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2021 nayt

Le 5 canzoni rap al top nel 2021 sul manuale del viver bene

Nayt, Claver Gold, Drilliguria, Nitro e Marracash, il meglio di quest’anno

Il manuale della vita o del rap?

Ripercorrere le uscite musicali del 2021 è un po’ come riassaporare tutte le emozioni e i periodi passati. Non importa in quale fase della vita ti trovi, la musica sarà forse l’unica costante in grado di adattarsi ad ogni tua esigenza emotiva. Sei nel bel mezzo di una tempesta amorosa? Puoi sempre aggrapparti alla musica di Nayt. Hai bisogno di un pizzico di leggerezza per lasciare da parte pensieri autodistruttivi? Disme e Vaz tè saranno la tua terapia.

O magari sei alla disperata ricerca di qualcosa in cui valga la pena credere per raddrizzare la tua vita e allora Claver Gold ti guida alla scoperta dei ‘Lampi nel blu’, e così via. Insomma, ecco le 5 canzoni rap più significative del 2021. E se provassimo a collegare ad ognuna di esse una diversa fase vitale? Cosa verrebbe fuori? Forse il manuale che cercavi da anni: prendere la vita così com’è, 5 consigli musicali per imparare a farlo.

Una doverosa introduzione sui Pokemon

Nayt
Nayt

Il primo capitolo sarà dedicato alla musica di Nayt. Il rapper classe ’94 ha compiuto un’evoluzione musicale incredibile nell’ultimo anno, come se Charmander si fosse evoluto direttamente in Charizard, senza passare per Charmeleon. È uno dei migliori, in Italia, a chiudere rime ed incastri (scrivendo frasi di senso compiuto, è bene specificarlo perché per molti non è così) alla velocità di Sonic Boom. Con l’album ‘Mood’, uscito nel dicembre del 2020, ha dimostrato a tutta la scena cosa significhi fare musica e soprattutto quale sia l’argomento più underground di tutti: raccontare se stessi, così come siamo.

‘Mood’ non è un album rap, bensì un inno alla musica, fatto di linee melodiche e suoni talmente variegati che sarebbe impossibile accostarli ad un solo genere musicale. Tra rap, funk, jazz e blues la costante è una sola: la storia difficile di un ragazzo che si racconta, in rima, con la sensibilità di un poeta. E siccome vogliamo musica fresca, del 2021, uscita da non molto e dunque ancora tutta da scoprire, ecco che Nayt, ad inizio aprile, ha deciso di regalarci una nuova versione di ‘Mood‘, con alcune canzoni rivisitate in versione acustica e, soprattutto, una canzone nuova, intitolata ‘Tutto il resto è noi.

Ho scoperto e apprezzato questa canzone con l’entusiasmo di chi trova un pozzo d’acqua nel deserto o una coperta nel gelo della Siberia.

Nel bel mezzo del caos spunta Nayt

‘Tutto il resto è noi’ racconta la storia di un amore un po’ folle, per certi versi impossibile, ma per altri estremamente travolgente. L’attacco della prima strofa è spiazzante, l’orecchio rimane affascinato dalla contrapposizione tra la base, chiaramente pop, e la metrica rap di Nayt. Un ascoltatore abituato a sentirlo rappare rimane colpito perché la sua voce diventa improvvisamente dolce e rilassante sui suoni pop. I versi mettono in risalto due diversi modi di affrontare i problemi della vita: da una parte Nayt ammette di lasciarsi spesso andare oltre i limiti imposti dalla società e di non riconoscere i colori quando incontra un semaforo lungo la sua strada.

Io non provo più niente, solo sesso e dro’
Solo sesso e droghe
Come quando la gente non ha senso e poi
Io mi assento un po’

Tutto il resto è noi, Nayt

Dall’altra, la persona alla quale si rivolgerà per tutta la canzone, sembra aggrapparsi all’amore di Nayt per superare i propri problemi, una scelta che, secondo il rapper, ‘non migliorerà le cose’. Il ritornello esprime un disagio interiore che, spesso, lo porta a non provare più niente, come se sesso e droga fosse l’unico binomio in grado di smuovere le sue emozioni. La seconda strofa è un manifesto d’amore burrascoso, la descrizione in rima di quanto sia difficile mischiare i miei problemi con i tuoi, cavalcare le proprie correnti emotive passando per quelle dell’altro. Un tentativo spesso vano ma che, a volte, abbatte il muro della solitudine interiore.

