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Quest’anno un’edizione particolare
‘How will we live together?‘ è il titolo pensato dal curatore della mostra Hashim Sarkis per descrivere il tema centrale della Biennale di Venezia, visitabile fino al 21 novembre.
Un’edizione dedicata interamente alla convivenza, all’imparare a vedere l’altro come un alleato e non più come un potenziale nemico, al saper vivere insieme nel rispetto delle risorse naturali grazie all’architettura e non solo, anche grazie all’unione di più discipline.
Nell’epoca di pandemia da Covid-19, la domanda posta dalla Mostra Internazionale di Architettura assume un’accezione ancora più profetica e appropriata: “seppure in qualche modo ironica, visto l’isolamento imposto“, sottolinea Sarkis.
L’esposizione comprende le opere di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi con una maggiore delegazione da Africa, America Latina e Asia e con uguale rappresentanza di uomini e donne. Fra questi, sono ben quattro le nuove nazioni: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan.
La domanda della Biennale di Venezia

Il tema principale della Biennale 2021 è esplicitato nel titolo della mostra, quest’ultimo espresso da una domanda che, in italiano, potremmo tradurre con ‘come vivremo insieme?’. Vediamo dunque come la stessa mostra ha deciso di discernere le singole parti di questo interrogativo.
- How: come, parla di approcci pratici e soluzioni concrete, sottolineando l’importanza del problem solving nel pensiero architettonico.
- Will: esprime il tempo futuro e segnala uno sguardo rivolto al futuro ma anche la ricerca di visione e determinazione, attingendo alla forza dell’immaginario architettonico.
- We: è la prima persona plurale e quindi inclusiva di altri popoli, di altre specie, che fa appello a una comprensione più empatica dell’architettura.
- Live: significa non semplicemente esistere ma prosperare, fiorire, abitare ed esprimere la vita, attingendo all’intrinseco ottimismo dell’architettura.
- Together: implica collettivi, spazi comuni, valori universali, evidenziando l’architettura come forma collettiva e forma di espressione collettiva.
- ?: Indica una domanda aperta, non retorica, che cerca risposte, che celebra la pluralità dei valori in e attraverso l’architettura.
Le iniziative da non perdere

Come ormai siamo stati abituati in questi ultimi anni, e in particolar modo durante il periodo di lockdown, la Biennale di Venezia sarà senz’altro raccontata attraverso diversi canali di comunicazione – inclusi i social network – che mostreranno gli eventi in streaming, cortometraggi e film, per permettere a tutti di poter passare in rassegna i numerosi progetti della mostra.
Da non perdere sarà sicuramente il Leone d’Oro speciale alla memoria che sarà attribuito a Lina Bo Bardi, architetto, designer, scenografa, artista e critica italiana.
“ Lina Bo Bardi incarna la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione, e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza”
Hashim Sarkis
Tra le sue opere spiccano edifici imponenti che con il loro design coniugano architettura, natura, vita e comunità. Lina Bo Bardi incarna la figura dell’architetto come facilitatore della socialità, perfettamente in linea con la tematica della rassegna di quest’anno.
Il discorso del neopresidente della Biennale

Quella del 2021 sarà la prima edizione della Mostra di Architettura della presidenza di Roberto Cicutto, succeduto a Paolo Baratta. Durante il colloquio con la stampa, Ciccutto non ha nascosto di essersi trovato davanti a numerose difficoltà durante l’organizzazione della mostra, visto il periodo così difficile e caratterizzato da numerose restrizioni.
“Apriamo i Giardini e l’Arsenale con una consapevolezza ancora maggiore di quanto il lavoro della Biennale sia specchio del mondo contemporaneo, che viene qui interpretato e talvolta anticipato dalle proposte dei curatori e di quanti vi partecipano con le proprie opere”
Roberto Ciccutto
Nuove sfide? Nuove soluzioni
La Biennale di Venezia 2021 si mostra motivata dai nuovi problemi che il mondo sta ponendo all’architettura, ideando con risolutezza delle soluzioni alle sfide nate nell’ultimo anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
Ciò che si percepisce da questa manifestazione è che sarà proprio grazie alla cooperazione, al desiderio di aiutarsi vicendevolmente, all’associazione fra individui e idee, che si potrà finalmente dare all’architettura, lo spazio e la luce che merita.
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