Un sentimento comune
Parliamo di vintage e di vecchie nostalgie e ci rechiamo dove oggi nasce ogni cosa: Facebook, il secondo luogo per eccellenza dove avviene la magia (offtopic: il primo è chiaramente il nostro magazine). Una piattaforma semplicissima che racchiude, però, una miriade di community, a volte estremamente eccentriche. Tra le più disparate ho avuto il piacere di imbattermi in un gruppo che mi ha letteralmente trascinata in un’altra epoca, e a cui, spinta dalla curiosità, mi sono dovuta iscrivere quasi per forza.
‘A group where we all pretend to be gen x‘ è il suo nome. All’interno di questa bolla nell’universo dove tutti fingono di far parte dell’epoca d’oro dell’esistenza umana, ossia della generazione X – coloro nati tra il 1965 e il 1980 – gli utenti re-postano compulsivamente foto di oggetti, outfit, luoghi, video di canzoni appartenenti ad un’epoca ormai lontana, alimentando un sentimento nostalgico comune. E i suoi membri? 11.1K, tra cui molti Zoomers della generazione Z.
Everybody wants to pretend to be boomers or millennials but sometimes you just don’t care
Tutti che vogliono far finta di essere boomer o millenial, ma a volte a te semplicemente non interessa
Descrizione di “A group where we all pretend to be gen x” su Facebook
L’ondata vintage che torna a scaldarci
Il 2020 ha segnato un anno atroce per molti. Essere stati costretti alla prigionia tra le quattro mura di casa, a fissare i numeri che andavano a comporre un altro interminabile mese sul calendario appeso al muro, ci ha portato, inevitabilmente, a viaggiare un po’ più con la mente. E, soprattutto, a rispolverare cose cadute nel dimenticatoio della nostra soffitta.
Mentre su Instagram spopolavano storie di nuovi sportivi, yoga masters, chef per un giorno, qualcun altro andava alla scoperta del seminterrato, del garage e degli scatoloni impolverati di papà, perché “magari trovo qualcosa che mi sarà utile”. Ed ecco che la Gen Z è diventata la capostipite di un movimento vintage di ritorno, dove tutto quel che sa di polaroid, è colorato o ha le zampe d’elefante, è moda.
Passione Retrò: tutti pazzi per i mercatini vintage
Lo fa Bologna con il suo mercatino vintage al chilo targato Vinokilo, ma anche Perugia con la Fiera del Disco. Lo fa Berlino con i suoi milioni di secondhand shops, e Londra con Camden Town, che raggiunge l’apoteosi degli appassionati di mercatini dell’usato. Perché, effettivamente, tutti amiamo farci un giro tra la roba vissuta da altri. Chissà quali storie, chissà quali avventure dietro questa t-shirt un po’ scolorita dei Led Zeppelin, ma soprattutto, che fighi questi pantaloni a soli 10 euro.

Ma la cosa ancora più curiosa dietro tutta questa spassionata voglia di roba d’altri tempi è che camminando tra i reparti di H&M, quelli di Bershka o osservando le nuove collezioni di Adidas, Fila, Kappa si può notare il rinascere delle tute in ciniglia e acetato che hanno segnato la scena hip hop anni ’90, accompagnate dalle sneakers old school alla Reebok e da qualche t-shirt dai colori sgargianti firmata Nike.
Un vero e proprio ritorno al glam degli anni ’70, ’80 e ’90 ci trasporta in una dimensione dove pantaloni attillatissimi che terminano in larghissime zampe d’elefante, occhiali da sole alla occhi di gatto, giubbotti di jeans con toppe colorate e simpatiche spille, sembrano voler sottolineare assiduamente: “i’m from the 80s, bitch”.
Una generazione di collezionisti
Piattaforme come eBay hanno fatto dei collezionisti in cerca di prodotti limited edition il loro pane quotidiano. Macchinette fotografiche analogiche, vinili rivenduti a poco prezzo, poster di film edizione limitata in giapponese, action figure di personaggi di vecchi videogame: un autentico boom di vendite di oggetti da collezione per tutti i gusti.

Una generazione intera impegnata nella riscoperta di qualcosa che non c’è più. Sinonimo abbastanza intuibile di un sentimento di smarrimento crescente, dato dalla mancanza di punti di riferimento saldi, di movimenti di stile precisi, di una identità autentica della quale non riusciamo a impossessarci.
Siamo una generazione che tende a guardare al passato, a sognare ad occhi aperti pensando ‘sono nata nella generazione sbagliata’. Una frase che mi ripeto spesso.
Siamo la generazione destinata ad incontrarci su Zoom mentre indossiamo la gonna presa dall’armadio della nonna o la vecchia camicia scolorita di papà, mostrando alle nostre spalle una camera interamente tappezzata di poster della vecchia Hollywood.