrere la voce di Tupac così come quella di Armstrong. Ness One, Smoky Kun e iLL’J avrebbero potuto suonare ad un Block Party nel Bronx di New York, nella storica etichetta di Los Angeles Death Row Records e persino nella Windy City della metà degli anni ’20.

Insomma, questa è una musica che rappresenta perfettamente il progresso artistico e culturale, confermando che le distanze materiali contino poco in ambito musicale. Le canzoni, le strumentali e le esibizioni dal vivo sono sempre più accessibili. Prima, per ballare e cantare della buona musica, era indispensabile scendere in piazza, girovagare alla ricerca di dischi da acquistare, storie da scoprire e suoni da catturare. Oggi la musica arriva direttamente nelle nostre case, gli artisti mischiano le proprie doti artistiche con il solo utilizzo di una rete internet.

Dalla mia cameretta ho ballato ‘Bubble Gum’ esplorando gli angoli più remoti della mia testa, spolverando quei ricordi di una cultura musicale che mi affascina da quando cantavo One Love e I messaggeri della Dopa in braccio a papà.

Connessione cosmopolita alla velocità del suono

Ma non è certo finita qui, la connessione cosmopolita dell’hip hop merita un approfondimento certamente più dettagliato. Perché quando si dice che questo genere musicale abbia una valenza culturale tale da avvicinare tra sé artisti e ascoltatori di tutto il mondo, lo si afferma in virtù del fatto che esistano opere musicali alle quali hanno veramente preso parte musicisti di diverse e molteplici origini culturali. Ne è un chiaro esempio ‘Connessione Cosmopolita’, il singolo che dà il titolo all’ultimo album di Skinny Pit. Ness One ha cacciato la sua strofa anche qui, insieme a EllMatic, Rick Santino, Clood, Astro, iLL’J, McGyver e Baggy.

Avete capito bene, 9 rapper in un unico pezzo, per la bellezza di nove strofe e, soprattutto, 4 lingue diverse: italiano, spagnolo, olandese e inglese. Signore e signori, ecco a voi l’hip hop nella sua forma più pura. Un’attitudine, una passione, una storia condivisa che unisce nove artisti, di origini diverse, sotto il segno della musica. È un’emozione incredibile, per un rappuso e purista dell’hip hop come me, sentire questo vortice di flow, rime e storie personali in un’unica canzone. La distanza colmata dalla velocità del suono, l’underground che si propaga per le vie di città geograficamente divergenti, una community di ascoltatori così multietnica che riesce a farmi sentire un vero cittadino del mondo.

Cuore aperto e denti stretti!

Connessione Cosmopolita
Artwork di Connessione Cosmopolita

Una grande famiglia, i cui componenti hanno origini cilene, peruviane, canadesi, americane, olandesi, italiane. Abitudini e vite di strada apparentemente discordi che trovano un punto d’incontro nell’amore per lo sfogo in rima. La base di ‘Connessione Cosmopolita’ è un boom bap mae, la classica marcia trionfale di questo genere musicale, sulla quale non si può far altro che rappare a cuore aperto e denti stretti. La produzione è di Jocbeats, con l’aiuto di Chief Rock, che con Ness One tiene vivo un duo musicale dai suoni peculiari e innovativi.

E siccome parliamo di Ness One, andiamo ad analizzare, nel dettaglio, la sua strofa in ‘Connessione Cosmopolita’ (anche perché analizzarle tutte e 9, per altro in lingue diverse, richiederebbe una lunghezza dell’articolo che WordPress stesso, forse non potrebbe sostenere).

Microbi pensan di saperne ma non v’è storia
fra me e te, tengo il ritmo già nell’Es, vez

Connessione Cosmopolita, Ness One

Quella di Ness One è la strofa numero 7. La metrica è da magistrale: le rime si incastrano alla perfezione tra i bassi sincopati della produzione, la dizione resta perfetta nonostante la velocità del flow e le molteplici assonanze e/o consonanze condensate in un unico verso. Entra in lingua inglese, affermando che questa connessione cosmopolita faccia leva sulla volontà degli artisti coinvolti di impartire lyrical lessons, ossia, in italiano, lezioni di scrittura, in questo caso musicale e in rima.

Lo steez musicale sta nell’Es

Come afferma Ness One stesso, la sua penna ha un certo steez, termine americano che, nello slang, viene usato con il significato di ‘effortless style’, ossia uno stile naturale, schietto e sincero, per nulla forzato o artificiosamente programmato. Il terzo verso utilizza un altro termine in slang, stavolta spagnolo e portoricano. La parola in questione è temazo, generalmente utilizzata per descrivere una canzone meravigliosa, imponente, fantastica.

Afferma di ‘spaccare sto temazo’, contribuendo a dipingere questa canzone hardcore con la sua strofa. L’autocelebrazione è alle stelle, in pieno stile hip hop, seguendo la linea tematica di una canzone che esalta le tecniche dell’arte del rapping e i capisaldi della cultura hip hop. L’intonazione e il flow ricordano Galante, storico rapper bolognese. Ness One suona come un vero B-boy del 2021, forse perché, come dice nell’ultimo verso della sua strofa, ‘tiene il ritmo già nell‘Es’.

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