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Un sonno (sogno) che ti cambia la vita
Lavarsi i denti, indossare il pigiama, andare a dormire e svegliarsi con l’intuizione che rivoluzionerà la tua vita e quella degli altri. Ma non gli ‘altri’ intesi come un ristretto cerchio, bensì gli ‘altri’, il ‘resto del mondo’. Non si tratta di un film di fantascienza e nemmeno della trama di un libro surreale. Si tratta di realtà o, meglio, si tratta di un sogno. L’inconscio è un territorio sconfinato, è lì che si esprime il nostro io più profondo. Nell’inconscio c’è tutto quello che ci occorre: ci sono le soluzioni ai problemi, le risorse per affrontarli, i suggerimenti per vivere al meglio, le armi per combattere le nostre paure.
E ci sono le idee. Idee che, chissà come e perché, restano, talvolta, sepolte e nascoste e non riescono ad emergere. Ma per fortuna ci sono loro, i sogni, che riportano tutto a galla. Bello o brutto che sia, il sogno è una sorta di dragaggio che fa affiorare il sommerso. È il luogo dove il nostro inconscio si esprime liberamente e senza filtri, e va ascoltato. Solo così si può veramente imparare, cambiare, migliorare. Solo così si può dare modo ad intuizioni geniali e straordinarie di innalzarsi e trasformarsi in rivoluzioni.
Prima sogno i miei dipinti
Vincent Van Gogh
poi dipingo i miei sogni
Non sogni nel cassetto, ma realtà da realizzare
Quando il sogno non è nel cassetto ma nell’inconscio. È successo per davvero, succede tutti i giorni (tutte le notti) e succederà ancora, anche se non in modo eclatante, anche se in formato ridotto, anche se nella versione di ‘noialtri’. Succede che attraverso il sogno, il nostro inconscio ci suggerisca o ci comunichi qualcosa. E succede che quel qualcosa, a volte, sia una vera e propria rivoluzione.
Pensate cosa sarebbe successo se Paul McCartney avesse scordato il suo sogno quella mattina di maggio del 1965 quando si svegliò con la musica di quella che sarebbe diventata una delle canzoni più belle e più registrate al mondo. Ma ‘Yesterday’ dei Beatles non è il solo caso di intuizione famosa avuta in sogno, ce ne sono tantissimi altri e non riguardano solo il mondo della musica, ma anche quello delle invenzioni, del cinema, della scienza. Vediamo allora come il sogno può fungere da veicolo per le intuizioni nascoste, là sotto, nell’inconscio.
Se puoi sognarlo, puoi farlo.
Walt Disney
Ricorda sempre che questa intera avventura è partita da un topolino
Beatles e Rolling Stones: due capolavori sognati

Sono trascorsi 56 anni da quando Paul McCartney si è svegliato con una melodia in testa: poche note, ma con il desiderio impellente di suonarle. Una melodia bellissima, talmente bella che Paul non credeva di averla potuta creare lui, il suo primo pensiero è stato infatti quello di averla sentita da un’altra parte e di averla sognata per associazione.
Chiede agli altri, ma nessuno, né John, né George, né Ringo, l’aveva mai sentita, idem per amici e produttori. Quella melodia speciale che è arrivata in sogno a Paul McCartney da chissà dove, era, appunto ‘Yesterday’. Non solo i Beatles ma anche i Rolling Stones hanno ‘goduto i frutti’ di un’intuizione in sogno. Keith Richards ha sognato il noto motivetto di ‘I Can not Get No Satisfaction’, si è svegliato ed ha avuto la prontezza di registrare le tre note prima di rimettersi a dormire. Si è ritrovato la mattina seguente con quello che sarebbe diventato un capolavoro strepitoso.
Il Premio Nobel che ti viene a cercare in sogno
L’inconscio ci avverte anche quando ci sono scoperte in attesa di venire alla luce. È il caso del dottor Otto Loewi che nel 1936 ha vinto il Nobel per la Medicina. È stato lui a sostenere e dimostrare la natura chimica della trasmissione nervosa, secondo la quale le informazioni dei segnali nel cervello vengono trasmesse chimicamente attraverso i mediatori chimici attivi.

