Legge Zan: state Zen, vi spieghiamo cos’è
Fa discutere l’intero Paese in un giorno speciale. Quando? Il 1° maggio. Chi? Fedez. Come? Semplicemente schierandosi a favore del disegno di legge Zan. Ma che cos’è questo testo? Trasmessa dal Presidente della Camera dei deputati alla presidenza nel novembre 2020, l’ormai nota legge contro l’omotransfobia prende il nome da Alessandro Zan, deputato del Pd e acceso sostenitore dei diritti pro Lgbt: il decreto si riallaccia alla legge Mancino che contrasta i reati di razzismo, e prevede il carcere fino a quattro anni per chi commette reati di discriminazione contro persone omosessuali, trans, gender fluid. Propone inoltre un fondo di 4 milioni di euro annui a favore di specifici centri di tutela.
Già il 17 maggio 2020, nel corso della Giornata internazionale contro l’omofobia, il Presidente del Consiglio Conte ha messo in luce la necessità per i partiti di stilare il prima possibile una legge contro l’omofobia. Ma un decreto chiaramente attuabile è ancora in fase di stallo. E così, sul palco del concertone del Primo Maggio, Fedez ha ribadito l’importanza di prendere provvedimenti rapidi per attuare la legge.
1° maggio 2021: Fedez fa i nomi
Il presidente della Commissione della giustizia Andrea Ostellari, leghista, non ritiene il ddl Zan una misura prioritaria. Quali sarebbero state le priorità governative dell’ultimo periodo, le ha elencate Fedez, sul palco del Concertone: etichettatura del vino, indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano, reintegro del vitalizio di Formigoni. Poi, cita una serie di dichiarazioni di alcuni dei massimi esponenti della Lega, facendo nomi e cognomi: “Gay: vittime di aberrazioni della natura”, “I gay sono una sciagura per la conservazione e per la riproduzione della specie”, “Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno” , “I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali”, “Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza”, “Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay”. Inutile commentare: la tutela dei diritti da parte dei politici è una battaglia ancora aperta.

Musicisti a favore del ddl Zan

Gli artisti smaniano per un Paese più giovane, più giusto, più onesto. E – soprattutto – più libero. Questa libertà di poter amare è, in fin dei conti, libertà di poter essere se stessi, immuni da giudizi tossici: forza creativa, estro innovativo, rinvigorente – questo solo chiede la scena musicale italiana oggi – a sostegno di tutta la comunità Lgbt.
Oltre a Fedez, hanno fatto pubbliche dichiarazioni Elodie, Levante, Mahmood e anche Vergo che, durante il coming out day, ha sollecitato l’approvazione del ddl Zan. Calendarizzato il 28 aprile 2021, il decreto (si spera) sia il primo piccolo passo verso una società più tollerante e variegata, di più larga cromatura emozionale, tonale.
Contro ogni paura: creatività gender, per uscire dal genere
Ricordiamo in particolare Levante, che il 31 marzo 2021 ha consigliato su Twitter al senatore antiabortista Pillon di “iniziare un percorso di terapia che la aiuti a comprendere l’importanza dell’altro, il diritto dell’altro a essere chi vuole (liberamente) e il dovere di uno Stato a tutelarne la libertà” e Elodie, che ha continuato su Instagram con un’analoga dichiarazione, sempre riferita a Pillon:
“Questa gente non dovrebbe essere in Parlamento, questa gente è omotransfobica”.
Elodie
Dunque, per concludere, la nostra tesi è che più vario è l’amore, più varia e poliedrica sarà l’arte. La parola ‘arte’ deriva infatti dalla radice ariana ‘ar-‘ che in sanscrito significa ‘andare verso’, ed in senso traslato, ‘adattare, fare, produrre’. Ciò che ci spinge ad andare verso è il piacere (amoroso). L’avversione non può spingerci ad ‘andare verso’ ma, piuttosto, a ritrarci, allontanarci, ripiegarci in una solitudine sterile.
Prototipi d’amore e l’omologazione
Se l’amore è canonizzato, reso fiacco da stereotipati e stereotipanti prototipi di uomo donna figlio figli – anche il prodotto (artistico, commerciale, emotivo, sentimentale, concreto, commerciale, immaginario e chi più ne ha più ne metta) – sarà una mera realizzazione di genere; genere chiuso in a-possibilità di sperimentare altro.
Se al contrario si lascerà spazio al vario, all’incontro con lo stesso, nell’alterità (omosessualità), il prodotto di questo incontro inatteso sarà frutto non del prevedibile, del già sperimentato, ma dell’inedito, del non-forzato a favore dell’autentico. Il matrimonio gay, quindi, non porta all’estinzione della specie ma, al contrario, corre verso inedite possibilità creative, generatrici. Ciò che si estinguerà, ci si auspica, sarà piuttosto la vecchia linfa legata al dover essere. All’etichetta dipendente dal canone richiesto. Vecchi partiti e idee stantie devono farsi da parte. Artisti affermati che cavalcano l’onda della moda Lgbt, tuttavia, cadono dentro lo stesso sistema di uniformità omologatrice. Perdono il loro sound.

Nuove attrazioni, per inedite estinzioni
La sensazione è quella di essere immersi in un magma primordiale, un brodo indistinto dove varie voci – di politici, artisti, attivisti, scrittori – cantano la loro opera unica ma, in fondo, indifferenziata.
Il nostro obiettivo è trovare la differenza fra le voci di una terra emersa, che scalpita per non sprofondare. Anche nel regno della finzione mediatica, dell’arte compresa e compromessa dai suoi promoter, c’è del vero e dell’autentico. Capirlo, carpirlo e raccontarlo, per noi di Where Magic Happens è una grande, primitiva ambizione.