Ella Marija Lani Yelich-O’Connor all’anagrafe, Lorde in arte, è una cantautrice che nel 2013 ha sconvolto la scena pop internazionale con l’uscita del suo primo lp ‘Pure Heroin‘, che include fra le altre tracce il gigantesco singolo ‘Royals’. La canzone era già stata inclusa in ‘The Love Club’, l’ep autoprodotto che ha posizionato l’allora giovanissima cantante sui radar di Universal Music Group, la major che avrebbe poi distribuito l’album uscito alla vigilia del suo sedicesimo compleanno. Ma perché ‘Pure Heroin’ ha attirato così tanta attenzione da parte di pubblico e critica?
‘Pure Heroin’, il successo dell’esordio
Il disco è caratterizzato da un sound elettropop introverso e riflessivo, che oscilla sapientemente tra momenti introspettivi e ritornelli accattivanti senza mai scadere nel banale e nel pacchiano; il mio orecchio sente in modo evidente l’influenza del Kanye West di ‘808s & Heartbreak’, la stessa artista ha ammesso di essersi largamente ispirata al minimalismo del cantante alternative R’n’B James Blake, mentre la critica l’ha paragonata estensivamente ad altre voci femminili alternative come Florence + The Machine e Lana Del Rey. La tracklist sapientemente assemblata scorre in modo continuo, fluido e piacevole senza mai annoiare, con una cura davvero inusuale per un disco pop mainstream.
Il personaggio innovativo di Lorde
Ma la parte forse più notevole e sorprendente è il modo in cui Lorde si presenta, che secondo molti ha singolarmente rivoluzionato la figura della popstar femminile moderna: le performance sono sussurrate e contenute, con raffinati arrangiamenti vocali, e il suo personaggio manca assolutamente della carica romantica e sessuale tipica di molta musica da classifica, specialmente femminile.

L’abbigliamento di Lorde si ispira vagamente all’estetica goth, e i suoi testi esplorano temi inusuali per canzoni da top 50, come il senso di emarginazione degli adolescenti nelle periferie e la critica di una cultura pop materialista e superficiale. La cura certosina dell’aspetto musicale, unita ai suoi testi insolitamente profondi e al suo fiuto per le melodie orecchiabili gli hanno anche fruttato le lodi di giganti come David Bowie, che l’ha definita “il futuro della musica”, e Dave Grohl.
“When I first heard ‘Royals’ it was sandwiched between all of that other stripper pop, I was so fucking relieved. I thought, ‘Hey, this might be another revolution'”
“La prima volta che ho sentito ‘Royals’ era schiacciata in mezzo a tutto questo pop volgare, e mi sono sentito davvero sollevato. Ho pensato ‘Hey, questa potrebbe essere un’altra rivoluzione'”
Dave Grohl, batterista dei Nirvana e frontman dei Foo Fighters
‘Melodrama’ e la prosecuzione della sua carriera
Dopo 4 anni dall’enorme successo di ‘Pure Heroin’ e dopo aver contribuito alla colonna sonora del terzo film del franchise ‘Hunger Games’, Lorde ritorna nel 2013 con il suo secondo disco, ‘Melodrama’. Nessuno avrebbe invidiato la star neozelandese a quel punto, che si trovava nella difficile condizione di essere all’altezza del suo primo trionfo.
Eppure la cantante ha pubblicato un altro album eccelso, che espande sul suo caratteristico sound elettropop minimale incorporando elementi più cantautorali e portando la sua musica in una dimensione più solare, senza perdere il suo tipico tono sommesso e la sua profondità. Il disco è più eterogeneo stilisticamente del predecessore, e sentiamo la cantautrice sperimentare maggiormente con la sua voce e con la sua musica senza comunque perdere carattere e coesione.
Il nuovo singolo ‘Solar Power’
Non sorprende che dopo due grandi successi così stilisticamente simili Lorde abbia deciso di esplorare nuovi orizzonti con il suo nuovo singolo e probabilmente con il suo terzo album, su cui purtroppo non abbiamo ancora nessuna informazione ufficiale. Nel videoclip vediamo la cantante seguita su una spiaggia che la accompagna in un piano sequenza ininterrotto mentre canta e balla vestita di giallo sgargiante, che contrasta con le tinte smorte e pastello delle comparse che la circondano; questa svolta estetica dal goth al solare ricorda molto quella della sua sorella minore spirituale Billie Eilish, anche se in molti vedono sparse nel video citazioni all’acclamato film horror ‘Midsommar’.

Anche la musica è quanto di più luminoso e allegro abbiamo sentito dalla cantautrice neozelandese finora, con la traccia che comincia sommessa accompagnata da una chitarra acustica e cresce con l’introduzione di archi e lussuosi cori (alcuni dei quali registrati dalla cantautrice americana Phoebe Bridgers), per arrivare poi a un’esplosione in cui basso e batteria entrano con un groove allegro mentre un crescendo di cori e strumenti orchestrali ripete all’infinito il titolo del brano, ‘Solar Power’.
Lorde abbandona quindi il suo sound elettronico a favore di uno stile che ricorda quasi il pop-rock anni ’60 in salsa moderna, e con questo gran finale è difficile non pensare a classici di Beatles e Stones come ‘Hey Jude’ o ‘Simpathy for The Devil’.
Ricerca di una hit facile?
Il testo si presenta come una semplice ode all’estate, all’allegria e alla compagnia. Un’analisi maliziosa potrebbe pensare che la cantante sia alla ricerca di una facile hit estiva, ma in questo momento storico dove il mondo si avvia (forse, finalmente) verso un post-pandemia dopo mesi e anni durissimi, un inno all’estate che arriva dopo un lungo e triste inverno, diventa un tema estremamente carico e sentito.