Un brano di Claudio Baglioni destinato a fare la storia
E’ il 1982 quando Claudio Baglioni diventa padre di Giovanni e gli dedica il brano “Avrai”. Sono state molte, nella storia della musica, le canzoni scritte per lasciare un segno indelebile anche sul pentagramma, in seguito a una nascita. Ma quel che è certo è che non tutte sono entrate a pieno titolo nella cultura musicale come “Avrai“. Non è stato solo uno dei singoli di maggior successo del cantautore romano, ma è divenuto la dedica d’eccellenza per celebrare l’amore assoluto: ovvero quello per i figli.
Il significato del testo
E’ la poesia di un padre che con sincerità racconta al figlio che non tutto andrà sempre bene: “Avrai una donna acerba e un giovane dolore”, “ed un amico che ti avrà deluso, tradito, ingannato”, ma che infondo è un elogio alla vita, un invito a viverla a pieno, senza paure, ma solo con tanta speranza. Un invito in musica sotto forma di poesia. Perché il testo di “Avrai”, tra analogie e metafore, è assolutamente un componimento in rime.
Cosa fa oggi il figlio Giovanni
Di lui non sappiamo molto, vive una vita molto riservata lontana dai riflettori, ma da papà Claudio ha ereditato l’amore per la musica. E’ infatti un chitarrista professionista, anche se non ha voluto seguire le orme di suo padre per quanto riguarda il canto.

In concerto a Caracalla con il figlio Giovanni
Claudio Baglioni in questi giorni è protagonista di una serie di concerti nel suggestivo scenario delle Terme di Caracalla a Roma. Si tratta di ben 12 serate – evento unico nel suo genere – in recupero dopo i due anni di stop. Uno spettacolo che coinvolge ben 123 artisti, tra i quali anche il figlio Giovanni. Un medley di successi che proseguirà con i grandi concerti al Teatro Greco di Siracusa (15 e 16 Luglio) e Arena di Verona (26 e 27 Luglio), dove naturalmente potremo ascoltare le note di “Avrai“ impreziosita ancor più in queste cornici storiche.
Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle
Storie fotografate dentro un album rilegato in pelle
I tuoni di aerei supersonici che fanno alzar la testa
E il buio all’alba che si fa d’argento alla finestra
Avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare
Schiuma di cavalloni pazzi che s’inseguono nel mare
E pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate
Un treno per l’America senza fermate
Avrai due lacrime più dolci da seccare
Un sole che si uccide e pescatori di telline
E neve di montagne e pioggia di colline
Avrai un legnetto di cremino da succhiare
Avrai una donna acerba e un giovane dolore
Viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore
Avrai una sedia per posarti e ore vuote come uova di cioccolato
Ed un amico che ti avrà deluso, tradito, ingannato
Avrai, avrai, avrai
Il tuo tempo per andar lontano
Camminerai dimenticando
Ti fermerai sognando
Avrai, avrai, avrai
La stessa mia triste speranza
E sentirai di non avere amato mai abbastanza
Se amore, amore avrai
Avrai parole nuove da cercare quando viene sera
E cento ponti da passare e far suonare la ringhiera
La prima sigaretta che ti fuma in bocca un po’ di tosse
Natale di agrifoglio e candeline rosse
Avrai un lavoro da sudare
Mattini fradici di brividi e rugiada
Giochi elettronici e sassi per la strada
Avrai ricordi, ombrelli e chiavi da scordare
Avrai carezze per parlare con i cani
E sarà sempre di domenica domani
E avrai discorsi chiusi dentro e mani
Che frugano le tasche della vita
Ed una radio per sentire che la guerra è finita
Avrai, avrai, avrai
Il tuo tempo per andar lontano
Camminerai dimenticando
Ti fermerai sognando
Avrai, avrai, avrai
La stessa mia triste speranza
E sentirai di non avere amato mai abbastanza
Se amore, amore, amore, amore avrai