A qualcuno piace molto caldo
Amori troppo facili, canzoni nella testa, volubilità. Come in un grande reality show, sale la temperatura, sale la libido, sale il desiderio. Racconti romantici, racconti di una notte, conquiste e ripensamenti. Ai conti poi ci si pensa una volta tornati. Un po’ come una Las Vegas della vita, quel che accade in estate rimane in estate, e pazienza se in quelle settimane si ha la capacità di innamorarsi in una sera per cambiare idea il giorno successivo.
Sarà per questo che con la bella stagione, il cocktail più richiesto per rinfrescarsi dal calore è a base di coppie, sesso e tradimenti. Stessi ingredienti, serviti in formati diversi, ma che riescono sempre ad indurre una certa dipendenza. Com’è che riscuotono così tanto successo? E soprattutto, cosa dovremmo aspettarci?
In principio era il verbo… di Maria

Ho sempre pensato che ‘Uomini e Donne’ fosse uno show singolare e dal potenziale notevole. Un luogo dove una coppia potesse raccontare la propria storia, problemi coniugali, difficoltà comunicative e legate all’intimità. Un talk show educativo, che avrebbe potuto arricchire qualsiasi spettatore, abbattendo una volta per tutte i rocciosi tabù su relazioni, sesso e sugli eterni conflitti tanto cari al ‘marziano’ John Gray.
L’idea di base era più o meno questa quando, nel lontano 1996, andò in onda la prima puntata in casa Mediaset, capitanata dalla madrina e ideatrice dello show Maria De Filippi. Ma si sa, il pubblico e le richieste evolvono, e il passaggio da talk a dating show era lì dietro l’angolo, come un colpo di fulmine. E così fece per la prima volta la sua comparsa il tronista, termine ormai tanto noto da entrare a far parte del dizionario della lingua italiana.
Chi partecipa a una trasmissione televisiva di intrattenimento sedendosi su un trono, da cui si offre al corteggiamento del pubblico dell’altro sesso
Definizione di ‘tronista’ nel vocabolario della lingua italiana
Dio li fa, Maria li accoppia
Obiettivo dichiarato del nuovo format: formare una coppia che potesse iniziare una relazione sentimentale.
Anche qui, dunque, c’era un desiderio filantropico alla base. Peccato però che tra primi appuntamenti, discorsi sul sesso e tradimenti malcelati, non si è mai riusciti ad essere più profondi dei baci cinematografici e delle conversazioni sterili e monotone scambiate di puntata in puntata tra tronisti e pretendenti.
Il tentativo del far nascere una storia d’amore è finito per infrangersi puntualmente sullo scoglio della superficialità, che non è mai stato superato. Nessuna crescita personale, nessun incontro educativo, né per i protagonisti né per gli spettatori, sempre un po’ avidi e desiderosi di poter rivivere quelle stesse storie nella vita reale. Storie che, sfortunatamente, vengono prese a modello da quegli stessi spettatori.
Nuove forme di intrashtenimento

Alla fine, l’unica conquista di cui lo show è riuscito a fregiarsi negli anni è quello di esser stato additato come esempio di tv spazzatura (e chissà che il vocabolario non lo riporti a questa voce).
Toni polemici e spesso rissosi, offese gratuite e tentativi maldestri di aumentare la propria notorietà, sono da sempre stati all’ordine del giorno nelle innumerevoli puntate, divenendo spesso di parallelo interesse alle vicissitudini amorose, se non addirittura il vero e proprio fulcro di tutta la trasmissione.
Non mi sono mai considerata il meglio della televisione, ma nemmeno il peggio. I miei programmi sono fra i più educati
Maria De Filippi
Date al pubblico ciò che vuole il pubblico
Visto il successo, negli anni, di questo programma, viene da chiedersi se in fondo non sia vero che è il pubblico a dettare ciò che deve essere proposto. Lo spettatore medio è sempre più interessato alla storiella, al corteggiamento, al colpo di scena (premeditato). È interessato ai rapporti di coppia, ma in maniera più elementare. Approfondire il discorso appare troppo complicato, troppo pesante da affrontare. C’è sempre l’estrema necessità del rimanere sul semplice.
Che succede sulla scia di tutto questo? Nuovi reality show a puntate, in cui mischiare sesso, nuovi incontri, promiscuità e anche un po’ d’amore (termine ormai inflazionato, ma che mantiene sempre il suo appeal). Tant’ è che più o meno la stessa cosa viene proposta e riproposta, ogni volta con l’improbabile e imbarazzante maschera dello scopo educativo.
Come isole in un mare di solitudine