Quello che non tutti sanno è che le basi della teoria che avrebbe rivoluzionato la storia della medicina il dottor Otto le ha sognate. Nel cuore della notte il professore di farmacologia all’università locale, si è svegliato ed ha annotato il sogno appena fatto su un foglietto, poi è tornato a dormire per ritrovarsi, la mattina seguente, scritte e formule pressoché illeggibili.
La notte successiva ecco che il sogno torna a bussare alla sua mente. Il professore questa volta non si fa cogliere impreparato: si è alzato nel cuore della notte e si è diretto in laboratorio con il sogno fresco in testa. Ha iniziato il suo esperimento, quello che gli è valso un Nobel. Altro autorevole esempio di come l’intuizione possa arrivare dal sogno è quello del chimico Friedrich Kekulé, che ha sognato un serpente che si mordeva la coda ed al risveglio ha avuto un’illuminazione: la molecola del benzene era di forma esagonale.
Le intuizioni arrivano anche dagli incubi

Anche Frankenstein, il primo romanzo di fantascienza della storia, è nato da un sogno o, meglio, da un incubo. Ebbene sì, Mary Shelley, la sua autrice, ha avuto in sogno l’idea di creare questo personaggio. La donna molto probabilmente è stata influenzata da un discorso del marito Percy Bysshe Shelley sulla teoria di Erasmus Darwin sulla ‘vita dopo la morte’ di alcuni protozoi. Indipendentemente dalla causa, lo scienziato Victor Frankenstein, in procinto nella creazione del mostro, è apparso in sogno all’autrice. La mattina dopo la donna ha scritto il seguito della storia che tutti conosciamo.
Come anche gli incubi possano portare ad intuizioni geniali è ben rappresentato da ‘Misery non deve morire‘, uno dei libri più popolari di Stephen King, da cui è stato tratto anche un film. Mentre l’autore faceva un pisolino in aereo ecco che è arrivato l’incubo di un fan che teneva prigioniero il suo scrittore preferito. Il brutto sogno era dettagliato e complesso, ma leggermente diverso nel finale. Nel sogno di King lo scrittore moriva. L’autore ha cambiato l’epilogo ma ha mantenuto intatto il resto, ed è stato un successone.
Fare business dormendo
Nel 1845 l’inventore Elias Howe, mentre lavorava al progetto della macchina da cucire, è stato aiutato da un incubo nel quale alcuni cannibali lo trafiggevano con le loro lance. Le lance avevano un foro accanto alla punta acuminata. Ecco servita su un piatto d’argento l’invenzione che ha rivoluzionato la sua vita e quella di tutti noi: l’ago della macchina da cucire forato. Persino Google è nato da un sogno. Larry Page, co-fondatore di Google ha sognato un motore di ricerca con le caratteristiche di Google.
Al risveglio ha raccontato il suo sogno al suo migliore amico, Sergey Brin, ed assieme hanno creato Backrub (il precursore di Big G). Questi sono solo alcuni degli innumerevoli esempi di intuizioni che sono arrivate in sogno e che hanno cambiato la vita del sognatore, ma che hanno influenzato anche quelle del resto del mondo.
Ciò che accomuna queste storie è proprio il fatto che tutti abbiamo beneficiato di queste scoperte, tutti abbiamo raccolto i frutti di questi sogni fatti da altri. Canzoni diventate dei miti, film e personaggi tramutati in icone, formule scientifiche che hanno rivoluzionato il mondo della medicina, geniali intuizioni imprenditoriali: tutto è avvenuto grazie a dei sogni, a delle intuizioni emerse durante l’attività onirica.
Mi vengono in mente una riflessione ed una domanda. La riflessione è che il detto “chi dorme non piglia pesci” viene categoricamente smentito dai fatti. La domanda invece è “ma solo io mi limito a sognare di uscire in pigiama?”.
Intuizioni e sogni: cosa dice la scienza
Sull’argomento si è, ovviamente, espressa anche la scienza. Il neuroscienziato Robert Stickgold dell’Harvard Medical School di Boston ha affermato che, il sogno, aiuta ad individuare quello che durante lo stato di veglia è passato inosservato. Si tratterebbe dunque di una sorta di scansione della mente che rielabora le informazioni ricevute durante il giorno e che non sono state prese in considerazione.
Una rilettura approfondita di un libro, una seconda visione di un film che ci fa notare cose, elementi e connessioni che nella prima visione non avevamo notato. Ok, accettiamo ovviamente la versione della scienza, che comunque conferma il fatto che la soluzione, l’idea, la rivelazione stanno lì nel nostro inconscio in attesa di emergere. E che spiegherebbe anche l’importanza del famoso modo di dire “dormiamoci sopra“.
Ma noi, che siamo sognatori per eccellenza, non ci fermiamo a questa ipotesi. Ci piace pensare anche altro, vogliamo andare oltre e credere che ci siano sogni talmente grandi che non osiamo neppure immaginare di mettere nel cassetto. E allora si formano da soli, e da soli, attraverso l’attività onirica, si manifestano a noi diventando reali, concretizzandosi.
Questa versione, sicuramente meno scientifica ma più poetica, apre le porte a teorie ancora più vaste, a territori ancora inesplorati che non vanno comunque esclusi a priori. Non resta che mettersi dormire, tenendo però un taccuino accanto al letto. E chissà che la prossima intuizione geniale non possa essere la nostra…
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