Sognando la West Coast da quella ligure

Drilliguria
Drilliguria, Artwork di Amici Miei Mixtape

Sognando la West Coast, il sole e la libertà.New Chelsea’ è il singolo di Disme e Vaz tè, con la produzione di Shune. I due rapper genovesi portano l’immaginario di Drilliguria, tra vita di strada e attitudine rap, all’interno di una canzone impreziosita da una delle basi più belle del 2021, a mio parere. La produzione di Shune suscita correnti fluviali di emozioni, con una melodia di chitarra nostalgica ed estiva che ci porta direttamente sulla West Coast americana, o sulla costa ligure, a seconda delle preferenze. In ogni caso il suono emesso da quella chitarra si addice perfettamente ad uno scenario ben preciso: il sole che tramonta, all’orizzonte, sul mare.

Quella sensazione che si prova quando, osservando l’arancio ardente del sole calante, i pensieri volano via leggeri come piume. Il bello è che, se ti concentri bene, puoi sentirli, uno ad uno, uscire dalla tua testa. Riesci a leggerli dando loro un nome, un suono o una forma in qualche modo artistica. Io mi sono immaginato Disme e Vaz tè scrivere le loro strofe in una circostanza come questa, poi sicuramente le avranno scritte nella cucina di qualche casa popolare o avranno osservato il tramonto dal tetto di un edificio, ma lasciatemi sognare. In ogni caso i versi mi danno fiducia: hanno scritto davvero i pensieri di una vita intera.

Il dolore di Claver Gold, un tributo a chi non c’è

Claver Gold
Claver Gold

E poi c’è Claver Gold che ha deciso di deliziarci con un tributo davvero speciale allo storico duo Mobb Deep, con la canzone intitolata ‘Lampi nel blu’, uscita il 15 giugno 2021. In realtà, come afferma lo stesso Claver Gold, il singolo è dedicato, in particolare, ad uno dei due rapper, Prodigy, simbolo dell’hip hop nella East coast degli anni 90. Il rapper statunitense ci ha lasciati 4 anni fa ma l’influenza della sua musica resta in vita e Claver Gold ce lo ricorda a modo suo, con l’intimità che, da sempre, lo contraddistingue.

Io quando scrivo, scrivo solo per me
Io rido di questi, io vivo di rap
Io muoio nei testi, io muoio per te
Non è un’ impressione, Monet, non è

Lampi del blu, Claver Gold

‘Lampi nel blu’ è un inno nazionale della cultura hip hop, il racconto di un artista che svuota tutto se stesso su un foglio, da sempre. Strofe che trasudano passione e sofferenza (una rarità nel 2021?), passando per le difficoltà di chi scompare sullo sfondo della droga e della povertà.

La continua sensazione di essere in guerra contro la disperazione, l’urgenza di canalizzare sfoghi e rabbia nel vortice musicale nella speranza di riuscire, nonostante tutto, a fare del bene agli altri (un’impresa eroica quando si vive nel male, tra odio e vita di strada). Uno scambio reciproco di afflizioni emotive che avvicina tra sé persone di ogni tipo. Io non ho mai fatto la vita di strada, sono sempre cresciuto con un tetto sopra alla testa eppure la mia anima è hip hop, il mio dolore è hip hop.

Red Bull ti mette la spocchia meritocratica

Le ‘64 barre di paura’ di Marracash per l’album ‘Red Bull 64 Bars‘ sono ciò che ci vuole per chi vive un momento di piena fiducia in sé, con un piede nella fierezza e l’altro nella spocchia. 2 minuti e 11 secondi di pura autocelebrazione, un tracotante Marracash nei panni di Taxi B (paragone azzardato), con qualche differenza. L’urlato altezzoso di Marracash è innanzitutto molto più orecchiabile di quello di Taxi B, ma soprattutto ben più legittimo. La spocchia e la superbia sono atteggiamenti che tutti gli esseri umani assumono, almeno una volta nella vita, ma trattandosi di attitudini piuttosto individualiste, sarebbe bene che fossero sorrette da fondamenta meritocratiche.