Quando è troppo complicato affrontare un discorso, reggere una conversazione, andare a fondo di un problema guardandosi negli occhi, tranquilli: c’è la possibilità di farlo davanti alle telecamere. ‘Temptation Island‘ è l’ennesimo esempio di come la spettacolarizzazione dei rapporti dovrebbe fungere da terapia di coppia.
Le regole, bene o male, si conoscono: 6 coppie non sposate vengono rinchiuse per 5 settimane in un villaggio, in gruppi separati. Durante il soggiorno subiranno i continui tentativi di seduzione da parte di donne e uomini single. Ineguagliabili ascoltatori, sorprendenti consiglieri, ‘diversi dagli altri’ e ‘con quel qualcosa in più’, questi tentatori avranno il compito di inserirsi subdolamente nei sentimenti e nei destini delle particolari coppie che, ispirandosi ad Oscar Wilde, vogliono scoprire se davvero l’unico modo di liberarsi dalla tentazione è quello di cedervi.
Io ti ho portato qua perché mi dessi delle certezze e che ti relazionassi con le ragazze in modo diverso, non ti ho portato al parco giochi!
Valentina De Biasi a Oronzo Carinola
Ben consapevoli di esser ripresi da telecamere posizionate praticamente ovunque, i vari fidanzati e fidanzate tuttavia non perdono mai occasione di cedere alla famosa tentazione, inscenando balletti provocanti, flirt a tutto spiano, massaggi sensuali e tentativi maldestri di imboscarsi in qualche anfratto con il/la single di turno. Altrettanto goffamente cercheranno poi di giustificare il loro comportamento davanti ad un falò di confronto, invocato a gran voce dall’interessato di turno.
L’inevitabile test dell’amore

Chissà quante coppie conosciamo che, vedendo il programma, hanno pensato almeno una volta “e se andassimo anche noi?”. La motivazione è molto semplice: “vogliamo testare il nostro amore!”. Che poi è un po’ la risposta che prendono in prestito tutti, quella che ha la stessa valenza di un “Mi fido ciecamente, ma voglio le prove“. Mai che ci si chieda il perché si dovrebbe ricevere dall’esterno e dagli avvenimenti una risposta che è molto più interiore. La vecchia scusa del lasciar fare al destino, che tanto se così doveva andare non ci si poteva fare niente…
Quando il reality supera la fantasia
Chissà cos’è che ci attrae così tanto nel vedere coppie che crollano davanti alle telecamere, che si tradiscono cedendo ripetutamente a tentazioni alle quali hanno deciso loro stesse di sottoporsi. Sarà quello strano desiderio autodistruttivo nascosto per bene dentro di noi? O sarà quella strana necessità di dover sempre capire se abbiamo trovato la persona giusta, quella che possa dare sempre le solite vecchie e care ‘certezze’? E quella paura assillante che si insinua quando c’è da capire se si è innamorati oppure si è semplicemente ‘abituati’, con la relativa consapevolezza che inizia a prendere il sopravvento.
O sei innamorato, o non lo sei. È come la morte… o sei morto o non lo sei. Non è che uno è troppo morto
Roberto Benigni sull’amore
L’isola delle coppie forzate

Da un’isola all’altra, stavolta si mischiano un po’ le carte: obiettivo è non rimanere single e vincere un premio da 20mila euro. Insomma, due ottime ragioni per metter su il reality sulla corsa al fidanzamento che ha proposto Discovery+. Definito reality shakespeariano (sebbene sia difficile capirne le motivazioni, se non per un probabile amletico dubbio sul ‘guardare o non guardare’) ‘Love Island’ ci propone il solito fine, di quelli più nobili: trovare la famosa anima gemella.
Giulia De Lellis, conduttrice dello show, ha dichiaratamente voluto seguire le orme di Maria nel suo percorso vocazionale, ispirandosi ad essa, con qualche rivisitazione in chiave moderna. In ‘Love island’, infatti, gli spettatori hanno potuto effettuare, tramite app, scelte di trama e preferenze varie. Il ‘Black Mirror‘ dei dating show, insomma.
Proverò ad essere onesta e calma, mai distaccata ma sempre obiettiva: il mio modello è Maria De Filippi
Giulia De Lellis
Seconda stella a destra, porta all’isola dell’amore
‘Love Island’, ai cui casting si sono presentati oltre sedicimila aspiranti concorrenti, è il programma più visto di sempre sulla piattaforma Discovery+. Più del 50% dei sottoscritti ha visto tutte le puntate, come ha riferito Laura Carafoli, responsabile dell’offerta dei contenuti Discovery Italia, alla presentazione dei palinsesti.
I numeri parlano chiaro, ciò che tutti noi vogliamo sono bagni in piscina, feste notturne, strusciamenti e petting spinto. E magari decretare alla fine i vincitori, quelli che sono riusciti a mettere maggiormente in bella vista i nostri più reconditi desideri. Alla fine il segreto di tale successo potrebbe anche essere questo: assistere comodamente alle proprie fantasie, senza esserne direttamente coinvolti. Guardare ma non toccare.
Too Idihot to handle

