Prima o poi tutti dobbiamo fare i conti con il nostro mostro
Il mostro ci accompagna, mangia insieme a noi, respira la nostra stessa aria e si nutre di quello che siamo: dei nostri ricordi. Il mostro siamo noi tutte le volte che ci voltiamo dall’altra parte, che lasciamo prevalere il silenzio alla potenza delle parole, che ci neghiamo il piacere di un abbraccio. Il mostro sono tutti gli altri quando non ci comprendono, quando non sanno di farlo e, soprattutto, quando lo fanno per il semplice gusto di ferirti.
Attraverso questo brano YULE (all’anagrafe Elena Ricci), artista appena diplomata al Liceo Musicale di La Spezia, si presenta sul mercato. Disponibile su tutte le piattaforme digitali distribuito per Indieca Records, la canzone parla del rapporto tra una giovane ragazza ed il mostro che vive dentro la sua testa: fatto di paure, incertezze, incomprensioni.
In una società fondata sull’apparenza il vero mostro è e rimane la paura che gli altri non capiscano (e condividano) quello che diciamo o pensiamo: è il grande male dei nostri giorni. Dovere a tutti i costi assecondare i gusti dell’altra persona, quasi fosse un tuo fan a tutti i costi.
YULE: il suo esordio sul mercato parte dalla provincia

Sentire il bisogno di far riemergere ciò che hai represso per anni e, ad un certo punto, di buttare fuori il dolore che ti trascini dentro: affrontare il silenzio, guardarlo in faccia vincerlo attraverso la musica.
Ho iniziato a scrivere senza pensare: mi mettevo sul letto e lì, nel caldo abbraccio di casa, iniziavo a navigare dentro i miei stessi ricordi. A volte mi ci immergevo, fino a sfiorare il fondo, tornando a galla senza nulla. Altre volte, invece, riemergevo con un testo in mano, quasi fosse una perla raccolta sul fondo dell’oceano.
YULE
“Il mostro” è una vera e propria prova di auto-analisi attraverso la quale l’autrice cerca di fare uscire all’esterno della sua anima tutti quei sentimenti di rabbia, risentimento, depressione nei confronti dei quali tutti noi combattiamo giornalmente. Un percorso di emancipazione dal proprio stesso subconscio che, tante volte, rischia di schiacciarci attraverso i sensi di colpa ed il dolore.