Con ‘Semplice’ Motta ricorda un po’ Lou Reed
Sono passati cinque anni dal suo disco d’esordio (‘La fine dei vent’anni‘, 2016) e da allora Motta, 35 anni, ha continuato a entusiasmarci con i suoi singoli intensi e originali. Del 2018 è l’album ‘Vivere o morire‘, mentre, da poco, si è concluso il tour di ‘Semplice‘, l’ultimo disco uscito nel 2021 per la Sugar Music (la stessa etichetta di Madame, per intenderci).
Rispetto ai primi due dischi, abbiamo un Motta più chill, meno irrequieto (sarà l’effetto del matrimonio con Carolina Crescentini?). Il sound è raffinato, la voce avvolgente. La canzone d’apertura, ‘A te’, con gli archi introduttivi leggerissimi, le percussioni minimal e le chitarre elettriche in crescendo, verso la fine, ricorda lo stile di Lou Reed in brani come ‘Walk on the wild side‘ o ‘Perfect Day‘.
A te
‘A te’, Motta
Semplicemente vestita di niente
Che non riesci a nascondere il cuore
Semplicemente così
Semplicemente
Un viaggio interiore per eliminare il superfluo
La copertina bianca dell’album suggerisce la scelta dichiarata del cantautore di ‘eliminare il superfluo‘: nero su bianco, tutto maiuscolo, le lettere incolonnate, divise due a due. Non c’è questa volta il suo viso stampato, a differenza dei due lavori precedenti, che lo ritraevano in copertina. A proposito di minimalismo, Motta ha dichiarato che viviamo in un’epoca già piena, pregna di fotografie. Era necessario, quindi, farsi da parte, perché, sempre riportando le sue parole, “le canzoni sono più importanti di chi le scrive“.

La seconda canzone, il singolo ‘E poi finisco per amarti‘ incomincia con un iconico “E non avere paura, fra la mente ed il cuore”. Il brano termina con la frase che dà titolo al brano: una dichiarazione d’amore che suggerisce tutte le sfumature, i conflitti e i contrasti che una relazione emotiva implica.
Viene poi il turno di ‘Via della luce‘, un brano molto introspettivo, che racconta il suo rapporto di amore-odio con la musica.
Via dalla musica, dalle parole
Da questo malato bisogno di attenzione
Da questa finta guerra che faccio ogni volta per poter scrivereUna canzone
E dalla parte di me che distrugge tutto quello che ha creato
‘Via della luce’, Motta
Via con te per diventare quello che non sono ancora stato

La sorella Alice, le piccole cose
In ‘Qualcosa di normale‘, la quarta canzone, Motta canta con sua sorella Alice. Ed è stato grazie a un suggerimento di De Gregori che Motta ha deciso di duettare con lei. In questo brano, che può essere considerato, a livello testuale, il ‘manifesto per la gioia delle piccole cose’, la melodia rimanda al cantautorato italiano degli anni ’70.
E alla fine non ho più paura di stare a guardare qualcosa di normale
Motta

‘Quello che non so di te‘, ritmo andante, batteria ben piazzata e il suono della sirena di un’ambulanza in sottofondo, è un ritorno al periodo in cui Motta suonava per strada, accontentandosi di pochi spiccioli in cambio, ma già felice della sua attività. Una dolcezza inaudita nel testo.
Sorridimi, anche se poi non ci credi
‘Quello che non so di te’, Motta
Abbracciami come abbracceresti i tuoi pensieri
Con un ricordo da inventare e una canzone che non c’è
Come tutto quello che non so
Come tutto quello che non so
Di te
Semplice come la parte di me che preferisco
La canzone numero sei è ‘Semplice‘, mentre la sette, ‘Le regole del gioco‘, è una dichiarazione d’amore, unita al desiderio di condividere stabilmente la vita con la persona di cui si è innamorati, adattandosi alle regole di un gioco nuovo e stimolante.
L’ultimo brano, ‘Quando guardiamo una rosa‘, è stato scritto con Dario Brunori.
Recentemente, Motta ha duettato con Emma Nolde, proprio con questa canzone.
Un duo perfetto, testimone delle sempre maggiori sinergie che si stanno creando nella musica italiana under 35.
E voi, quale canzone di Motta preferite del nuovo e dei vecchi album? Perché?
Lasciate i vostri commenti qui sotto, siamo curiosi di conoscere i vostri gusti!