Un filantropo in un mondo di misantropi
Una notizia che nessuno avrebbe mai voluto ascoltare: Gino Strada, il fondatore di Emergency ci ha lasciati all’età 73 anni, così in modo del tutto inaspettato, in una delle giornate più calde di questa estate, mentre l’offensiva militare dei Talebani prosegue senza tregua controllando ormai la quasi totalità dell’Afghanistan, mentre altre 4 città si sono arrese all’avanzata, mentre le Nazioni Unite avvertono che “siamo sull’orlo di un disastro umanitario“, avvisando che “il peggio deve ancora venire”.
Anche questo continuava a dirci Gino Strada, come quei padri che ‘vedono lungo’, come quei genitori che ripetono fino all’infinito che si deve fare attenzione e che spesso restano inascoltati. Sono tante le definizioni che si potrebbero usare per descrivere questa persona, ma secondo me quella più azzeccata è quella di filantropo. Un filantropo in un mondo di misantropi.
Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra
Gino Strada
Una vita a curare le ferite di guerra

Proprio lui, che si è posto l’ambito obiettivo di curare le ferite delle Guerre ci lascia con una ferita impossibile da rimarginare. Aveva 73 anni, ha assistito le vittime dei conflitti nel mondo, aprendo ospedali negli scenari più disastrati, portando bisturi, dignità e speranza laddove l’uomo perdeva la propria natura. Ed è morto oggi in Normandia lasciandoci orfani.
Di Gino Strada ne nascono davvero pochi al mondo: persone che dedicano anima e corpo, studi e ore di sonno, tempo e denaro, impegno e dedizione, minuti preziosi della propria vita, agli altri. Gino Strada era un medico, un attivista, un filantropo. Un’esistenza completamente dedicata ai più deboli, alla difesa dei loro diritti, alla cura delle loro ferite. Una vita contro la guerra, contro la fame e la povertà. Un angelo con un camice addosso, un costruttore di pace, una persona speciale.
Credo che la guerra sia una cosa che rappresenta la più grande vergogna dell’umanità. E penso che il cervello umano debba svilupparsi al punto da rifiutare questo strumento sempre e comunque in quanto strumento disumano
Gino Strada
Quei viaggi dove nessuno si sognerebbe di andare
Noto per le sue lotte per la difesa dei più deboli e contro il razzismo e la politica, Gino Strada nasce il 21 aprile 1948 a Sesto San Giovanni, ottiene una laurea in medicina alla Statale di Milano ed una specializzazione in Chirurgia d’emergenza.
Inizia la sua attività professionale come medico all’ospedale di Rho e fa poi pratica nel campo del trapianto di cuore fino al 1988. In questo periodo si indirizza verso la chirurgia traumatologica e la cura delle vittime di guerra. Si specializza in chirurgia cardiopolmonare, lavora negli Stati Uniti, alle università di Stanford e Pittsburgh, all’Harefield Hospital (Regno Unito) e al Groote Schuur Hospital di Città del Capo (Sudafrica), l’ospedale del primo trapianto di cuore di Christiaan Barnard.
Nel periodo 1989-1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa in diverse zone di conflitto, zone dure, difficili. I suoi viaggi lo vedono nei territori sfondo delle crisi più brutali: Pakistan, Etiopia, Thailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia. Ogni esperienza durissima lo porta a fare un passo in avanti fino a motivare Gino Strada, la moglie Teresa Sarti ed un gruppo di colleghi, a fondare Emergency, l’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo, l’associazione che, per sempre, lo legherà ad il suo nome.
Quel che facciamo per loro, noi e altri, quel che possiamo fare con le nostre forze, è forse meno di una gocciolina nell’oceano. Ma resto dell’idea che è meglio che ci sia, quella gocciolina, perché se non ci fosse sarebbe peggio per tutti. Tutto qui. È un lavoro faticoso, quello del chirurgo di guerra. Ma è anche, per me, un grande onore
Lettera da un chirurgo di guerra, trascrizione da ‘Pappagalli Verdi’
Se dici Gino Strada dici Emergency e viceversa

Gli obiettivi di Gino Strada sono quelli di curare tutte le vittime della guerra, combattere la povertà e la fame, debellare le mine antiuomo. Tutto questo ha portato questo Grande Uomo a scontrarsi con i potenti della Terra, che confondevano il suo pacifismo integrale per una neutralità imperdonabile in tempo di guerra (e non solo in tempo di guerra).
Pareva non volersi schierare e invece lo faceva: si schierava dalla parte dei giusti, contro la guerra. Emergency è uno dei fondamentali strumenti per raggiungere i suoi scopi, viene fondata nel 1994 con l’intento di portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà. Dalla data della sua fondazione ad oggi, Emergency ha fornito assistenza gratuita a 11 milioni di persone in 19 Paesi, senza discriminazioni: Afghanistan, Iraq, Italia, Uganda, Sudan, Eritrea, Sierra Leone, Yemen.
Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi
Gino Strada
Sensibilizzare contro la guerra con lo straccio di pace

Ai tanti interventi svolti in Afghanistan, Iraq, Italia, Uganda, Sudan, Eritrea, Sierra Leone, Yemen, tra le cure gratuite e di alta qualità offerte negli ospedali, nei posti di primo soccorso, nei centri sanitari, nei centri pediatrici, nei centri per la riabilitazione, nei centri di maternità, nei centri di eccellenza, negli ambulatori, negli ambulatori mobili, i medici di Emergency trovano lo spazio per occuparsi anche di progetti svolti a sensibilizzare.
Come quello del 2001 quando hanno chiesto ai cittadini di esprimere il proprio ripudio della guerra con uno ‘straccio di pace’. La diffusione di una cultura di pace oltre che la cura concreta delle ferite di guerra.
Amici, come avrete visto il mio papà non c’è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio. Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere…beh, ero qui con la ResQ – People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre. Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo
Cecilia Strada
Questa ferita, ripeto, sarà difficile da rimarginare, lo piangeremo e lo rimpiageremo questo Uomo raro, quest’angelo con il camice, questo eroe, questo Medico con la ‘emme’ maiuscola, questo padre di tutti. Ma poi leggo le parole di Cecilia Strada e mi stupisco dinnanzi a questo amore straordinario che supera anche il dolore. E penso che il modo migliore per ricordare Gino Strada sia seguire il suo esempio, nel nostro piccolo, come una gocciolina nell’oceano.