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Il bambino non c’è più
Sono passati 30 anni dalla pubblicazione di uno degli album più iconici nella storia della musica : ‘Nevermind‘ dei Nirvana. Infatti la ristampa per il trentennale del pezzo cade il 24 di questo mese, una data che i fan (e non solo loro) non si sono mai dimenticati.
Ce n’è uno in particolare però, che oltre a non averlo mai dimenticato, ha fatto causa alla band (che in seguito alla morte di Kurt Cobain purtroppo non esiste più), in merito alla cover dell’album stesso, con l’accusa di ‘pedopornografia’. Di chi si tratta? Dello stesso neonato che vediamo nella nota copertina. Lui è Spencer Elden, e oggi è un uomo di 30 anni.

Gli avvocati dell’uomo hanno spiegato che l’azione legale è stata intrapresa a causa dei danni psicologici, tra cui il grande stress emotivo, che Elden ha subito in quanto reso famoso da una foto che lo ritrae nudo con i suoi genitali esposti. Sempre secondo questa motivazione, ora il giovane richiederebbe che per il 30esimo anniversario le sue parti intime vengano censurate come è stato fatto in Arabia Saudita.
Se ci sarà una riedizione, Elden non vuole che il mondo intero veda i suoi genitali
L’avvocato Maggie Mabie
La domanda ch però ci si pone, naturalmente, è ovvia: ma perché fare denuncia solo ora, dopo che il disco è in circolazione da 30 anni?
La storia dietro la copertina
Già, perchè è stato lo stesso Elden ad aver affermato qualche anno fa che “l’idea dietro copertina era geniale“. Ed è stato sempre lui ad aver ricreato l’immagine tuffandosi in piscina, per poi tatuarsi ‘Nervermind‘ sul petto come dichiarazione di lealtà e riconoscimento nei confronti della band.

L’idea nasce subito dopo la visione di un documentario sul parto nell’acqua. Kurt Cobain ne era rimasto così colpito, da voler ricreare l’atto per metterlo come copertina. Così il fotografo Weddle decise di fotografare il bimbo di 4 mesi dell’amico Rick Elden (il padre di Spencer). La famiglia ricevette come contributo non solo 150 dollari per le fotografie (Elden oggi ne chiede 150 mila come risarcimento), ma anche la copia del disco platino e un’orsacchiotto per il piccolo protagonista.
Kurt voleva riprendere quello che era l’inizio della vita contestualizzandolo al boom capitalistico degli anni ’90. Per questo motivo venne aggiunto il dollaro sull’amo, che sta a simboleggiare come il denaro possa corrompere la purezza e l’innocenza delle nuove generazioni.

Una giusta causa?
Ma la domanda che molti di noi ci chiediamo è: ‘Quanto di pornografico ha quell’immagine?’. Accusare qualcuno di pedopornografia è grave, certamente, ma prima di usare certe parole è bene informarsi e assumersi le proprie responsabilità. Per questo motivo, partiamo dall’analisi del termine stesso.
Riprendendo il significato da internet, ‘pedopornografia’ significa ‘trattare o rappresentare atti sessuali osceni e/o espliciti, utilizzando come soggetti bambini e/o adolescenti di età inferiore ai 18 anni‘. Eppure io (come molti di voi) di osceno o esplicito non ci vedo nulla. Non c’è alcuna sessualizzazione del neonato. Nessun atto illecito. Se non fosse stato la copertina di un album, sicuramente sarebbe stata una foto ricordo di famiglia.
Lo stesso Cobain diede la sua a riguardo, quando tentarono per la prima volta di censurarlo.
Chi poteva sentirsi offeso dall’immagine del pene di un neonato, probabilmente doveva essere un pedofilo represso
Kurt Cobain
Il disagio dunque riguarderebbe più che ‘pornografia infantile’, la diffusione della stessa foto che con l’avvento di internet si trova ormai dappertutto. Ma lo sfruttamento sessuale, secondo noi, è decisamente è un’altra cosa.
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