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Come è nato il Pride?
Siamo ormai a giugno. L’estate è alle porte e con essa iniziano anche i festeggiamenti dell’OndaPride, la famosa parata per tutelare i diritti della comunità lgbt+. Una lotta che dura da molti anni ormai, per proteggere e rimarcare la fierezza di essere se stessi, nonostante la propria diversità sessuale. Ma perché giugno viene considerato il mese dell’orgoglio gay?

Il motivo per cui il month pride ricade nel primo mese estivo risale alla storica rivolta di Stonewall, nel 1969. Questi moti, che risentirono molto dell’influenza Black Power, furono una serie di conflitti tra le minoranze gay statunitensi e la polizia newyorkese. La rivolta culminò nella notte tra il 27 e il 28 giugno, quando dopo l’ennesimo raid della polizia nello Stonewall Inn, un bar gay di Manhattan, arrestarono i clienti con l’accusa di indossare gli abiti del sesso opposto. Tra i resistenti, c’era anche Sylvia Rivera, attivista transgender, che grazie al suo forte gesto, ovvero quello di gettare una bottiglia contro un agente, divenne simbolo della resistenza lgbt.
Fu in quella notte che il movimento di liberazione sessuale incominciò a prendere forma, dandosi come obiettivo quello di cambiare le norme sociali, normalizzando ciò che dovrebbe essere normale: la libertà di amare chi si vuole.
Miglioramenti? Sì e no…
Ripercorrendo la storia fino ai giorni nostri, molti traguardi sono stati raggiunti nel tutelare i diritti della comunità arcobaleno. Come la legge Cirinnà, che dal 20 maggio 2016 regola e disciplina la convivenza tra due persone dello stesso sesso. Eppure, in Italia non esiste ancora una legge specifica in merito alle adozioni e alle unioni civili, causando ancora molto sconforto tra gli attivisti lgbt. La mancanza di una vera e propria legislatura (oltre che al ritardo di approvazione per la legge ddl Zan) non fa altro che intensificare i casi di omofobia e transfobia, che continuano a rimanere impuniti.
Recente è il caso di Malika Chalhy, la 22enne che è stata cacciata di casa dai propri genitori. La sua colpa? Essersi innamorata di una donna. Un ‘coming out‘ che mamma e papà non accettavano. Una realtà troppo dura, tanto da volerla vedere senza un tetto, piuttosto che felice con un’altra ragazza.
“Sei uno schifo, lesbica, se ti vedo t’ammazzo […] sei la rovina della famiglia”
Le esternazioni della famiglia a Malika Chalhy
Così l’Italia si trova a occupare la 35esima posizione nella tutela dei diritti gay, secondo i dati raccolti dalla Gay help line. Inoltre si è anche registrato un forte incremento delle minacce e dei ricatti contro le persone dei gruppi lgbt, mostrandoci un quadro molto poco rassicurante.
Orban e la legge anti-lgbt

L’Italia non è la sola a rimanere indietro dal punto di vista legislativo. Pochi giorni fa, proprio il 15 giugno, il primo ministro ungherese Orban ha appena approvato una legge che vieta qualsiasi ‘promozione’ a favore dell’omosessualità, oltre che al cambio di sesso ai giovani al di sotto dei 18 anni.
Non si fa attendere la risposta di Amnesty International, che ha voluto criticare duramente (come giusto a mio avviso) questa decisione, definendola come un basso colpo nei confronti della comunità omosessuale.
È una legge incompatibile con i valori fondamentali delle società democratiche europee e con i valori dei cittadini ungheresi
Anna Donath, eurodeputata ungherese di Renew europe

La legge (passata con 157 voti a favore e solo 1 contrario) rientrerebbe nel programma della lotta contro la pornografia, anche se così non sembra. Sì, perchè questa legge altro non è che una limitazione alla libertà di espressione, vietando ogni tipo di materiale volto alla ‘propaganda gay‘. Per questo motivo non sarà consentita la visione di film come ‘Il diario di Bridget Jones’, ‘Harry Potter‘ e ‘Billy Elliot’ ai minori di 18 anni.
Con questa strategia, le forze sovraniste sembrano acquisire sempre più terreno, facendo dell’Europa un terreno fertile all’omofobia e a discriminazioni di ogni genere. Così i diritti umani vengono calpestati ogni giorno di pìù.
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