Alla fine è arrivata la seconda stagione su Netflix di uno dei reality più seguiti: ‘Too hot to handle‘. Si potrebbero usare mille parole per descrivere il mix di idiozia e esibizionismo dello show (che tanto ci ricordano Jersey Shore), ma per facilitarmi il compito ho voluto riportare le confessioni di Francesca Farago.
Chi è? Una delle concorrenti della prima edizione, che rivolgendosi alla telecamera, parla del fidanzato Harry dopo aver rifiutato un altro single, Kori: “È una tentazione che è lì come un delizioso pasto vegano di cibo spazzatura, ma sai che il sedano e i broccoli sono proprio ciò di cui hai bisogno e ti danno tutto ciò che desideri dalla vita. Se non l’hai capito, questo è Harry (immagino il sedano e i broccoli,ndr) e questo è Kori (il temibile ‘vegan junk food’, ndr), e rimarrò con Harry perché è fottutamente perfetto e mi sto innamorando di lui e non voglio essere tentata dall’hamburger che non mi serve“. Chiaro, no?
Il tariffario per un po’ d’amore
Quanto costa un bacio? Un bacio può detrarre fino a 3.000 dollari dal montepremi totale, il sesso orale fino a 6.000 e il rapporto sessuale completo fino a 20.000. ‘Too hot to handle’ si vanta di essere una sorta di serie moralizzatrice, che pone come obiettivo insegnare a giovani ragazzi single a creare autentici e duraturi legami, valorizzando maggiormente se stessi e ponendo l’accento su una conoscenza più profonda, interiore e meno carnale. In che modo? Portando in un resort di lusso messicano un gruppo di dieci single, il cui unico obiettivo nella vita è quello di fare sesso con quante più persone possibile.
Peccato che i concorrenti vengano subito informati da Lana, una sorta di versione puritana di Alexa, che non potranno avere rapporti sessuali, baciarsi e tantomeno masturbarsi: qualsiasi trasgressione determinerebbe la riduzione del montepremi finale dell’importo stabilito. Fortunatamente non si paga anche per tutti i dialoghi esilaranti e le dichiarazioni imbarazzanti, altrimenti il montepremi si ridurrebbe a pochi spicci.
Sorry that we’re hot as fuck and we want to tear each other apart like a roast chicken
Mi dispiace che siamo fottutamente bollenti e vogliamo fare a pezzi l’un l’altro come un pollo arrosto
Harry Jowsey, concorrente
Durante il ritiro, Lana organizza dei giochi particolari con lo scopo di far crescere spiritualmente tutto il gruppo, che alla cerimonia finale può finalmente godere del premio in denaro (e potrà tornare a esprimere liberamente la propria sessualità).
What’s the number for 911?
Francesca Farago, concorrente
Esperimento fallito o riuscito?
Alla fine, il gioco delle coppie finisce quasi sempre per scoppiare. Non che debba esserci sempre e per forza la ricerca del vero amore, sia chiaro. Altrimenti questa sarebbe la solita cantilena da cuori fragili, che cercano il lieto fine dappertutto. Ma tutti quei presupposti, quella ricerca del confronto, quella conoscenza che promette, in un modo o nell’altro, un arricchimento personale, sembra siano stati completamente aboliti.
Nell’estate dei reality hot, possiamo trarre due importanti conclusioni.
La prima, è che nei rapporti di coppia rimarrà sempre quella destabilizzante consapevolezza che per far luce ci sarà sempre bisogno che qualcun altro illumini dall’esterno, poiché da soli non si riesce. Che sia un falò di confronto o una telecamera in un confessionale, l’importante è che ci sia qualcuno ad ascoltare la nostra storia, a condividerla e a fornire un giudizio insindacabile, a cui aggrapparsi nel momento delle decisioni importanti. La seconda, è che a prescindere dal contenuto, ‘l’angolo dei bomboloni’ in tv funziona sempre.