Comunque sia, le ‘64 barre di paura’ di Marracash non hanno un significato particolarmente profondo, si parla spesso di successo e soldi ma non mancano i riferimenti alla storia del rapper siciliano, come se ci tenesse a prendere le distanze da chi crede di arrivare al top senza neanche passare dal via. A tal proposito, fanno sorridere e al tempo stesso riflettere due versi che recitano: ‘Da dieci anni in major ma non ho mai fatto la majorette, ho solo classici in palmares‘. Marracash sembra qui ribadire il fatto che non sia necessario rinunciare alle proprie peculiarità per ottenere i soldi e la fama.

No alla canzone dell’anno, sì a quella del secolo

Nitro
Nitro

Userò un escamotage per concludere questo viaggio con una delle canzoni rap italiane più belle degli ultimi anni, ‘GarbAge’ di Nitro. La canzone dà il titolo all’omonimo album del rapper vicentino che, essendo uscito nel 2020, non rientrerebbe nella linea del tempo di questo viaggio (abbiamo fissato l’anno zero nel 1° gennaio 2021). Ma forse Nitro aveva previsto tutto: il 12 febbraio 2021 ha fatto uscire la versione estesa dell’album, intitolata ‘GarbAge Evilution’, della quale fanno parte 6 nuove canzoni, che meriterebbero un’analisi a parte, e i vecchi pezzi della versione originale, tra i quali, appunto, la nostra ‘GarbAge’.

Questa è la storia di un semplice uomo
Che resta la voce al di fuori del coro
Per non diventare più schiavo dell’odio
Più mi stanno intorno, meno mi innamoro
Bella la vita da ricco e famoso
Ma il compleanno lo passo da solo
Dopo che ho visto quelli che pensavo i miei eroi
Dimostrarsi gli stronzi che sono

GarbAge, Nitro

Una canzone che racchiude la storia ‘di un semplice uomo che resta la voce al di fuori del coro’, di una persona che non ha mai avuto paura di sfogare la sua rabbia e i suoi pensieri più oscuri attraverso le rime. Il pezzo si divide in due parti: la prima, nella quale Nitro riversa tutta la malinconia e l’inclinazione solitaria e sovversiva su un assolo emozionante di pianoforte, e la seconda, che si trasforma improvvisamente in un susseguirsi di bassi sordi e metallici, sui quali Nitro sfoga tutta la sua spocchia (e quando lo fa Nitro si rintana tutta la scena).

‘GarbAge’, l’era del garbo e della spazzatura

Le due parti, apparentemente sconnesse e opposte, sono in realtà tenute insieme dal ritornello che sta in mezzo, durante il quale Nitro lascia spazio a JSN, voce R&B che agisce dietro le quinte della scena rap e che farebbe emozionare anche un alessitimico. Il classe 91, uscito a febbraio 2021 col suo primo progetto da solista ‘Kalashikov’, ci delizia con delle commoventi linee melodiche acute, che suonano come un intruglio tra sofferenza e grida di libertà.

La stessa frase viene ripetuta più volte: ‘you’re just a pile of garbage‘, in italiano ‘sei solo un mucchio di spazzatura‘. Una metafora da brividi che ci spiega, forse, il motivo di uno stacco tematico e melodico così evidente tra la prima e la seconda strofa di Nitro. Siamo un mucchio di spazzatura, fatto di pensieri intrappolati negli angoli più remoti della mente, ricordi frammezzati ma dolorosi e ansie nei confronti di un futuro fin troppo colmo di possibilità. Vale la pena prendersi sul serio?

Lo sguardo di Philippe Petit nel 2021

2021
Philippe Petit nel film The Walk

Nel momento in cui si apprende di esser soltanto un mucchio di spazzatura, cosa fare di noi stessi? Meglio impegnarsi per smaltirla e magari riciclare il riciclabile o meglio sotterrare tutto per vivere leggeri? Nitro ci lascia col beneficio del dubbio. Io, per esempio, non riesco mai a sotterrare tutto, nemmeno quando ci sarebbe bisogno di farlo per sorridere leggeri, forse è proprio per questo che ammiro l’arte come Philippe Petit osservava quel filo nel 1974: è forse, l’arte, l’unica fonte di limpidezza in un mare opaco e colmo di spazzatura?

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